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In che modo possiamo effettuare una vera e propria analisi mediatica? Allora innanzitutto dobbiamo capire che dobbiamo cercare di prendere in considerazione, ad esempio, gli ultimi dodici mesi di tempo.
Questo perché? Perché i media cambiano costantemente.
Quindi andare oltre l'anno diventerebbe un po' più complicato da gestire nel momento in cui dovessimo accorgerci magari di cambi a livello di redazioni e così via.
Quindi prendiamo come riferimento temporale dodici mesi di tempo.
Questo ci dà una giusta panoramica dello scenario mediatico in cui ci possiamo muovere.
E vediamo anche quali sono le domande che dobbiamo farci per riuscire a effettuare un'analisi mediatica che abbia un senso e che ci porti poi ad avere una sorta di mappa.
Mappa che poi rappresenta un'indicazione precisa e preziosa per capire come muoverci quando muoverci, alla luce anche di quello che è stato fatto dai nostri competitor.
Chiediamoci sempre in primo luogo nel momento in cui andiamo ad analizzare il mercato mediatico e qui vi consiglio banalmente di aprire Google e iniziare a digitare delle parole chiave, mettendo a punto come punto di riferimento, come riferimento temporale dodici mesi.
Parole chiave riferite al nostro settore, perché magari possiamo fare un'analisi anche dei competitor però a volte non è detto che i nostri competi abbiano davvero fatto un'attività di pr e media relations.
Quindi se non troviamo degli articoli riferiti ai nostri competitor possiamo allargare un pochino più il raggio e quindi mettere delle parole chiave, come ad esempio intervista, imprenditore, imprenditrice, più appunto il settore di riferimento.
Questo ci aiuta a raccogliere innanzitutto quali sono gli articoli, gli approfondimenti, le interviste di diversa tipologia che sono uscite negli ultimi dodici mesi in relazione a qualcosa di molto vicino al nostro perimetro di riferimento.
E quindi in questo caso che cosa accade? Accade che noi riusciamo ad avere una serie di link con dei nomi di giornalisti che poi potrebbero poi sarà ovviamente da analizzare ancora più nel dettaglio.
Però questi giornalisti sappiamo che potrebbero entrare nel nostro raggio d'azione.
Un altro degli aspetti fondamentali è quello di capire qual è il taglio di questi articoli.
Perché nel momento in cui noi ad esempio, andiamo ad aprire i primi dieci articoli riguardo un determinato settore riguardo un determinato competitor e ci accorgiamo che sono prevalentemente delle comunicazioni di carattere corporate, ad esempio in questo caso, che cosa potremmo capire? Capire che probabilmente c'è parecchio interesse da parte della stampa.
Poi bisognerà capire anche che tipo di che tipo di stampa si tratta.
Però pot- probabilmente vorrà dire che c'è parecchio interesse per un certo tipo di notizie e quindi di conseguenza, nella nostra strategia futura potrebbe essere utile prevedere delle notizie simili da lanciare ovviamente sulla base di quella che è stata la nostra analisi mediatica l'altro aspetto fondamentale è la frequenza di pubblicazioni.
Ci sono ad esempio dei competitor che fanno magari un'attività di P R molto strutturata e quindi anche ogni due tre giorni capitano delle notizie riguardanti la loro realtà.
Noi dobbiamo andare però a quel punto a cercare di capire anche di che tipologia di notizie si tratta, cioè sempre notizie riguardanti magari un prodotto, un servizio o notizie riguardanti la parte corporate.
Oppure si tratta magari più di qualcosa legato a una sfera, un po' più informativa, quindi può essere un commento un'analisi di dati un'analisi di scenario, anche basata magari su dei report esterni.
Quindi impariamo ad avere un approccio molto, molto critico rispetto a questa fase, perché senza avere un approccio critico rischiamo solamente di avere un'idea di quelle che sono delle testate giornalistiche in target dei nomi di giornalisti potenzialmente in target e poi di andare a strutturare la nostra futura strategia sulla base di queste informazioni che però dicono ma non dicono abbastanza per riuscire ad avere qualcosa di veramente strutturato e veramente governato da noi.
Quindi cerchiamo per quanto più possibile, di andare a governare, quanto meno quella che è la parte di cui possiamo effettivamente avere presa.
No, perché il gioco delle pubbliche relazioni è basato molto anche su quello che accade.
Dall'altra parte quindi su quello che accade effettivamente dietro la sfera giornalistica, perché noi non possiamo decidere di creare qualcosa che quel contenuto che abbiamo creato venga poi pubblicato.
Così com'è è sempre una strada a doppio senso, quindi cerchiamo di governare il più possibile quella parte che è in nostro possesso e l'analisi è una delle parti fondamentali che ci permette poi di costruire una strategia il più efficace possibile, il più mirata possibile e che non ci permette e che ci permette di non perdere tempo e risorse l'altra.
Cosa è quella di capire se sono appunto articoli organici o articoli più redazionali.
Questo abbiamo detto è un aspetto essenziale, perché altrimenti potrebbe essere inquinata anche la nostra strategia contenutistica e potremmo ritrovarci a scrivere una serie di contenuti molto più promozionali, molto più di sfera commerciale, pensando che prima o poi verranno pubblicati.
Non sarà mai così e questo non è perché le pier non funzionano, ma è perché avremo sbagliato la strategia a monte.
Quindi è importante fare un'analisi, che poi ci consente di avere una scissione molto molto forte da queste due parti.
L'altro aspetto è andiamo a individuare subito quali sono i nomi dei giornalisti o delle giornaliste che parlano di determinati competitor che parlano del e così via.
Un altro aspetto che vi consiglio di tenere in considerazione è quello di valutare anche tutti quegli articoli che non parlano in modo singolare di un'azienda di un personal brand, di un progetto o di un evento, ma anche quegli articoli molto più di ampio respiro, molto più di scenario che magari contengono al loro interno anche diversi nomi di competitor.
Questo per alcuni clienti e a noi è capitato in agenzia potrebbe essere un problema per alcune aziende, perché la domanda è okay, ma che beneficio ne traggo nel momento in cui il nome della mia azienda viene inserito all'interno di un articolo che contiene anche i nomi di altri miei competitor.
Io vorrei essere l'unico e il solo questo come detto, le media relations.
Le P R non sono un gioco dove l'azienda ha il totale controllo della situazione, ma dobbiamo sempre fare riferimento a quello che il media effettivamente propone in termini di linea editoriale e quindi ci sono dei media che amano costruire.
Credo sia anche molto positivo per il mercato e per la creazione sempre di un salotto molto utile dove ci sono più punti di vista ci sono dei media che amano costruire degli articoli di scenario dove l'azienda diventa uno dei tanti tasselli e quindi è importante in questo caso cercare di capire e avere coscienza del fatto che è comunque un posizionamento mediatico autorevole, anche se è vicino ad altri.
Quindi anche queste tipologie di articoli andiamoli a inserire nell'analisi mediatica perché hanno comunque il loro senso all'interno di una strategia, anche se magari non strizzano l'occhio solo alla parte imprenditoriale che vuole più un qualcosa concentrato solamente sul proprio essere
Piccolo preambolo
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