Stiamo parlando di comunicazione efficace.

Abbiamo visto un po', le basi della comunicazione.

Abbiamo visto la declinazione in conflitto quando la comunicazione prende un po' quella piega e non potevamo mancare di parlare anche di ascolto e in particolare di un tipo di ascolto l'ascolto attivo.

Non a caso Zenone dice la ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è proprio perché abbiamo più bisogno di ascoltare in genere per crescere piuttosto che parlare.

Però se ci pensate bene, il mondo è pieno di corsi, ad esempio sul pub speaking e sulla managerialità, intesa come faccio ad esempio, a delegare qualcuno e cose di questo tipo dove ci sono sempre io che dico qualcosa all'altro mentre corsi su come si ascolta su come si ascolta davvero il prossimo mangano e ed è un po' inverosimile, perché in realtà se c'è qualcuno che parla ci dovrebbe sempre essere qualcuno che che ascolta e che sa ascoltare.

Questo lo dico perché l'ascolto può veramente aprire un mondo alla comprensione degli altri e alla comprensione anche nostra se lo sappiamo praticare efficacemente, ma c'è sempre un uno o due aspetti come dire che remano contro uno è la nostra tendenza innaturale.

Quando parliamo con qualcuno a fornire subito il nostro punto di vista e la nostra soluzione.

Quando faccio delle classi sulla comunicazione efficace, propongo di parliamo di ascolto e propongo degli esercizi sull'ascolto e che sono guidati.

Ovvero una persona parla e chi ascolta deve semplicemente ascoltare e restituire quello che ha ascoltato.

Fanno molta difficoltà i partecipanti a restare in un ambito di ascolto senza metterci niente del proprio.

E su questo Kan Rogers, che è uno dei padri della diceva appunto noi raramente ascoltiamo con la vera comprensione, con una comprensione empatica.

Però quel tipo di ascolto dove proviamo a metterci nei panni dell'altro e lo ascoltiamo davvero, ascoltiamo anche il non detto ascoltiamo anche le emozioni che ci trasmette.

Spesso è una delle leve di cambiamento più potenti che esista, se la sappiamo praticare.

Questo vale nel mio mestiere, quello da coach, ma in realtà vale per chiunque, perché tanto più sappiamo ascoltare e tanto più gli altri si proveranno a noi, ci daranno informazioni rilevanti e significative.

E poi per un altro ostacolo quando noi comunichiamo, in genere si verifica il processo tale per cui quando poi parla l'altro io mentre parla.

Già inizio ad elaborare la mia risposta.

Quindi supponiamo che il mio interlocutore parli per dieci secondi già al secondo tre più o meno, immagino.

Dove vuole andare a parare e confeziono dentro di me la risposta che gli darei.

Okay, questo vuol dire che la mia risposta è figlia di quello che ha detto dal secondo uno al secondo tre e mi perdo tutto quello che ha detto dal secondo tre al secondo dieci che comunque può essere significativo, oltre al fatto che mentre penso dentro di me, a come rispondere non riesco ad ascoltare fino in fondo.

Per cui uno schema molto semplice che vi propongo e vorrei che vi portaste a casa è questo Pensate che esistono due diversi tipi di ascolto? Da un lato abbiamo l'ascolto giudicante, ovvero mentre ascolto, giudico quello che l'altro mi sta dicendo e cerco di capire a come reagire nel mentre che ascolto.

Okay, e chiaramente come che giudico l'altro? Lo giudico attraverso la lente di quelle che sono le mie credenze, i miei pensieri, la mia storia personale, il significato che io do alle parole e non il significato che l'altro dà alle parole.

Okay, quindi il mio punto di vista però c'è un altro modo di ascoltare che è un modo di ascoltare completamente diverso è un ascolto presente, empatico, ovvero quando ascolto io con le mie credenze, col mio passato, semplicemente scompaio, lo metto via quando ascolto ascolto e basta.

Il protagonista dell'ascolto è la persona che mi sta parlando.

Io sgombero il campo da tutto il resto e provo a fare quella semplice cosa ascoltarlo, quindi comprendere le sue parole, cercare di leggere tra le righe quello che mi sta dicendo.

Dopodiché posso anche fare alcune azioni che sono diverse dal dire la mia.

Quali sono queste azioni che rafforzano questo ascolto attivo? Io ve ne propongo quattro.

La prima azione è il rispecchiare che semplicemente consiste nel ripetere le parole che L'altro ha detto parola per parola.

Esempio Okay, mi stai dicendo che la tua iniziativa e la tua voglia di aprire una startup si sta scontrando con il tuo bisogno di sicurezza economica? Lo posso dire se l'altra persona ha usato esattamente queste parole okay, l'altro modo è la parafrasi.

Ovvero restituisco il concetto che l'intervenuto mi ha detto e che io ho ascoltato.

Ma nel restituirlo posso cambiare qualche parolina? Potrebbe essere, ad esempio quindi mi stai dicendo che la tua voglia, la tua iniziativa di aprire una tua azienda, una tua start up ancora si scontra oggi con quello che era in parte il tuo bisogno di sicurezza.

Vedete, ho aggiunto due paroline No ancora.

E poi era ed è ho girato un po' sui tempi.

La parafrasi ci aiuta.

Perché introducendo piccoli elementi no, proviamo a stimolare la riflessione dell'interlocutore per cui il nostro dà ascolto passivo diventa ascolto attivo nella misura in cui, ascoltando, consentiamo all'interlocutore di andare avanti.

No, nel nel racconto suo verso di noi l'altro metodo è il riassunto c'è una persona che ci ha detto un concetto.

Supponiamo negli ultimi due minuti noi cerchiamo di fargli un recap, un riassunto e glielo riportiamo in forma sintetica e l'ultimo strumento che vi propongo è il chiedere i chiarimenti.

La persona vi ha detto qualcosa? Voi l'avete ascoltato l'avete ascoltata e quello che fate è aprire un approfondimento, no? Chiedere esempio.

Cosa intendi esattamente? Per bisogno di sicurezza, ecco agevolare L'interlocutore dandogli la per una riflessione ulteriore che poi aiuta anche voi a capire meglio il suo punto di vista.

Ora, per l'ascolto attivo non vi propongo un esercizio, ma vi propongo un action plan.

Queste parole action plan sono due parole che mi avete già sentito pronunciare, per cui come premessa ve le voglio declinare un po' meglio.

Nel coaching si lavora molto in una sessione con il coach e quindi parte del lavoro si fa all'interno di quell'ora quell'ora e mezza di sessione.

Ma poi si lavora altrettanto molto tra una sessione e l'altra nei cosiddetti action plan, che sono delle sorte di compiti a casa delle cose diverse dal solito, che chi partecipa a un percorso di coaching, poi testa nella sua vita quotidiana e poi quello che realizza attraverso questi test, um riporta in sessione per migliorare la consapevolezza di sé.

Per cui quello che vi propongo adesso sull'ascolto un action plan, ovvero una proposta di un compito a casa, ovvero al di là di questo corso di Learn, potete provare a fare nell'ambito dell'ascolto attivo una di queste sei iniziative scegliete quella che vi piace di più.

Una possibile attività può essere quella di imporvi nell'ambito di una conversazione, per esempio una volta al giorno di parlare di meno.

Quindi in questa conversazione, una volta al giorno voglio parlare di meno.

Una volta che ho smarcato questa attività.

Considero il task chiuso allenerò il mio ascolto attivo il giorno successivo.

Se la frequenza giornaliera è troppa, potete anche fare questo tasto.

Questa come dire abitudine ricollegandoci a una lezione precedente anche una volta a settimana.

Oppure un altro possibile compito a casa può essere quello di provare ad ascoltare tra le righe, ascoltare il prossimo e capire i significati espliciti.

Se volete, potete introdurre alcune delle vostre intuizioni sui significati espliciti in una parafrasi, quindi restituite quello che l'interlocutore ha detto e aggiungete un pezzettino in più.

E appunto, questa riformulazione può essere anche un action plan diverso, ovvero quello di prendere l'abitudine, di riformulare no in modo sintetico o in modo esatto.

Quello che l'interlocutore vi sta dicendo Un'altra c'è Un premio molto potente è provare ad ascoltare, cercando di levare le critiche dalla vostra testa.

E ve ne accorgete perché vi imponete di non usare i sì, ma e i sì.

Però in generale, se riducete i però e i come dire il vostro modo di comunicare, mi fate un favore, lo fate a voi e agli altri, perché inizierete a parlare in modo più autentico.

E per finire altri due modi di parlare diversi che potete inserire dei vostri action plan dedicati all'ascolto attivo possono avere a che fare con il fatto di mentre ascoltate, immaginare il punto di vista dell'altro e cogliere degli elementi che vi appassionano e porre attenzione anche al linguaggio non verbale, come dicevamo anche poco prima.

No, il tono, il volume, il ritmo.

Che cosa vi dicono per arricchire il vostro ascolto, per farvi comprendere di più di quanto state ascoltando?