A proposito di studio del target e soprattutto della nostra audience, del nostro pubblico, del potenziale che possiamo raggiungere all'interno di questo mare, ecco riuscire a trovare a studiare quel gruppo di persone che spesso e volentieri è anche eterogeneo.

Non dobbiamo aspettarci per forza un gruppo di persone che conosce o che segue già o che ha già in mente il nostro stesso scopo con cui noi ci stiamo immettendo in mercato, con cui sicuramente possiamo subito legare attraverso valori, idee, prospettive.

Possiamo cogliere l'occasione di conoscerle in modo un po' più approfondito e andare oltre quella che è la forma classica di del cliente tipo che spesso e volentieri è molto fredda e fine a se stessa.

Quindi dobbiamo riuscire, attraverso il nostro brand a passare più barriere possibili, perché lo scopo è quello di arrivare sempre al cuore, al nucleo.

Per farlo abbiamo alcuni strumenti che possiamo mettere in campo.

Possiamo farlo attraverso dei sondaggi che possono essere lanciati tramite canali come newsletter, social media o attraverso altre collaborazioni, quindi influencer, marketing.

E attraverso quei sondaggi otteniamo ovviamente dei dati, delle informazioni con cui possiamo scendere nel profondo di quelle persone, di quel target audience e come si fa si fa facendo un nei dati digitali.

In questo vi invito a seguire il webinar analisi di mercato con i micro dati di massimo giacchino sempre sull'arno.

E poi un altro metodo è anche quello di fare networking, quindi di persona, conoscersi, fare le domande giuste, cercare di scendere più nel profondo di del perché quella persona ha quell'idea quella prospettiva per acquisire anche noi nuove prospettive rispetto a quello che è il nostro scopo.

Non è detto che il nostro scopo, una volta averlo trovato, non possa essere modellato attraverso Mhm nuove idee, nuove prospettive che ci possono arrivare dal mondo intorno a noi.

Ma lo scopo anche di capire qual è il nostro target audience è quello di ottenere generare degli insight.

Ecco, gli insite cosa sono sono le ossa delle strategie di branding? Perché generare insite ricercarli attivamente vuol dire capire profondamente i comportamenti dei consumatori.

Entrare in un modo, nel loro modo di pensare che è unico, è ragionevole anche pertinente, ma soprattutto è azionabile, nel senso che possiamo metterlo in azione per creare quella connessione e rendere attraente il nostro marchio.

Anche se le ricerche di mercato in generale l'inse generation ci può fornire alcuni strumenti molto più statistici, più legati appunto ai numeri.

Ecco la parte di insite invece di studio del target audience ci avvicina al lato più umano, se vogliamo, ed è per questo che qui entrano in campo altre domande.

Come vedete la strategia di branding? Fare branding vuol dire farsi domande, farsi domande ancora prima di agire, perché niente deve essere lasciato al caso, ma allo stesso tempo si deve riuscire a trovare quella quell'equilibrio perfetto tra la strategia, quindi la pianificazione, lo studio attento, la l'avere tra le mani dei dati, avere un'opinione informata rispetto a quello che vogliamo fare e la creatività.

Quindi metodi nuovi, approcci innovativi, approcci che siano, um anche circoscritti attraverso degli insite a delle dei, degli specifici comportamenti del nostro target audience.

Per farlo bisogna farsi le giuste domande, ovvero cosa pensano i miei clienti? Qual è il loro bisogno principale, quando e come utilizzano o hanno intenzione di utilizzare il nostro prodotto? Quanto sono disposti a pagare? Hanno delle esigenze ancora non soddisfatte? Ecco tutte queste domande e non sono tutte, ma vanno poi declinate in base al nostro caso specifico, ci permettono di scendere un po' più nel profondo come una scaletta che ci porta dentro al pozzo.

Un esempio di applicazione del giusto insite in una campagna integrata con lo scopo di fare branding è questa di Inge.

Come possiamo vedere in questa slide Henge è un'applicazione molto famosa negli Stati Uniti, ma anche adesso anche in Europa, che si propone come obiettivo quello di fare incontrare le persone.

Quindi una sorta di Tinder, se vogliamo.

Ma la particolarità del loro della loro comunicazione è stata quella di scendere nello specifico del bisogno del cliente.

Infatti questa campagna integrata racconta di come Inge è l'applicazione progettata, pensata, disegnata per essere eliminata dal tuo cellulare.

Perché? Perché il bisogno primario di chi si approccia a henge è quello di appunto trovare l'anima gemella e eliminare questa applicazione che diventa inutilizzata diventa inutile a un certo punto.

E qui, come vediamo in questa slide, troviamo anche la citazione di Nathan Roth L'ex C M.

Di Inge che specifica proprio come il focus sia stato quello di voler aiutare, raggiungere quel bisogno specifico, quella necessità del cliente, raccontandolo in un ma in una maniera creativa.

E questo è un esempio perfetto di come strategia e creatività si siano unite e abbiano fatto il giro del mondo perché questa campagna e a tutti gli effetti è stata lanciata in Usa, ma è girata praticamente in tutto il mondo.

Perché quindi ci serve così tanto? Lo abbiamo già un po' definito, ma questo studio del target audience questo in generation perché ci serve così tanto? Perché in primis ci serve a cucire il giusto messaggio.

Lo abbiamo visto con la campagna di Inge generare anche la giusta immagine del nostro marchio del nostro brand e insieme il giusto messaggio e la giusta immagine ci permettono di comunicare, di fare branding e capire anche quali possono essere i canali migliori attraverso i social.

La newsletter far farlo.

Un field, quindi con esposizioni pop-up e questo ci permette di costruire una brand loyalty, quindi una lealtà di brand, una una comunicazione che sia quanto più coerente tra tutti i canali, ma anche legata specifica rispetto a quello che è il nostro, il nostro pubblico, il nostro scopo e generare quelli che sono crista, quindi creare una storia di brand sempre più importante