Lezione dal corso Sostenibilità aziendale
Come abbiamo visto nella lezione precedente.
Il tema dell'economia circolare, quindi della capacità di un'azienda di eh inficiare il meno possibile sulle risorse materiche sia in ingresso che in uscita, è fondamentale per migliorare le proprie performance ambientali.
Ma che cosa significa economia circolare? E in realtà da dove deriva, Come abbiamo anche visto un po' prima? Il modello attuale di produzione è ormai da un secolo abbondante un modello lineare, cioè un modello nel quale si vanno a sfruttare le materie prime.
Si fa una fase di design e di produzione dei prodotti, non prevede veramente di andare a costruire qualcosa in grado di essere riutilizzato.
Questo viene distribuito, consumato di si trasforma in un rifiuto e finisce di di esistere.
Finisce di esistere, nel senso che quella risorsa materica non viene più riutilizzata in nessun altro modo.
Questo è il modello lineare, un modello che ormai abbiamo capito essere insostenibile.
È un modello che ha portato a creare una domanda di materie prime eccessiva e che la natura non riesce più a sostenere fisicamente sotto tanti punti di vista.
Vediamo che ormai è famoso l'over day, che diventa sempre più anticipato nel nel corso del tempo e e nell'a- nell'avanzare dei de degli anni.
Ma questo sistema lineare ha portato anche ad un aumento dei prezzi delle materie prime, chiaramente aumentando la domanda e in parte diminuendo anche quella che è l'offerta disponibile naturale di materie prime aumenta sempre di più la domanda e quindi la ricerca di un'economia circolare tenderà a diventare anche una ricerca cerca di una sostenibilità economica in tante industrie.
In ultimo, non meno importante è il tema della produzione di rifiuti che sta diventando sempre più ingestibile e che sta apportando a delle crisi ambientali sotto gli occhi di tutti.
Basta vedere le quantità di plastiche di microplastiche che derivano proprio dalla generazione di rifiuti plastici.
Questi sono tutti effetti di un'economia lineare e che non è pensata per avere una circolarità e una riciclabilità.
Chiamiamola in termini generali così, ma poi vediamo come viene declinata al proprio interno un modello circolare e quindi un modello che prevede che i materiali al suo interno non vengano più presi dalla risorsa naturale vergine, ma che vengano ripresi da un ciclo che non arriva a fine vita con un rifiuto ma con una nuova risorsa da essere che può essere riutilizzata.
Detta così può sembrare che la soluzione all'economia lineare sia la riciclabilità, cioè costruire prodotti riciclabili e che poi, quando arrivano a fine vita, invece che trasformarsi in rifiuti, si trasformano in nuove risorse.
In realtà le strategie di economia circolare di economia circolare sono molto più complesse e possiamo anche dire più avanzate, cioè l'unica soluzione non è costruire un prodotto riciclabile, ma anzi è riuscire a costruire un prodotto che può essere, um, che ha una una un apporto ridotto di materia utilizzata quindi che è efficiente dal punto di vista materico, che può essere riutilizzato così com'è che può essere riparato, che può essere rinnovato, ri fabbricato, riqualificato, cioè tutte delle strategie che non fanno diventare il prodotto un rifiuto e solamente alla fine, quando diventa un rifiuto questo rifiuto deve essere riciclabile.
Però l'economia circolare non vive sulla riciclabilità.
La riciclabilità è l'ultima spiaggia dell'economia circolare, ma prima di questa ce ne sono tante che permettono al al prodotto di non diventare mai un rifiuto.
In realtà sono proprio quelle le strategie che bisogna provare ad apportare, come si fa inevitabilmente con una progettazione definita anche ecodesign, che prevede di immaginare i prodotti non più nell'ottica di diventare rifiuti.
Ovviamente questo ha delle sue complessità sia in termini di innovazione tecnologica, sia in termini di materiali che tendono comunque a arrivare ad esaurire le proprie qualità tecniche fisiche, però l'obiettivo verso cui bisogna andare è proprio quello di costruire questo genere di prodotti.
Costruire prodotti tramite l', ecoprogettazione o ecodesign, in realtà è anche una sola delle tante strategie che si possono adottare all'interno della strategia di economia circolare di un'azienda, per esempio, un'altra è quella di serviti dei prodotti, cioè pensare ai prodotti non per essere utilizzati come prodotti, ma come servizi, cioè che possano aumentare la propria efficienza in termini temporali di utilizzo, cioè fare in modo che il prodotto venga utilizzato il più possibile, che non venga acquistato per essere utilizzato una o due volte, ma che venga utilizzato come servizio per essere utilizzato una volta da un utente una volta da un altro utente una volta da un altro e così via, in modo tale che la sua capacità venga sfruttata appieno e non solamente in termini ridotti.
Abbiamo visto che poi il concetto di economia circolare può anche essere introdotto all'interno delle strategie di un'azienda, cioè che non c'è neanche bisogno di osservare come un prodotto venga gestito una volta che esce dal perimetro dell'azienda, ma come i flussi stessi materici idrici all'interno di un'azienda possano essere riutilizzati dall'azienda stessa, cioè che gli scarti prodotti all'interno della produzione vengano riutilizzati in qualche modo all'interno della stessa azienda.
In questo caso rientriamo in tutta quella branca dell'economia circolare in cui il soggetto protagonista è il sottoprodotto, cioè una forma di non rifiuto ma di scarto di lavorazione che invece di diventare rifiuto, riesce ad essere riutilizzato sotto forma di materia prima.
In ultimo, come abbiamo visto nella lezione precedente, uno dei concetti fondamentali per applicare l'economia circolare a livello aziendale e quello di simbiosi industriale, che cosa intendiamo per simbiosi industriale? Intendiamo un approccio che permette alle aziende che appartengono ad uno stesso tessuto industriale di comunicare tra di loro e di scambiarsi questi flussi materici.
Gli esempi di simbiosi industriali sono per esempio quei poli industriali um in cui le aziende riescono a scambiarsi dei dei flussi materici, come per esempio gli scarti di un'azienda che vengono riutilizzati come fonte di materie prime dell'azienda adiacente.
Queste situazioni sono situazioni che sono ancora molto complesse da costruire, ma che chiaramente rappresentano una una soluzione di economia circolare fortissima che permette effettivamente di costruire delle reti di riutilizzo dei sottoprodotti o anche proprio dei rifiuti, non solo per forza materici, ma anche energetici, per esempio degli scarti energetici di un'azienda che vengono riutilizzati dalle aziende vicine per e pensiamo anche alla produzione di vapore da un'azienda che non fa, che non ha modo di riutilizzarlo e che viene riutilizzato da un'azienda adiacente per recuperarne il calore.
Per esempio, questo avviene in tanti casi in cui vengono costruite degli impianti di recupero del calore da aziende che non producono il vapore stesso, ma che utilizzano il vapore prodotto dagli scarti di un'altra industria.
Questi sono casi, diciamo ce ne se ne se ne potrebbero fare a migliaia, ma sono esattamente dei queste casistiche di simbiosi industriale che ci permettono di capire quanto per applicare effettivamente i concetti dell'economia circolare sia fondamentale uscire da uno schema mentale in cui l'unico soggetto è l'azienda stessa.
Ma si entra in una visione molto più ampia, in cui si comprende quanto è importante valutare e avere coscienza di quella che è la rete industriale all'interno della quale si vive non solo la catena del valore all'interno della quale vive l'azienda stessa, quindi i fornitori e i clienti, ma anche la rete fisica vera e propria, il le le le aziende vicine, far parte di un polo industriale, quindi riuscire a entrare a far parte di un polo che non per forza deve produrre o appartenere alla stessa catena del valore, ma che è in grado di scambiarsi il più possibile questi flussi naturali.
Parlando di economia circolare, um, negli ultimi anni la normativa italiana ha si è posta degli obiettivi importanti l'ha fatto tramite la strategia nazionale per l'economia circolare che permette di favorire il mercato delle materie prime secondarie proprio andando a eh generare quelli che prima abbiamo chiamato sottoprodotti.
In questo senso la normativa ha previsto, um degli schemi di riconoscimento delle materie prime, seconde o, appunto dei sottoprodotti, che tende ad andare incontro alle aziende che ne producono in in in grandi quantità, in modo tale che queste risorse che non vengano riconosciute come rifiuti e che quindi non debbano essere trattati come tali, ma che possano rientrare all'interno di un sistema legislativo che permette di utilizzarli in maniera diciamo più agile, come appunto dei sottoprodotti.
Un altro aspetto importante della normativa italiana è quello che rientra sotto il nome di e p R.
Cioè um estensione della responsabilità dei produttori.
Che cosa significa? È una normativa che prevede di andare ad individu- ad individuare chi è realmente il produttore di un rifiuto.
Spesso e volentieri chi produce il rifiuto è il consumatore finale, ma quel rifiuto in realtà deriva dalla produzione di un prodotto che è a capo di spesso e volentieri di un'altra azienda o di un'azien dell'azienda stessa che ha prodotto quel rifiuto.
Ecco le il il sistema e p r serve proprio per garantire che non si perda di vista chi è che è stato il primo produttore del prodotto che è diventato rifiuto e che anch'esso abbia una responsabilità sul rifiuto finale.
Pensiamo per esempio a ad un materasso che viene utilizzato per dieci anni quindici vent'anni dal consumatore finale che alla fine di questo del suo utilizzo deve necessariamente essere gettato e portato in discarica.
Ecco il peso ambientale di questo fine vita.
Con questo sistema i pr non cadrà più solamente sul consumatore finale che l'ha utilizzato il più possibile e che quindi poi l'ha trasformato in un rifiuto.
Ma ricadrà anche sul produttore iniziale che ha prodotto un materasso che è durato magari dieci anni invece che venti.
Un esempio di applicazione di economia circolare all'interno di un'azienda lo possiamo trovare per esempio nelle nella Apple Apple che in questi ultimi anni ha abbracciato il i concetti dell'economia circolare a trecentosessanta gradi.
E come vediamo da questa slide, possiamo vedere come um l'abbia fatto da tanti punti di vista.
Per esempio i suoi prodotti vengono oggigiorno prodotti con una percentuale, sebbene limitata, ma comunque già abbastanza consistente di materie che derivano da riciclo e recupero.
Um ha investito in progettazione di prodotti che tendono a ad avere la massima durabilità o almeno sta provando a portare questo genere di approccio sui propri prodotti e in ultimo sta implementando delle strategie in alcune in alcuni luoghi di riparazione diciamo di di miglioramento um all'accessibilità della riparazione dei prodotti che vende in modo tale che essi abbiano una durabilità sempre maggiore.
Quindi una strategia a trecentosessanta gradi che prevede di avere un impatto minore sull'utilizzo delle risorse, eh vergini e anche sulla capacità del prodotto generale di essere riutilizzabile e rigenerabile.
In conclusione abbiamo visto quindi come adottare delle strategie di economia circolare sia certamente complesso.
È possibile farlo da tantissimi livelli diversi ma certamente apporta dei vantaggi importantissimi.
Quindi certamente apporta dei vantaggi, come la riduzione della domanda delle risorse materiche naturali.
Minimizza quindi i danni ambientali derivanti dalla riduzione di questa richiesta e in e in più tende a generare dei vantaggi economici.
Abbiamo visto ambientali, ma inoltre genera anche dei vantaggi, oltre che ambientali, anche economici e, ovviamente sociali.
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