Analizziamo adesso Facebook c'è Chi dice che Facebook è morto in realtà non è morto, va sempre considerato qual è il proprio target di riferimento, quindi principalmente una una generazione più boomer in su.

E soprattutto se il brand è presente su questo canale da più tempo, cioè se voi state per lanciare un brand in questo momento potenzialmente Facebook potrebbe non essere la piattaforma giusta per voi, ma perché è molto più difficile farsi scoprire.

Però se comunque sta eravate già presenti qui, oppure magari state portando avanti una campagna di performance marketing Facebook, essere comunque presenti in un'ottica di strategia contenutistica non orientata alle performance, ma semplicemente di posizionamento e di immagine, cioè io ci sono, quindi comunque puoi vedere quello che faccio può essere utile.

Analizziamo ad esempio la strategia di Max Mariola, che è presente anche su questa piattaforma e che a livello di numeri va molto molto bene e che ovviamente non è una piattaforma che non va proprio considerata.

Però quello che bisogna fare a livello di analisi sempre della piattaforma è innanzitutto l'ottimizzazione dei vari canali.

Mi raccomando, da quando hanno aggiornato Facebook, bisogna sempre considerare l'ottimizzazione della copertina sia la fruizione mobile ma anche la fruizione desktop, quindi creare comunque un tipo di formato che vada bene sia per la fruizione lato desktop che la per la fruizione.

Lauto mobile in questo caso, ad esempio, immagino sia stato strutturato per la fruizione mobile a un milione virgola tre follower.

Quindi è importante capire che a livello di ovviamente profilo va molto molto bene.

Infatti a livello proprio di insite analisi Facebook è una piattaforma che, soprattutto se voi fate tanti video, è utile perché Facebook vi rimanda cioè quando pubblicate i video, questi possono essere scoperti nella sezione ad hoc realizzata da Facebook.

Un po', come nella sezione Dell' esplora che i boomer utilizzano tantissimo, cioè si mette proprio su Facebook a scrollare i video a vederli e che magari se voi appunto siete un personal brand, ma anche un brand che investe molto sulla produzione di video, stare su questa piattaforma può essere davvero utile.

E infatti vedete che in termini di insight, anche se magari non raggiungerà mai numero che raggiunge su Instagram o su TikTok, max va molto bene.

Trecentoventidue trecentoventidue commenti quattrocentonovantatre condivisioni quattromilanove like, quindi è un profilo molto, molto seguito che già dei contenuti condivide quindi quali sono i i i contenuti che condivide contenuti in sti tra i barra tiktok di Instagram e TikTok.

Quindi la la stessa declinazione non è che crea dei contenuti ad hoc solo per Facebook.

E poi la ricondivise dei video che condivide su YouTube, quindi Longford, quindi sostanzialmente Facebook è la piattaforma di rimando tra i contenuti shorts di Instagram e TikTok i contenuti in formato di YouTube.

Quindi potenzialmente questa piattaforma può essere la piattaforma diciamo di canalizzazione nei confronti di Instagram e TikTok, ma soprattutto di YouTube.

Cioè non è una piattaforma che a me serve per crescere, per acquisire nuovi clienti, ma serve per comunque dire.

Io comunque ci sono, sono anche qui e anche qui tu puoi vedere tutte le mie ricette banalmente qui a livello strategico.

Poi io non non non farei mai uno stravolgimento a livello di organizzazione di piano editoriale, ma in un'ottica di ottimizzazione contenutistica.

Sì, perché magari dai commenti qui possono uscire degli insite utili.

Qui vediamo che in ottica di sentiment rispetto a un Instagram c'è molto più astio tra virgolette nei confronti dell'utilizzo dell'inglese o del dell'apertura del nuovo ristorante, che però ovviamente è un sentiment che va tenuto sott'occhio quindi in ottica di analisi dello status quo.

Quali sono le possibili minacce di una di un di una gestione crisi per quanto riguarda appunto il l'apertura di un nuovo ristorante, il prezzo della carbonara e del dell'utilizzo della parola inglese che magari in ottica appunto di ottimizzazione contenutistica, quando si creano dei contenuti in inglese, magari su Facebook uno li condivide, potrebbe essere un insito utile e magari di condividere solamente i contenuti in italiano, oppure, magari su Facebook vediamo che lui condivide solamente i contenuti realizzati da lui.

Chissà quanti o food blogger o influencer vanno nel suo ristorante e condividono i contenuti.

Banalmente, Facebook potrebbe essere una una piattaforma dove lui può ricondividere questi contenuti tanto non vanno a rovinare il suo feed su come potrebbe succedere su Instagram.

È semplicemente una piattaforma di canalizzazione dei contenuti.

Banalmente tutti quei contenuti dedicati, più identitari, quindi di racconto di quello che fa degli eventi a cui partecipa.

Si fa questo profilo qui noi abbiamo contenuti praticamente informativi di infotainment, cioè video, ricette, video, ricette in formato shorts e long, in questo caso in ottica di analisi dello Stato coccolo che manca.

Sono contenuti identitari, quindi chi è Max.

Che cosa fa al di fuori delle video ricette? Partecipa agli eventi, viene invitato a De Gala, va da un amico suo, fa un viaggio Facebook potrebbe essere questo genere di piattaforma dove lui si racconta un po' di più.

Come succede poi alla fine all'interno delle storie di Instagram e in ottica appunto di analisi del sentiment.

Tutti quei contenuti in inglese, magari su Facebook potremmo non metterli proprio per evitare un un uno stravolgimento da parte del dell'apprezzamento dei follower nei confronti di questo personal brand.

Anche voi potete fare così nell'analisi di Facebook dei vostri canali.

Capite la percentuale contenutistica per ciascun tipo di contenuto.

Capite cosa manca a livello di macro topic e cercate di sfruttare la piattaforma in quest'ottica.