Il vero tema delle pubbliche relazioni e la differenza risiede anche però nel come agire nel momento in cui non ci sono notizie.

Quindi immaginiamo una anche in questo caso una startup.

Faccio l'esempio della startup perché potrebbe essere uno dei casi più complessi, quindi, in cui il giornalista magari non ne ha mai sentito parlare, in cui c'è tanta saturazione dal punto di vista mediatico.

Quindi è un caso abbastanza complesso.

Quindi partiamo sempre dalla dalla complessità.

Quando non ci sono notizie, quindi quando un brand ha scomposto in angoli il proprio progetto e si ritrova nella condizione di dire Io però non ho delle notizie vere e proprie da dare in questo momento.

Che cosa accade? Si può comunque ottenere una copertura costante anche in questa condizione? La risposta è assolutamente sì, a patto però che siamo in grado di distanziarci da una logica autoreferenziale e troppo ego riferita.

Questo perché se noi, ad esempio, siamo abituati a raccontare il nostro prodotto, il nostro servizio, quello che accade in azienda, la crescita economica, il round di finanziamento, gli eventi, i premi, le nuove nomine e così via, avere questa linea è vero che è tendenzialmente diversificata.

Però ci stiamo rivolgendo sempre ai giornali in un modo, ai giornali o ai media in generale, in un modo molto, molto autoreferenziale, cioè stiamo raccontando di noi, della nostra realtà, del nostro prodotto, del nostro servizio.

Se però abbiamo intenzione di avere una strategia di P R sul lungo termine, quello che dobbiamo fare è anche sviluppare una linea a sé stante, parallela di comunicazione non autoreferenziale.

Vi faccio un esempio siamo una anche in questo caso un'azienda che si occupa che lavora nel settore immobiliare e ci stiamo attrezzando anche con degli strumenti tecnologici avanzati.

Potremmo magari dire la nostra, perché magari il nostro amministratore delegato è particolarmente incline a un certo tipo di argomenti.

Potremmo raccontare, secondo noi quali sono i tre scenari futuri rispetto al nostro mercato di riferimento, visti con gli occhi del nostro amministratore delegato.

Ecco, questa è una tipologia di articolo che si parla di una persona chiave in azienda, che si parla della nostra impresa, ma parla soprattutto di alcune informazioni di un punto di vista esclusivo che noi possiamo dare al giornalista e quindi non è il classico comunicato in cui noi ci stiamo andando a fare belli.

Passatemi il termine o comunque stiamo raccontando qualcosa che ci riguarda in modo specifico, ma noi ci stiamo facendo un passo indietro come azienda e stiamo diventando chiamiamola dei fornitori di informazioni.

Quindi stiamo aiutando il giornalista.

Gli stiamo dando delle informazioni perché ovviamente, per quanto un giornalista possa essere esperto riguardo alcune tematiche, ma non avrà mai la profondità di qualcuno che lavora all'interno del settore tutti i giorni, che magari ha visto e vede quotidianamente ricerche di mercato, si informa e così via.

E poi tocca con mano quello che è l'andamento davvero del del mercato.

Questa è un questo è un punto di vista veramente autorevole e quindi darlo al giornalista ci consente di distanziarci da una logica e gori riferita per dire al giornalista e guarda, voglio collaborare con te.

Ti do delle informazioni che potrebbero esserti utili per i tuoi prossimi articoli senza parlarmi addosso.

Questa è una parte.

Un altro esempio potrebbe essere quello di creare un articolo a firma.

Quindi ci sono delle testate e questo facendo un'analisi mediatica accurata.

Lo si vede che hanno proprio delle linee dedicate, delle rubriche anche dedicate a degli articoli a firma anche a livello di imprenditori, manager e così via.

Ecco in questo caso anche lì è vero che c'è la firma dell'imprenditore dell'imprenditrice o del manager, ma non solo c'è anche un'informazione che quella persona sta dando e quindi è tutto molto più in un'ottica divulgativa educativa.

Non ci stiamo parlando addosso questo il giornalista lo apprezza molto anche in un formato più di collaborazione.

Perché non dimentichiamoci che quando parliamo di pubbliche relazioni parliamo di relazioni e quindi il giornalista o la giornalista dall'altra parte se passa il tempo a ricevere da parte vostra delle comunicazioni esclusivamente autoreferenziali.

Da una parte potrebbe chiedersi okay interessanti, ma puoi darmi anche qualcosa che mi aiuti a sviluppare meglio, a sviscerare meglio alcuni argomenti.

Quindi mi fornisci qualcosa che potrebbe davvero essere molto più in linea che con quello che il mio lettore, la mia lettrice, vuole davvero leggere e quindi in questo caso per rispondere a questa esigenza, per rispondere a questa, a questo bisogno, a questa necessità di collaborazione che c'è anche da parte del giornalista, dobbiamo cercare sempre di più di posizionarci in questa sfera, quindi in una logica collaborativa non ti racconto solo di me, ma ti racconto quello che io sto vedendo da una posizione privilegiata rispetto a quelli che sono i cambiamenti all'interno del mercato.

Quindi ti do un punto di vista ulteriore te lo fornisco poi tu, giornalista, puoi farne quello che vuoi, nel senso che potrai utilizzare, utilizzarlo all'interno di un articolo di scenario, quindi di più ampio respiro, oppure dall'altra parte.

Magari potrai anche propormi un articolo a firma in cui posso andare a approfondire quello che ti ho già raccontato.

Però la logica collaborativa è una delle più importanti, anche perché in questo caso non dimentichiamoci che il giornalista poi potrebbe proprio vederci come punto di riferimento esperto di quel settore.

E questo ovviamente va va a beneficio sia del personal brand, ma anche dell'azienda stessa.