Dopo aver concluso una o più sessioni di co design per la definizione, mappatura e raccolta dei requisiti, ti troverai con tantissimi contenuti, tantissimi materiali e soprattutto potresti avere alcuni o molti dubbi sul fatto che poi, in effetti, ci sia davvero tutto.

Uno dei rischi maggiori nel corso della definizione dei requisiti è proprio quello di perdersi dei pezzi importanti, che poi in effetti sono spesso subordinati a corner, ovvero tutti quei casi specifici e molto difficili da prevedere per la maggior parte delle occasioni, che poi in realtà possono riflettersi in modo negativo anche su piccoli o grandi pezzi di progetto, soprattutto nelle fasi più avanzate.

E non è così poco comune che uno o più corner case che magari a primo sguardo sembrano essere di poco conto, poi finiscano per aprire degli scenari in cui è addirittura necessario arrivare a cambiare la tecnologia del progetto o comunque andare a modificare o a rimettere in discussione quelle che sono scelte di di bassissimo livello, quindi proprio delle fondamenta del progetto.

Non solo, ma in realtà in ballo ci sono anche tantissimi che concorrono a farci vedere solo in parte le cose in modo oggettivo e questo sicuramente è un possibile rischio di progetto che in effetti c'è in qualsiasi occasione a prescindere.

E facciamo la raccolta dei requisiti con poche o tante persone.

Siamo tutte persone, siamo tutti umani e quindi i nostri in qualche modo ci um ci cambiano, fanno cambiare direzione e non ci fanno vedere le cose in modo veramente oggettivo.

La certezza quindi, che tu abbia considerato tutti i vari casi, in realtà non c'è e non ci sarà mai però c'è un passaggio importante che puoi fare dopo aver mappato i requisiti e o farlo anche durante per ridurre questo rischio, ovvero quello di validare.

Validare i requisiti è importante esattamente come validare altri elementi di progetto si validano le personas si valida la proposta di valore si valida la comunicazione si valida l'usabilità ad esempio di una landing page o di un sito web.

E però in effetti, se su queste cose è, diciamo abbastanza comune um andare ad attivarsi con dei processi di validazione, la domanda che ci si fa è ma come si possono validare i requisiti? La risposta in realtà è molto semplice, perché la la soluzione è quella di continuare a farsi e a fare ulteriori domande e quindi a farsi tutti quegli scrupoli necessari e utili ad approfondire tutti quei case.

E come se stessimo stressando al massimo il nostro prodotto digitale.

E quindi poi anche l'output di questo lavoro di raccolta dei requisiti e al fine di trovare tutti quegli angoli ciechi e cose strane, angoli bui, in qualche modo quelle zone grigie e per andare poi a decidere come intervenire con delle potenziali soluzioni, prendendo tutte quelle che sono le le scelte che in qualche modo è necessario prendere.

La difficoltà più grande, però, è che dopo aver mappato tutti i requisiti di un progetto e dopo quindi essersi fatti già tutte le domande che ci sono venute in mente e tutti i dialoghi, le divergenze, le convergenze, è veramente complesso farsi venire altre idee nuove e altri spunti differenti per poi approfondire il dialogo e continuare a fare questo lavoro di dettaglio e quindi approfondire il lavoro.

Una tecnica, però, è quella del gioco dei sei cappelli per pensare, definita da Edward De Bono uno psicologo, scrittore di Malta Maltese, esperto e famoso per aver trattato temi che riguardano il pensiero creativo e in generale i meccanismi della mente.

Questa tecnica dei sei cappelli per pensare è in realtà una metodologia che aiuta a migliorare la capacità di pensare in modo critico, ma in modo semplice e strutturato.

Um, indossare uno di questi sei cappelli immaginari che fra poco vediamo significa dirigere in modo intenzionale, um, il proprio pensiero su un singolo aspetto di un problema, interpretando in realtà un ruolo ben specifico.

Questo sistema permette di prendere quindi una decisione o di analizzare problema, imparando a pensare con una mente aperta senza rimanere proprio fissi sulla propria posizione, aiutando una persona che indossa un determinato cappello a liberarsi da quelli che sono poi i propri schemi mentali e imparare a ragionare considerando delle diverse posizioni o nuovi punti di vista.

E ad esempio, permette a una persona ottimista di esprimere i pensieri negativi, oppure a una persona molto razionale di cercare di stimolare e di avere dei pensieri creativi come funziona e quindi vediamo insieme quali sono i suoi cappelli e le personalità che in realtà possono essere utili a validare quelli che sono i requisiti di un progetto digitale.

Il primo cappello è il cappello bianco, ovvero l'approccio neutro e imparziale.

Chi indossa questo cappello ha il compito di parlare di fatti e dati senza niente di soggettivo.

Ad esempio ricordare al gruppo quelli che sono gli obiettivi, il target e in realtà i numeri di progetto che ci si aspetta dal punto di vista proprio, anche di risultato.

E il secondo cappello è quello rosso, ovvero l'approccio emotivo e intuitivo.

Chi indossa questo cappello, ovviamente sempre e virtualmente parlando, può esprimersi liberamente di pancia, senza giustificazioni, ad esempio esprimere i propri timori e dubbi rispetto a una scelta oppure la propria soddisfazione rispetto a qualcosa che riguarda il progetto.

Un qualcosa di che qualcuno ha detto e che magari ha il piacere e la soddisfazione di di congratularsi in qualche modo.

Il terzo cappello in realtà, è quello giallo, ovvero l'approccio ottimista Chi indossa questo cappello ha lo scopo di far emergere i vantaggi e degli elementi positivi, però sempre associati alla logica e alla ragione.

Quindi, diversamente dal cappello rosso che è di pancia, in questo caso la parte ottimista deve essere sempre associata a qualcosa di pratico e quindi giustificato.

Ad esempio proporre un percorso, per esempio di per aumentare i guadagni, oppure l'uso di un servizio terzo per ridurre i costi, quindi un qualcosa di propositivo, però sempre associato a un motivo o un qualcosa di logico.

Il quarto cappello è quello nero, invece l'approccio pessimista Chi indossa questo cappello ha l'obiettivo di far emergere appunto il lato critico, sempre associato alla logica.

Ad esempio dire che visto tutte queste funzioni che abbiamo messo sul piatto, ad esempio i costi di progetto potrebbero diventare insostenibili.

E per questo, o magari per un altro motivo, c'è bisogno di prendere una decisione, ovvero di accorciare e di ridurre la quantità di funzionalità.

Il quinto cappello è quello verde, ovvero l'approccio, eh, diciamo creativo.

Quindi chi indossa questo cappello ha lo scopo di uscire dagli schemi anche senza censura.

Quindi per buttare sul tavolo tutte quelle idee che vengono in mente, ad esempio, e in più un'idea folle potrebbe essere quella di pagare i propri utenti per fargli usare il prodotto.

E questa potrebbe essere, diciamo, una delle delle idee o comunque dei dialoghi che chi indossa il cappello verde potrebbe fare iniziare.

E il cappello blu, ovvero l'ultimo, è l'approccio strutturato.

Chi indossa questo cappello deve tenere gli altri con i piedi per terra, quindi mantenere in qualche modo la barra della rotta e il controllo sul progetto, ad esempio bloccare dialoghi che vanno fuori focus, oppure chiedersi a un certo punto chi farà cosa, quando e come e come funzionerà la pianificazione e quindi cercare di mantenere quell'approccio molto razionale che serve a tenere insomma il progetto all'interno dei suoi confini.

E inoltre, ovviamente questi sei cappelli nel corso del lavoro e della conversazione, quindi dell'attività di validazione che si può fare nei confronti di un progetto o dei requisiti di un progetto, possono cambiare persona.

Quindi questo approccio non permette solo di dare spazio tramite tra virgolette un ruolo a chi naturalmente non avrebbe quell'approccio anche proprio di persona, ma anche di cambiare in modo dinamico quelli che sono i punti di vista per ottenere il massimo da un momento di confronto e quindi poi alla fine raccogliere, mappare e definire, soprattutto validare molto meglio i requisiti di un prodotto digitale.

Ricapitolando, dopo aver concluso la fase di mappatura dei requisiti, è bene validare perché questo ci permette di assicurarci di non aver tralasciato nulla e soprattutto le cose importanti che in effetti poi può avere un effetto negativo o in generale limitante, un fattore di rischio per il progetto e ma anche magari qualcosa di positivo o di interessante che ci stiamo perdendo.

Quindi la validazione non serve soltanto a risolvere i punti negativi, ma anche a essere sicuri di cogliere quelli positivi.

Per poter validare i requisiti è necessario in generale avere un approccio molto critico e analizzare tutti quelli che sono i casi possibili.

Ed uno dei metodi che si possono applicare per poter fare questa cosa è quello di applicare il metodo del gioco dei sei cappelli per pensare, ovvero a turni a turni alterni, quindi a rotazione.

Ogni persona ha un ruolo ben specifico rappresentato dal suo cappello del colore che gli viene assegnato.

Questo permette di approcciarsi nei confronti del progetto e quindi anche di fare domande, considerazioni, appunti e proposte che siano in linea con il proprio cappello e quindi permettendo al dialogo di in qualche modo di riaprirsi, di cambiare posizione e di portare il team a validare e a completare i requisiti in modo veramente efficace.