Lezione dal corso Leadership: definire obiettivi, gestire un team e comunicare da leader
I conflitti non piacciono a nessuno, specie in questi tempi di guerra.
Però la prima cosa che voglio dirvi sul tema è che i conflitti non sono sempre negativi, soprattutto tra persone, perché i conflitti spesso sono il momento per crescere quando si va davvero in conflitto, ma in modo costruttivo.
In un certo modo ci si capisce davvero e su questo c'è tutta una letteratura che va da Steve Jobs, che come molti di voi probabilmente sanno, è una persona che amava molto i conflitti, ha Pfizer che secondo molti non sarebbe riuscita a produrre il vaccino per il covid se non avesse fatto un serio lavoro sulla gestione dei conflitti nel loro team, qualche anno proprio prima della dell'emersione del covid.
Per cui il primo tema che voglio passare a livello di mentalità è non categorizzare il conflitto come un elemento necessariamente negativo, ma talvolta provare ad abbracciarlo per vedere quello che può emergere da queste circostanze.
Quello che posso condividere dal punto di vista personale, se può interessare ad esempio è il rapporto con mia moglie, è cresciuto molto grazie alla nostra capacità di entrare in conflitto e parlarci chiaramente.
No, pensate anche alla maternità quanta rabbia inespressa può portare no che a volte ha un disallineamento tra lo sforzo fort della donna e dell'uomo, cosa che non dovrebbe accadere.
Ecco, il fatto di riuscire, ad esempio tra di noi, a parlare di Quell'esperienza e di quello che era stato un ambito di rabbia da parte sua, ci ha permesso poi di far evolvere il nostro il nostro rapporto.
Oggi credo che siamo in grado di entrare in un conflitto costruttivo e parlarci quando le cose non ci piacciono meglio di quello che riuscivamo a fare prima.
Per cui, fatta questa premessa, che è non mettete nel cestino il conflitto a priori, proviamo a capire come riuscire a diagnosticarlo e a gestirlo dentro di voi al meglio.
Nella scorsa lezione abbiamo parlato di come la comunicazione è fatta da tre livelli verbale, para verbale e non verbale, e al tempo stesso due dimensioni che sono contenuto il messaggio in sé e relazione, ovvero nel parlarci, come ci poniamo in modo reciproco quando affrontiamo il conflitto com'è che queste dimensioni tra di loro si sovrappongono.
In genere capisco di essere andato in conflitto, che è un conflitto di contenuto quando dal punto di vista verbale non siamo d'accordo perché secondo me si dovrebbe piacere in un certo modo.
Secondo me si dovrebbe piacere in un altro modo.
Capite bene che io come persona e l'altro interlocutore come persona non c'entrano nulla qui al centro c'è il modo in cui dovremo procedere.
Usiamo il linguaggio verbale per capirci meglio.
Quindi cosa che faremo? Porteremo argomentazioni contro argomentazioni.
Useremo la persuasione razionale, faremo domande, ma non c'è un tema personale.
Il conflitto di contenuto in genere si risolve provando a parlare ulteriormente fino a cercare di trovare una quadra.
Un accordo, eh? Ma non è solo quello l'unico tipo di conflitto, perché i conflitti più insidiosi invece, sono i conflitti di relazione, che in genere sono conflitti che emergono e che posso diagnosticare attraverso il canale para verbale e non verbale.
Sono conflitti durante i quali qualcosa nella relazione tra di noi non funziona.
E se continuiamo a parlare del contenuto è peggio, perché il contenuto è solo un alibi.
In realtà stiamo confliggendo usando il contenuto come pretesto, ma quello che sta succedendo è che la nostra relazione è arrivata ad un punto non morto, ma a un punto un po' difficile e quindi dobbiamo orientare la nostra comunicazione sulla relazione, smettendo di parlare di contenuto e provando a chiedere all'interlocutore.
Ad esempio cos'è che sta succedendo? C'è qualcosa di quello che ho detto che ti ho ferito.
Come ti senti all'interno di questa comunicazione? Come vorresti che ti trattassi o che mi rapportassi con te? Okay, ma in termini di diagnosi, quando c'è un tema di relazione che inizia a scricchiolare, me ne accorgo, soprattutto osservando il mio interlocutore in termini para verbali e non verbali.
Questo richiede una grande dote di osservazione.
Quando parlate, prendete l'abitudine ad osservare molto lo straordinario canale comunicativo che è il nostro volto.
In particolare cos'è che possiamo osservare.
Ecco, in termini non verbali in genere possiamo accorgerci di essere vicini a un conflitto con un interlocutore, perché osserviamo ad esempio un accavallamento, una posizione di chiusura, chiudo le gambe a cavallo o incrocio le braccia okay e faccio dei movimenti che possono essere no di fastidio, spreco il naso mi gratto la fronte o allontano determinati oggetti da me sono tutte cose che fai con chiusura o allontanamento.
In termini invece para verbali me ne posso accorgere perché la persona può alzare il tono di voce o a volte, paradossalmente, abbassarlo molto.
È molto infastidito e gioca sul tono di voce in modo consapevole o inconsapevole per cambiare gioco, per fare lui le carte.
Oppure si può schiarire la voce o può agire in termini di ritmo.
Vuole intervenire e dire la sua o ce ne accorgiamo perché si sofferma le pause su alcune parole? E di fatto, se riesco a diagnosticare questo conflitto anche attraverso la mia osservazione del canale para verbale e non verbale cos'è che in genere succede in una relazione, succedono una di queste tre cose.
Succede che c'è una dinamica di sottomissione, cioè una delle due parti sta cercando di sottomettere l'altra parte e la parte che dovrebbe essere sottomessa pensa che il primo non ne abbia diritto a fare quel movimento lì, okay? E quindi vuole in qualche modo si sente penalizzata da questo movimento, c'è una dimensione invece di accusa una delle due parti a un certo punto muove un'accusa velata e nella nostra cultura, purtroppo è molto diffusa l'attitudine a generare il senso di colpa nell'altro.
Ve ne accorgete nelle sfumature del linguaggio quando si parla no.
Ad esempio quando si dicono parole come sai, mi sento un po' deluso per e questo ci fa desumere che c'è in corso un movimento di accusa è la terza dinamica è il giudizio.
Una delle due parti esprime un giudizio che può essere o sul valore del professionista, a volte purtroppo anche sui valori della persona che ha davanti.
E ancora una volta non è che lo fa in modo palese.
In genere lo fa in modo sotteso in modo non detto.
Quando si verificano questi tre movimenti vuol dire che stiamo entrando nel campo del conflitto.
Se continuiamo a parlare di contenuto in modo schematico e non prendiamo in seria considerazione questi elementi, non ci dobbiamo stupire che dopo qualche minuto di conversazione la situazione potrebbe sfuggirci di mano.
Ora ti invito a riflettere su quello che è il tuo stile di gestione del conflitto, perché tu puoi essere una persona che ricerca il conflitto o che cerca di evitare il conflitto e il tuo interlocutore può essere un qualcuno che cerca il conflitto o cerca invece di evitarlo.
E a seconda di come vi mixate, abbiamo quattro casistiche diverse.
Se tu in genere eviti il conflitto e l'altra persona evita il conflitto, il problema è che potremmo non vedere l'elefante rosa nella stanza Okay, Il suggerimento è parlatene che siete in disaccordo.
Fatelo emergere.
Quell'elefante.
Non potete permettervi di avere troppa paura del conflitto e andare in quello che in termini psicologici si chiama King.
Pensiero di gruppo subito in convergenza.
Perché questo vuol limitare il pensiero creativo.
Siete un gruppo, ma non fate un buon uso dell'intelligenza di gruppo.
Se tu sei un imitatore, d'altra parte invece un cercatore.
Ecco, fai attenzione a non assecondare troppo l'interlocutore, perché magari puoi avere una buona idea.
Puoi avere tu l'idea migliore e per via di questo rapporto tra di voi quell'idea non emerge.
Pensate che quando faccio formazione e in genere di te building odore e dove li sottopongo a degli esercizi, per esempio, devono costruire un artefatto no? Dei pezzi in legno da costruire.
Immaginatevi una sorta di di di enigma da risolvere.
Mi capita quasi sempre che lì dentro c'è una persona che la soluzione ce l'ha, ma non riesce a esplicitarla.
Perché sono tutti così indaffarati che la persona che genera un imitatore, una persona che sta un po' sulle sue, a un certo punto viene da me e dice Luigi, sai, io ho capito come si risolverebbe.
E quello che gli dico è bravo, provo a proporlo.
Insomma, siamo qui anche per questo.
Ecco, se sei un imitatore puoi avere questo tema.
A volte potresti avere l'idea giusta, ma non essere in grado di portarla a fattor comune con il gruppo se sei un ricercatore, ma la controparte è un dittatore, c'è un problema perché potresti entrare in una dimensione dove cerchi di prevaricare l'altro.
Il suggerimento è essere consapevole e sviluppare l'arte della pazienza l'arte, dell'ascolto, l'arte del saper fare domande, tutte arti che in parte vedremo in questo corso per cui sei nel posto giusto.
Se tu, la controparte invece siete dei ricercatori di conflitto, dovete essere attenti a non scontarvi troppo e a non cercare subito una risoluzione del conflitto.
Vi ricordate quando vi ho parlato del gioco infinito e a un certo punto vi ho detto il dialogo è qualcosa che non è come una partita da chiudere subito a gioco finito, ma è qualcosa che ha a che fare col gioco infinito e per cui se entrambi siete ricercatori e lo prevedete, provate a rallentare il ritmo.
A volte prendervi una pausa, esplicitare gli interessi che possono essere divergenti tra te e il tuo interlocutore mettervi nei panni dell'altra persona.
Quindi prova a chiederti tu come ti posizioni tra ricercatore e evitato di conflitto e prova magari a identificare un interlocutore con il quale vorresti agire in modo un po' più diverso potrebbe essere il tuo responsabile.
Potrebbe essere un tuo collaboratore e prova a capire in che modo diverso potresti comportarti rispetto a quanto ci siamo detti finora.
Come potresti mettere in pratica questi concetti nella mia fattispecie? Quello che ti raccontavo un po' prima è come negli anni, anche lavorando con strutture gerarchiche molto attive, ho iniziato ad abbracciare il valore del conflitto e sono passato dall'essere un imitatore ad un ricercatore e non me ne vergogno per gestire al meglio il conflitto.
Voglio proporti un piccolo esercizio che ha a che fare con la mindfulness.
Io da diversi anni uso la mindfulness su di me e la porto anche in aula con i partecipanti dei miei corsi, perché la trovo estremamente efficace e ti racconto su questo un piccolo aneddoto ha a che fare con una situazione di conflitto rispetto alla quale purtroppo, ahimè, andavo in conflitto, che il traffico banalmente il traffico per strada.
Nel senso che siccome ho un senso di equità sviluppato dentro di me.
Quando vedo coloro che fanno un po' molto i furbi per strada, c'è qualcosa che come dire si sollevava, si smuoveva in me no, dovevo reagire.
Immaginatevi per avere un esempio concreto tutti in fila e chi fa il furbo e sorpassa in doppia fila e poi cerca di tornare nella fila principale.
Al tempo stesso quando io sto alla guida uso ascoltare degli audiolibri a amo gli audiolibri da quando sono giovanissimo ed è un aspetto che è legato alla mia crescita e mi rilassa molto il problema qual era? Il problema era che quando poi vedevo come dire un atto che io Cate categorizzato come ingiusto, prendevo la concentrazione no, talvolta clacson mettersi in mezzo alla strada per non far passare.
Insomma avevo un comportamento che da un lato non mi piaceva perché io non sono lo sceriffo della strada.
Dall'altro mi faceva perdere la concentrazione, perché dopo quegli episodi non riuscivo a tornare alla guida come prima, con la serenità tale per sentire un audio libero per cui ho usato la SS provando a capire in quelle circostanze cosa succede me dal punto di vista del corpo dove lo sento.
Era battiti accelerati era alle spalle.
La rabbia in genere la sento alle spalle.
Faccio molto sport che riguarda anche le spalle anche per questo.
E dal punto di vista dei pensieri, qual è il mio pensiero? No, adesso gli do una lezione intollerabile che nessuno gli ha mai dato una pes-, una lezione? No.
Ecco c'erano pensieri molto forti.
Me.
La Miss ha reso consapevole la risposta del mio corpo e dei miei pensieri, della mia testa, del mio dialogo interiore.
E la SS mi ha aiutato perché consapevole della mia reazione nel nel primo pezzo.
Quindi, quando iniziavo proprio ai soldi a sentire un po' di rabbia alle spalle, battiti e pensieri disfunzionali per avere i soldi, provare a cambiare il mio pattern di comportamento abituale, prova a fare una cosa diversa provare a fare questo pensiero.
Sarò efficace se riesco a concentrarmi sull'audio libero, farmi un bel sorriso, pensare alla fine dopo tutto è un problema loro che non hanno un senso di età sviluppato come il mio e misurarmi rispetto a questo rispetto al grado di concentrazione che riesco ad avere sull'ascolto dell'audio libro.
Dopodiché ci ho aggiunto anche un altro elemento.
Quando sto in macchina cerco di concentrarmi nel fare almeno un gesto di gentilezza per ogni tragitto.
Questo vuol dire che mi concentro più su quello che posso dare al prossimo che sui detrattori.
Adesso provo a mettere in pratica questa piccola mindfulness per te in termini anche di gestione del conflitto.
Prova a richiamare un episodio della tua memoria recente nel quale sei andato in conflitto con un'altra persona.
Come ti ha condizionato Quell'episodio? Cosa hai fatto? Prova a rifletterci sopra per ogni domanda che ora ti farò.
Puoi mettere in pausa il corso e rifletterci sopra.
Come ha vissuto il tuo corpo? Quell'episodio Cosa hai sentito? E dove e le emozioni che hai provato esattamente quali sono state di rabbia? Di gioia? Immagino di no.
Di tristezza.
Che pensieri hai fatto? No, quei pensieri di pancia che in genere sono molto forti, no, molto duri.
Ma lo sai che diceva la tua pancia e il tuo dialoghi interiori in quel momento? Ora prova a chiederti fino a che punto queste tue reazioni di corpo emotive che poi son di corpo chiaramente e cognitive di testa, di pensieri, hanno influenzato il tuo benessere.
Questa tua reazione, dopotutto, ti ha fatto stare meglio o peggio ti ha reso più efficace o più inefficace a gestire il conflitto.
Ora che hai richiamato un episodio e hai provato a riflettere in base a queste domande che ti ho fatto, prova a capire per i prossimi conflitti simili come vorresti in genere, rispondere in modo diverso, che regole ti dai e come misure l'efficacia nella tua gestione del conflitto.
Piccolo preambolo
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