Da cosa nasce il coaching? Il coaching nasce da Timothy Galway ne negli anni settanta, tennista che poi diventa maestro di tennis.

Ha una rive- rivelazione.

Quello che dice è che in ogni partita in realtà ci sono due match quello che giochi contro l'avversario e quello invece che giochi contro l'avversario interno che risiede dentro di te e spesso l'avversario interno è più forte, è il primo avversario che dovresti battere.

Okay? Non risiede dall'altra parte della rete, il principale nemico, ma è dentro di te, questo lo sappiamo bene.

Funziona molto nel tennis, funziona anche in uno sport che conosco, un po' meglio il ping pong, ma funziona in molti sport, funziona anche fuori dallo sport.

Lui com'è che ci arrivò Timo di Galloway.

A questo a questa riflessione semplicemente osservò durante gli allenamenti le persone che facevano praticavano tennis e vide che spesso compivano degli e degli errori.

E allora iniziò a impartire um come dire delle indicazioni che sotto un certo punto di vista erano insensate.

Diceva concentrati adesso sulla cucitura della palla.

Oppure adesso concentrati su la forza che hai nell'impugnatura della racchetta con la tua mano, okay, cosa che tutto sommato una persona che gioca a tennis, che magari si aspetta dal proprio allenatore tutt'altro tipo di indicazioni sembrerebbe fuorviante e notava che le persone che seguivano queste indicazioni, quindi si concentravano su dei dettagli completamente ininfluenti.

Apparentemente sul gioco avevano delle performance di livello superiore.

Quella concentrazione consentiva loro di azzittire la loro voce interiore.

Perché poi di fatto la formula che descrisse Galloway che è molto semplice è performance uguale potenziale, meno interferenze, performance.

I risultati che puoi raggiungere sono uguali al potenziale, alle risorse che hai, a quello che tu potresti mettere a terra.

Ma non è detto che questo accada meno le interferenze, ovvero meno tutto quello che detrae la tua mente attraverso le tue, il tuo dialogo interno no, le voci che e la tua mente ti propone che spesso sono fatte di insicurezza, sono fatte di convinzioni limitanti.

Sono fatte di emozioni poi che possono anche frenarti.

Sono fatte di credenze.

Okay.

E guardate bene che nel coaching questo ad esempio, emerge molto spesso molto spesso davanti a una persona che vuole realizzare qualcosa di in termini di crescita professionale e io la vedo agire in azione.

Capiamo bene la performance dove vuole arrivare anche le risorse, ma a un certo punto ci dobbiamo fermare per ragionare su quelle che sono le interferenze.

Se ci sono dei pensieri limitanti.

Ecco, è difficile andare oltre.

Per esempio, se ci sono pensieri all'opera del tipo ora che sono madre, alcune cose mi sono precluse, no, ora che sono padre, alcune cose non le posso realizzare perché ho meno tempo no? O ora che ora che sono sotto quel manager, quel tipo di responsabile completamente diverso da me, okay la mia carriera si va a farsi benedire.

Oppure voglio diventare esperto in digital marketing, ma non ho fatto studi di matematica.

Questo mi penalizzerà per sempre questa convinzione tra parentesi l'ho gestita ed emersa due tre settimane fa.

Comunque sì, ecco, se non la si gestisce questo tema di interferenze è difficile andare oltre.

Per cui adesso, in un piccolo esercizio che faremo, proveremo a ragionare insieme in termini di interferenze che tu puoi portarti dentro, ma che possono essere maneggiate fino a un certo punto.

Ora, in questo esercizio potrai sperimentare il tuo gioco interiore.

Pensa innanzitutto a un obiettivo importante per te che un tuo obiettivo professionale, se proprio vuoi, puoi anche andare nella sfera personale, ma nella fattispecie in questo esercizio ti consiglio se riesci a identificare qualcosa nell'ambito lavorativo, meglio se vuoi, ti può aiutare.

Puoi mettere in pausa il video in modo da prenderti un po' di tempo per ragionare, iscriverti, metterti nero su bianco l'obiettivo al quale hai pensato qualcosa di importante che puoi realizzare, diciamo da qui a tre sei mesi.

Adesso ragiona in termini di potenziale e di risorse per raggiungere quella performance in termini di potenziale.

Oggi cosa ti porti dentro, cosa che ti può aiutare? Quali sono i tuoi talenti? Quali sono le persone del tuo networking, che ti possono dare un supporto? E ora ragiona in termini di interferenze? Se pensi a quell'obiettivo nei tempi che tu ti sei dato, no.

Quali sono le interferenze che emergono? Cosa ti dicono i pensieri cos'è che in termini di convinzione ti può limitare? La voce ti dice qualcosa in termini di non ce la fai? Perché mhm, se provi a snocciolare questi pensieri e provi a scrivergli nero su bianco sulle tue note cos'è che verrebbe fuori, ci sono delle credenze che ti potrebbero limitare delle paure.

Prova ad annotate esempio se penso a me quando ho avviato la mia realtà che si occupa appunto di coach e di informazioni sulle skills.

Ho dovuto fare i conti con un pensiero limitante che aveva a che fare con la sicurezza.

Per me la sicurezza è stata sempre importante, perché comunque mio padre faceva un mestiere pubblico, mestiere abbastanza tutelato.

Mia madre casalinga e mi ricordo una parola che diceva spesso che poi mi è mi è rimasta, ovvero una delle cose più brutte che ti può capitare in vita è diventare un nullatenente.

Usava questo termine che adesso mi rendo conto che è veramente però è permeato no nullatenente, un incubo? No, non c'hai nulla.

A volte mi fa pensare a l'essere proletario e quindi per tanti anni nella mia vita professionale.

Ecco, il bisogno di sicurezza è emerso in risposta a quel biso-, a quella convinzione a quella voce non devi diventare mai per nessun motivo nulla, tenente.

Ed è qualcosa che devi scongiurare.

Okay, a un certo punto ci ho dovuto fare i conti, perché chiaramente se nel mio caso sono anche uscito fuori da Un'azienda Vip trenta da un'azienda strutturata dove avevo un ruolo importante per fare un qualcosa dove non sapevo se avrebbe portato risultati o meno, reddito o meno.

Mia figlia All'epoca aveva un anno.

Okay? Quella convenzione limitante l'ho dovuta gestire l'ho dovuta innanzitutto capire, per cui fatto questo esempio che è valso per me quello che ti chiedo è prova a ragionare sulle tue convinzioni, sulle tue interferenze, su quello che ti dice la tua voce interiore.

Mettila nero su bianco sui tuoi appunti e poi puoi provare a fare due cose.

La prima è ringraziarla, perché se quella voce c'è, ha avuto un suo ruolo attivo per difenderti.

Per proteggerti fino oggi.

Come dire, non gli devi sputare addosso.

Passatemi il termine ringraziarla riconoscere quello che ha avuto, ma al tempo stesso dirle a quella voce che adesso per te è arrivato il tempo di salutarla in parte di liberartene per andare avanti, per diventare qualcosa di diverso.

Qualcosa di più ricco