Misurare le performance delle campagne pubblicitarie è una fase essenziale per il successo di qualsiasi strategia di marketing digitale.

Questo perché? Perché solo monitorando le giuste metriche è possibile determinare il successo o meno di una campagna e se questa sta raggiungendo gli obiettivi che ci siamo prefissati, oppure è necessario effettuare delle ottimizzazioni.

Meta e Google offrono una vasta gamma di dati e inside per valutare le efficacia delle nostre campagne.

In questa lezione vedremo insieme quelle che sono le principali metriche da considerare, come interpretarle e quali sono i benchmark più o meno da tenere a mente per capire se le campagne stanno funzionando bene o male.

Partiamo dalla prima.

Il rate è chiamato anche CTR è la percentuale di persone che dopo aver visto l'annuncio ci cliccano sopra.

Come si ottiene si ottiene dividendo il numero di click per il numero delle impressioni, moltiplicando per cento perché è un dato percentuale.

I benchmark da tenere a mente sono per Google un click rate maggiore o comunque compreso tra i tre e il cinque per cento, mentre per meta il click rate è un pochino più basso, per cui click rate ottimale si stanzia intorno allo zero virgola nove uno virgola cinque per cento, perché il click rate è importante perché misura l'attrattiva e la rilevanza del nostro annuncio.

Quindi un C T R basso potrebbe indicare che il nostro annuncio non sta attirando l'attenzione del pubblico come vorremmo, oppure non è sufficientemente rilevante per il nostro target, per cui ci sarà da andare a fare un ragionamento su un refresh creativo o una C T messa in un altro punto o con un altro colore per andare a testare effettivamente l'efficacia del nostro annuncio.

Passiamo al costo per click il C P C è l'importo medio che paghiamo ogni volta che qualcuno clicca sul nostro annuncio, quindi la formula con cui lo otteniamo è costo totale della campagna diviso il numero di click.

Un C p C ottimale sta tra l'uno e due euro per le ricerche su Google, mentre per meta abbiamo un C P C ottimale che si stanzia intorno ai cinquanta centesimi e due euro.

Perché è importante misurare il costo per click? Ci fornisce un'idea del costo necessario per portare traffico al nostro sito, alla nostra pagina prodotto o alla nostra landing page.

Un costo per click troppo alto potrebbe indicare che la campagna non è ottimizzata e che quindi c'è molta competizione nel settore in cui stiamo operando oppure che stiamo puntando su delle parole chiave troppo costose.

Costo per mille impressioni il c p m indica quanto paghiamo per mille visualizzazioni del nostro annuncio.

È una metrica molto comune nelle campagne, specialmente di brand a warnes, perché l'obiettivo è raggiungere più persone possibili a livello di benchmark.

Un CP M su Google display ottimale si aggira intorno ai due e dieci euro, mentre su meta abbiamo cpm che si stanzia intorno ai cinque quindici euro.

Ovviamente questi sono dati che variano a seconda della nicchia mercato e anche in base alla country.

In italia sicuramente il pm ha un costo più basso rispetto agli united states e i cpm variano in base anche ai fattori come possono essere la concorrenza, oltre che al periodo dell'anno in cui ci troviamo.

Perché il cpm è importante perché ci consente di misurare l'efficacia del budget in termini di grandi portate.

Un cpm elevato significa che stiamo pagando troppo per ottenere visibilità, quindi da capire se c'è da fare un'ottimizzazione a livello di creatività, di contenuto oppure a livello anche di target.

Tasso di conversione il conversion rate rappresenta la percentuale di utenti che dopo aver cliccato sull'annuncio compiono l'azione che desideriamo.

Il tasso di conversioni si misura facendo il numero delle conversioni diviso il numero di click sull'annuncio a livello di benchmark un tasso di conversione tipico per le campagne di display si aggira intorno allo zero virgola cinque per cento, mentre su meta abbiamo un conversion rate ottimale che si aggira intorno all'uno o due per cento perché il tasso di conversione è importante perché è una delle metriche più cruciali per verificare l'efficacia della campagna e quindi valutare se la campagna è performante oppure no, perché ha come obiettivo finale quello di spingere gli utenti all'acquisto del nostro prodotto.

Il tasso di conversione comunque, può riferirsi, oltre che all'acquisto del prodotto, anche ad esempio all'iscrizione ad un webinar piuttosto che all'iscrizione ad un forum per ottenere una determinata promozione.

Quindi intendiamo la conversione come l'azione desiderata.

Il costo per acquisizione detto anche C P indica quanto costa in media ottenere una conversione attraverso una campagna pubblicitaria si ottiene facendo il costo totale della campagna, diviso il numero delle conversioni a livello di benchmark.

Ci troviamo con un costo per acquisizione su Google display di circa venti euro, mentre su meta il costo di acquisizione può variare e stare intorno ai dieci e trenta euro.

Perché il costo di acquisizione è importante perché ci aiuta a valutare l'efficienza della nostra campagna e qualora avessimo un c p basso, significa che stiamo acquisendo dei clienti ad un costo inferiore.

Quindi la campagna sta performando bene, quindi il nostro ritorno sull'investimento è positivo.

Qualora invece avessimo un c p troppo alto ci aiuta a capire che stiamo spendendo troppo per acquisire nuovi clienti e quindi questo deve essere per noi un campanello d'allarme per andare a identificare delle aree di ottimizzazione, quindi miglioramento del target piuttosto che il copy dell'annuncio o anche ottimizzare effettivamente la landing page.

Il return on spend detto anche Ros misura quanto è il ritorno economico che stiamo ottenendo per ogni euro speso in pubblicità.

Si calcola facendo ricavo generato della campagna diviso l'investimento pubblicitario a livello di benchmark un Ros maggiore uno indica che la campagna è redditizia, un Ros invece minore di uno indica che stiamo perdendo denaro.

Una proporzione di roast ottimale sarebbe un Ros quattro a uno, perché appunto, oltre ad essere considerato buono nella maggior parte dei settori è un dato che indica, oltre a un ricavo, anche un guadagno.

Attenzione però, perché il Ros date le ultime normative sulla privacy, che tende ad essere un dato meno attendibile proprio perché abbiamo dei limiti nel tracciamento.

Quindi si tiene conto del mer che sarebbe il fatturato diviso la spesa pubblicitaria Il Ros è diverso dal mer perché il Mer considera tutti i costi legati ad una campagna, mentre il Ros si concentra sulla relazione tra gli investimenti pubblicitari e le entrate generate.

Abbiamo poi il bond, che è la percentuale di utenti che cliccano sull'annuncio, ma abbandonano il sito web senza andare ad interagire ulteriormente.

A livello di benchmark un positivo è un rate minore del quaranta per cento, mentre se diventa maggiore del sessanta per cento indica comunque una poca ottimizzazione delle nostre pagine del sito, oppure nel messaggio dell'annuncio, nel senso che le persone cliccano il nostro annuncio aspettandosi qualcosa che poi effettivamente non trovano nella landing atterraggio piuttosto che in pagina prodotto.

Infine abbiamo la frequency, quindi la frequenza che ci indica quante volte in media ogni persona ha visto il nostro annuncio.

Durante la campagna pubblicitaria un numero elevato può indicare che gli utenti vedono l'annuncio troppe volte e quindi si crea una forma di ad fati in cui l'utente perde interesse nel nostro messaggio o addirittura ne è irritato.

Facciamo quindi molta attenzione a questo dato, perché può essere un'arma a doppio taglio per il nostro business.

Se le persone diventano irritate dai nostri annunci, potrebbero anche decidere di vedere meno dei nostri annunci pubblicitari e quindi perdiamo terreno nei confronti di nuovi potenziali clienti o anche quelli attuali.

Ricordiamoci quindi che come benchmark, una frequency ottimale va dall'uno virgola cinque a tre.

Se la nostra frequenza sta all'interno di questo range possiamo essere possiamo stare tranquilli nel momento in cui monitoriamo le campagne e vediamo che la frequenza va sempre di più ad aumentare e il rate va a diminuire, allora dobbiamo iniziare a pensare a delle implementazioni o a delle ottimizzazioni nella nostra campagna.

Misurare e interpretare le giuste metriche, quindi, è fondamentale per ottimizzare le campagne a S su meta e su Google, ma anche sulle altre piattaforme.

Ogni metrica ci fornisce delle informazioni preziose su degli aspetti specifici della campagna e questo ci dà un grande aiuto per andare poi a implementare delle migliorie per ottimizzare i nostri risultati e massimizzare il ritorno sull'investimento.

Nella prossima lezione andremo a vedere dove reperire i dati e come valutarli.