Nella lezione precedente abbiamo visto quanto sia importante rendicontare le missioni di un'azienda della vostra azienda.

Ora abbiamo anche citato la metodologia che bisogna seguire questa l'abbiamo definita e ora l'andiamo a vedere più nel dettaglio come l c a live cycle assessment.

Ma di che cosa si tratta esattamente? Quando parliamo di metodologia l C a, parliamo di un un'analisi oggettiva e quell'analisi che ci permette di andare a considerare tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto o di un'organizzazione, oppure anche di un servizio.

Quando parliamo di l C A facciamo riferimento anche ad una norma specifica ISO, la quattordicimila quaranta.

Questa norma in circa quaranta pagine spiega passo per passo come bisogna andare a effettuare un'analisi che segua la approccio l C a.

In qualche lezione precedente abbiamo visto come nel corso degli ultimi cento anni le aziende hanno iniziato a ragionare solo in un'ottica abbastanza egoistica, osservando quella che potesse essere la propria crescita di produzione senza andare a vedere quello che era l'effetto che la propria produzione la propria crescita poteva apportare sul mondo circostante.

L'approccio l c a.

Nato circa negli anni ottanta a A A a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta, con lo scopo proprio di osservare come la i prodotti che venivano generati dall'azienda avessero un impatto lungo tutta la propria filiera.

Ora vediamo quello che è un esempio di possibili fasi di un ciclo di vita.

In questa slide vediamo un esempio di fasi del ciclo di vita di un prodotto da costruzione.

In realtà queste fasi si possono applicare a quasi tutti i prodotti sono onnicomprensive e in realtà si possono applicare anche a concetti e a soggetti diversi dai prodotti anche alle aziende o anche ai servizi.

Come vediamo, il ciclo di vi- l'analisi del ciclo di vita permette di andare ad analizzare ogni fase di vita partendo dalla fase di produzione delle materie prime acquistate.

Quindi vediamo la produzione delle materie prime, il trasporto che queste devono subire dal fornitore all'azienda che rendiconta il proprio e che produce il prodotto che stiamo analizzando e la lavorazione di queste materie prime che devono essere prima prima lavorate per essere poi acquistate sotto forma di un prodotto che già funge da semilavorato.

Dopodiché c'è una fase che è quella vera e propria di processo industriale dell'azienda stessa, cioè quello che l'azienda che produce mette in atto, cioè il consumo energetico, il il, il trasporto interno all'azienda e quel e tutta quella parte di costruzione e installazione di asset necessari per andare a lavorare il prodotto.

E questo diciamo che è la fase che viene definita anche con quella piccola parte del ciclo di vita che realmente dipende dall'azienda stessa, che rendiconta e poi c'è tutta quella fase lunga, quella coda lunga di ciclo di vita che parte dal cancello del della dell'azienda che rendiconta e arriva fino alla fine al fine vita del prodotto stesso.

In questo caso vediamo una prima fase di utilizzo nella quale ci possono essere degli impatti legati all'utilizzo stesso del prodotto.

Quindi pensiamo ad un prodotto che consuma energia.

In questo caso l'energia necessaria dall'utilizzo del prodotto avrà bisogno di essere prodotta per essere prodotta, dovrà essere dovrà aver generato un impatto ambientale.

Pensiamo alla combustione del metano all'interno delle delle centrali che producono energia tramite il metano o tutti gli idrocarburi o o anche le centrali nucleari.

Diciamo tutto quello che è il mix energetico che comporta la produzione di un kilowattora ha un impatto, un impatto che può essere in termini di emissioni o anche di tanti altri aspetti ambientali che adesso andremo a vedere.

Poi ci sono tutta un'altra serie di impatti legati alla fase di utilizzo, come il mantenimento, la riparazione, la sostituzione, la ristrutturazione che ovviamente dipendono anche.

Esistono in funzione della tipologia di prodotto che stiamo andando ad analizzare e poi c'è quella che è la fase di fine vita che prevede di andare ad analizzare l'impatto ambientale del prodotto che deve essere gestito alla fine vita.

In questo caso vediamo come possibili fonti di impatto la demolizione, il trasporto del prodotto fino al luogo nel quale viene gestito, come rifiuto e la fase di effettivamente gestione del rifiuto o di smaltimento del rifiuto stesso.

Quindi fasi lunghe nel tempo, che possono anche durare decine di anni e che nel corso di questi anni hanno degli impatti, anche se, sebbene diciamo quantitativamente minimi in un lasso di tempo breve.

Ma se si va ad analizzare una parte, come appunto nel caso dello smaltimento di lungo termine, poi l'impatto diventa spesso e volentieri anche molto, molto elevato.

E poi c'è anche una fase finale.

Diciamo che va oltre il fine vita, in tutti quei casi in cui esiste appunto la possibilità il recupero delle risorse in cui si va ad analizzare quello che è l'impatto ambientale legato al potenziale riutilizzo del prodotto che arriva a fine vita piuttosto che allo smaltimento, piuttosto che il potenziale recupero o effettivamente il riciclo stesso di alcune parti o di tutto quello che è il materiale contenuto nel prodotto.

Fino adesso abbiamo parlato come voce d'impatto principalmente delle emissioni un po' come l'abbiamo visto nel capitolo precedente perché stavamo analizzando quella che era la voce d'impatto vera e propria di c due equivalente perché ci interessava osservare come quella voce d'impatto ha copra un ruolo importante nella rendicontazione ambientale.

Però quando parliamo di l c a in realtà parliamo di una metodologia che si applica certamente a quel genere di impatto ambientale, ma si applica trasversalmente a tutti i possibili impatti ambientali che un prodotto un'organizzazione un evento un'attività possono effettivamente produrre.

Quindi il potenziale ris- di riscaldamento globale è solamente uno di questo, ma si possono adoperando le l c.

A andare ad analizzare anche tanti altri impatti ambientali.

Vediamo il consumo di risorse naturali per esempio, se ci focalizziamo solamente nell'aspetto di quali sono i materiali e il flusso materico legato ad un prodotto, possiamo andare a osservare la percentuale di materie prime rinnovabili piuttosto che non rinnovabili.

Oppure possiamo andare a vedere il potenziale di deprivazione idrica, cioè la water footprint.

Quanto un prodotto un'organizzazione ha un impatto dal punto di vista del consumo idrico e quanto toglie dalla natura quanto inquina il la le falde acquifere.

Per esempio.

Però possiamo focalizzarci anche dal punto di vista dell'energia vedere quindi la tipologia di energia necessaria per produrre le materie prime acquistate per trasportarle le materie prime.

Quindi focalizzarci solo sull'aspetto energetico espresso in kilowattora e vedere quanto di questo lungo il ciclo di vita di un prodotto magari sono e ne sono fonti energetiche rinnovabili piuttosto che no, per farci un'idea di quanto il nostro prodotto abbia un'impronta rinnovabile a livello energetico piuttosto che no, possiamo vedere anche tanti altri aspetti adesso, senza dilungarci su ognuno di questi.

Alcuni però i più importanti sono per esempio l'atrofizzazione delle acque dolci, che ha un impatto importantissimo in tante industrie, eh? Sulla appunto su sulle sulle falde acquifere dolci un impatto, per esempio sulla salute umana.

Quindi andare a vedere le emissioni che vengono prodotte, che hanno un impatto non magari dal punto di vista del del del potenziale riscaldamento globale, ma che hanno un impatto sulla salute umana, l'acidificazione di suolo delle acque, oppure addirittura anche si può seguire lungo tutto il ciclo di vita quello che è la generazione di gas che hanno un potenziale sull'.

Ozono atmosferico.

Quindi perché è importante fare un'analisi? L C A è importante perché è un'analisi oggettiva che permette di osservare tutto il ciclo di vita e quindi non solo quello che accade all'interno delle nostre mura e quindi di adottare una strategia anche di scelta dei fornitori dei clienti, che vada in qualche modo a inficiare l'impatto ambientale dei nostri prodotti e della nostra organizzazione, anche al di fuori del nostro perimetro.

Lo fa in maniera oggettiva e in maniera tale da permetterci di costruire una strategia di riduzione che, se non partisse da una base così solida, non sarebbe mai abbastanza forte da reggersi in piedi da sola.