Lezione dal corso Social Media Content
Quando al telefono, parlando con i clienti, spiego un fattore che ha fatto la differenza per noi, sia a livello di pagina sia a livello di altri progetti Agency sono costretto a discutere riguardo uno degli Espheni degli aspetti che è più sottovalutati nel nostro lavoro a livello di social media management.
La strategia appena mi sentono dire che questo è stato il fattore differenziale a livello di risulta e che lo è tuttora su alcuni progetti.
Beh, la reazione a me fa sempre molto ridere da un lato e dall'altro vi confesso che è un vero e proprio crollo nervoso.
Ve la faccio vedere, Come direbbe Bastiani riassunto in questa GIF mi stai deludendo.
Beh, infatti i clienti quando si interfacciano con me e quando vogliono una sorta di confessione a livello di segreti, si aspettano che, come al solito, la differenza a livello di performance sui social media la facciano determinati tool hashtag nel caso di Instagram, ad esempio oppa, oppure un contenuto più bello rispetto a un altro, ma non si rendono conto che la vera differenza la fa la strategia, ovvero sapere che cosa devo fare da qui da un orizzonte temporale X fino a un punto finale y di fine di progetto.
Vi faccio un esempio per farvi capire poi come spiego anche io ai clienti l'importanza di questo passaggio iniziale.
Immaginate di addentrarvi all'interno di un bosco senza avere una mappa.
Beh, sicuramente all'inizio sarà tutto bello.
Inizierete a magari a saltellare di qua e di la'.
Inizierete a fare qualche foto ai primi scorci che che vedete e inizierete semplicemente a camminare verso un sentiero definito ad un certo punto però magari presi dall'euforia delle foto della natura o perché magari avete visto un particolare animale, avete perso la linea? Bene, da qui vi renderete conto che se volete tornare indietro non potrete farlo così facilmente o comunque non saprete come andare avanti.
Ecco qui c'é una mappa o una bussola in questo caso potevano farvi davvero molto comodo.
L'importanza della strategia sta proprio qui.
Ve la riassumo in una frase che è un po', un mantra per noi e che comunichiamo anche ai nostri clienti molto spesso no strategia no pari, come direbbe un po' George Clooney in una vecchia pubblicità della Martini riadattata.
Questo significa che la strategia è lo step iniziale di ogni nostro progetto e senza la nostra strategia noi non partiamo.
Questo perché uno dei grandi luoghi comuni riguardo al social media management è che se io contatto un'agenzia il team di agenzia dopo due giorni, magari dalla firma del contratto, può iniziare a pubblicare il primo post.
Non funziona così, abbiamo bisogno di studiare il brand, abbiamo bisogno di fare tutta un'analisi di quello che è il positioning, il target e solo successivamente andremo a pensare ai contenuti perché la fase strategica a noi all'interno dell'agenzia a tutto il team che viene diciamo destinato ad un determinato progetto, richiede magari dai cinque giorni lavorativi, ma anche fino ai quindici giorni lavorativi.
Come si presenterà in una presentazione su kamba che facciamo personalizzata a seconda del cliente.
Non scordandosi poi i nostri template grafici e la mole di slide all'interno della presentazione può andare magari dalle cinquanta alle cento slide, cosa fondamentale la strategia non viene mai inviata prima via mail al cliente viene sempre spiegata da me o ma che sono responsabile magari di un determinato progetto o da tutte le persone coinvolte all'interno del team a seconda delle parti che hanno collaborato a scrivere, a scrivere.
Vi faccio un esempio di come viene strutturato il lavoro una volta che diciamo Ok, è il momento di fare la strategia per questo cliente vengono scelte le risorse per prima cosa, quindi, ovviamente se il cliente ci chiede una gestione dei social, magari a livello Facebook, Instagram, Linkedin ci chiede un un restyling a livello grafico di quelli che sono i suoi contenuti e ci chiede magari un piano di advertising legato ai contenuti.
È naturale che le risorse coinvolte magari saranno un responsabile di progetto o account manager.
Ci sarà una brand strategist, cioè quindi una risorsa che è proprio verticale.
Per quanto riguarda tutta l'elaborazione della strategia, insieme al responsabile di progetto ci sarà un graphic designer.
Ci sarà un copywriter per studiare già quali saranno i Templeton, le tecniche di scrittura pubblicitaria da dedicare ai contenuti che verranno pubblicati.
Ci sarà poi ovviamente un esperto Diaz.
Ognuna di queste risorse, prima di iniziare la strategia, viene coinvolta in un brainstorming di gruppo, ovvero il responsabile di progetto.
Sceglie di fare una riunione su MIT, ad esempio, e comunica quali sono le richieste, i servizi richiesti dal cliente, i suoi obiettivi e presenta il brief iniziale che il cliente ci ha fornito per poter fare la quotazione dei nostri servizi.
Una volta presentato, quindi il contesto di progetto, si procede a un brainstorming, ovvero si si comunicano le idee e si trascrivono quante più idee possibili relativamente a un progetto.
Ovviamente questo non significa che, ad esempio, il responsabile della parte, quindi il responsabile delle sponsorizzate, nel caso delle Facebook che possa elaborare delle idee solo relativamente alla sua parte, ma sceglie di contribuire, anzi viene incentivato a contribuire anche per quanto riguarda ad esempio la parte di target e quindi c' è uno scambio incrociato di idee che permette già di vedere è di vedere una luce in fondo alla strategia, quindi di vedere già la strategia in tutto il suo complesso.
Un esempio di indice su cui discutiamo a livello di brainstorming a livello di presentazione dell'elaborato finale della strategia è il seguente il brand, quindi analisi di contesto che possono essere appunto incrociate tra quello che ci è stato comunicato dai dai referenti che abbiamo dal del brand stesso, più la nostra analisi.
Poi abbiamo la parte di Target e di Bayer Personas dove andiamo ad analizzare il target sia da un punto di vista magari contenutistico, sia da un punto di vista magari che può essere utile anche per quanto riguarda la parte di advertising.
Per far questo ragioniamo in ottica empatica su tutta una serie di macro segmenti di target che abbiamo individuato in modo tale da elaborare le cosiddette Bayer personas, ovvero degli avatar che si riferiscono a un target molto piu' approfondito del cliente stesso.
Successivamente andiamo a studiare la parte di obiettivi attenzione non ci concentriamo solamente su degli obiettivi generici come possono essere, a livello strategico, raggiungere più interazioni o ottenere più risultati a livello di visite in store? Andiamo a concentrarci anche a livello magari trimestrale, semestrale e annuale su tutta una serie di obiettivi smart, quindi molto più verticali, molto più relativi ai contenuti, come ad esempio un obiettivo.
Un esempio di obiettivo smart potrebbe essere quello di raggiungere mille follower per una pagina di fotografie di Roma entro un anno, con una media di like di cento cento like a post e ottenere per ogni post tre commenti.
Questo è un esempio di obiettivo smart legato a un singolo contenuto, ma anche a un insieme di contenuti che vengono pubblicati nell'arco di un trimestre, di un semestre o di un anno.
La parte successiva dell'indice invece quella del piano media, ovvero andiamo a ad analizzare quelli che sono i canali attuali e quelli che abbiamo scelto di coinvolgere nella nostra analisi strategica.
Un altro step fondamentale è quello di Positioning e social media Positioning, nel senso che ovviamente il posizionamento dell'azienda a livello multimedia può variare appunto a seconda del canale, dove comunichiamo non solo a livello di messaggio obiettivi, ma anche a livello di linguaggio.
Ecco perché andare ad andare ad analizzare il social media positioning, riferendoci anche un po' ha tutto l'aspetto di piano media è fondamentale in modo da capire qual è l'obiettivo della comunicazione e nello specifico del po, qual è il posizionamento del brand su ogni social media che andiamo a toccare con i nostri contenuti.
In una fase successiva iniziamo a ragionare sui contenuti, poi nella fase di piano editoriale, quindi andiamo ad elaborare tutta andiamo a studiare una serie di macro-categorie di contenuto, una serie di sotto argomenti e tutta quella serie di formati e di tecniche, ad esempio di scrittura che possono esserci utili nell'arco di tutto il progetto.
Successivamente, ragionando sulle categorie di e gli argomenti a livello editoriale, andiamo poi ad elaborare una sorta di identità grafica.
Ovvero ci partiamo con l'analisi di un mood board, ovvero andiamo a prendere di riferimento anche mediante non contenuti che creiamo noi, ma mediante foto di archivio o mediante grafiche che abbiamo trovato e che ci sono particolarmente piaciute.
Andiamo a elaborare quella che potrebbe essere un esempio di bacheca contenutistica e quindi ci andiamo un po' a settare su un certo stile di comunicazione, magari nella pagina di un ristorante.
Questo ci può aiutare perché già individuiamo ad esempio le tonalità per quanto riguarda l'elaborazione di un filtro su lightroom particolarmente indicato per quella tipologia di ristorante, oppure ci permette già di capire quale può essere una spartizione dei macro argomenti, magari un contenuto riferito al prodotto, un contenuto riferito alla community e un altro contenuto riferito al prodotto in un esempio classico di linea su Instagram.
Infine, ovviamente andiamo a dare un esempio chiaro di quelle che sono le tipologie di contenuti, magari dando degli esempi quindi di contenuti originali creati da noi attenzione non solamente a livello grafico o fotografico, ma anche a livello di copyright ying.
Se si tratta magari di contenuti che coinvolgono tutto un aspetto, ad esempio relativo ai caroselli andiamo sia a scrivere tutto ciò che è il copy del carosello, sia dare degli esempi concreti di quelle che sono le caption dei post, quindi le descrizioni dei post che utilizzeremo con tutte le tecniche di copyright ying che andremo ad utilizzare nell'arco del progetto.
Ovviamente noi iniziamo a ragionare in ottica strategica, cercando di rendere tutte le persone che fanno parte di un progetto, una vera e propria squadra perché siamo un team e il progetto si regge sulle spalle di tutti.
Il fatto che le persone si scambino idee in modo trasversale e che ognuno di loro partecipi alla scrittura della strategia e che ognuno di loro ancora partecipi alla presentazione della stessa e che comunichi tutto cio' che ha scritto in una specifica parte del documento strategico è fondamentale perché tutti si sentono fondamentalmente responsabili perché tutti intravedono, così come prima vedevano la luce finale della strategia nel suo complesso, dalla prima alla centesima slide.
Così invece riescono gia' ad avere un'anteprima nella loro testa di quelli che saranno i contenuti pubblicati per tutto il loro progetto.
Quindi nessuna delle persone che fa parte del progetto è una singola isola creativa.
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