Adesso abbiamo visto tutta questa analisi, tutto molto bello.

Molto spesso mi chiedono sì, vabbè, ma poi queste robe come faccio effettivamente a portarle in una strategia social? Perché? Perché dall'analisi e da tutti questi diciamo piccoli ttellini, sempre rispetto al discorso del puzzle che tutti questi microdati che noi abbiamo analizzato per riguarda il contesto, i trend, i competitor, i benchmark, mappa di posizionamento, analisi del target, analisi delle buyer person, analisi di noi stessi sono tutti micr tasselli che ci portano poi alla creazione del p al finale.

Quindi è semplicemente unirli per arrivare al risultato finale e vedere l'immagine completa.

Quindi, dall'analisi noi poi avremo una visuola identity, una brand identity del brand guideline.

È normale che se cioè è rivolgersi a un grafico che da questa analisi poi crea un output che sia coerente con quello che tu vuoi trasmettere.

Però di base ovviamente la visual identity che noi abbiamo, è in qualche modo deve essere sincronica con quello che noi vogliamo trasmettere.

cioè se abbiamo una comunica- se vendiamo pannolini per i bambini, e magari um utilizziamo colori super dark e una comunicazione black humor, c'è qualcosa che non va.

Perché? Perché il nostro target sono delle mamme che magari stanno in fibrillazione perché non sanno come gestire i figli, quindi diciamo che vogliono essere coccolate, che vogliono essere um educate, che vogliono essere diciamo anche conoscere altre mamme magari potenzialmente perché magari che hanno lo stesso tipologia di problema, quindi magari, se io vendono pannolini posso creare dei dei de- um degli eventi offline in cui le mamme si possono incontra.

e condividere um le proprie esperienze, quindi, tutto ovviamente è rispetto al settore, rispetto al target sempre.

E ovviamente poi si declina tutta la parte appunto identitaria e visiva.

Poi dall'analisi agli obiettivi quali comunicativi, quindi ap.

io so che le persone vogliono essere educate, quindi sicuramente la mia comunicazione non sarà né nell'in- nell'intrattenimento, o nella commercializzazione e basta, ma nell'educazione anche.

E magari se ho sono un brand in fase di startup o comunque un progetto in fase di startup, sicuramente io non porterò subito la conversione, non vorrò subito vendere i miei corsi, ma dovrò sensibilizzare prima, sul sul tema di cui io voglio parlare.

Poi c'è tutta la parte di declinazione del tone of voice che abbiamo visto con l'intelligenza artificiale, copywriting, quindi anche la scrittura dei copy e il modo in cui noi ci rel- relazioniamo con le persone, Tutta la questione di storytelling, quindi che storie io voglio raccontare, fondamentale perché, Rispetto sempre al discorso di storytelling, se uno ci riflette, viviamo, cioè dall'antichità le le le le persone raccontavano le storie, lo raccontavano prima sulle caverne facendo i pittogrammi, poi c'erano i cantastorie che raccontavano le storie e andavano in giro per i vari paesi e borghi, e a raccontare le storie che poi diventavano leggende, quindi di base siamo persone che amiamo le storie, cioè le le abbiamo resi diciamo 11 qualcosa su cui abbiamo creato la nostra.

Cultura umana, no, proprio perché le storie ci permettono anche di raccontare e trasmettere altro, metafore, leggende, storie, realtà, verità, quindi, tutta la questione di storytelling è fondamentale nella creazione poi di una strategia contenutistica.

Poi c'è tutta la parte di ottimizzazione social, la scelta delle piattaforme, che non per forza bisogna attuarla in maniera omnicanale, cioè uno deve stare dove pensa che sia utile e strategico stare, non per forza in tutto.

E soprattutto ottimizzare quella che è la produzione contenutistica, cioè, seguendo la regola del dell'ottanta per 20, cioè minimo sforzo massimo risultato, le piattaforme adesso ci permettono di farlo, quindi capiamo come e su quali piattaforme stare, e poi tutta la parte di creazione di rubriche e contenuti che rendiamo scalabile e che ci distinguono e ci rendono distintivi, ma s- che soprattutto ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi.

Per quanto riguarda la parte di ottimizzazione social, Capiti quali sono, diciamo i punti focali, è normale che tutti i canali social in cui noi stiamo debbano avere coerenza visiva, quindi avere comunque un immaginario che stia coerente sulle varie piattaforme, una bio ottimizzata, una bio che sintetizza quello che è il valore che io intendo trasmettere attraverso la mia strategia contenutistica, quindi.

Perché le persone mi devono seguire? Che cosa voglio trasmettere attraverso i miei contenuti, cioè perché sto qui e perché ti devo seguire, se se vogliamo mettere il nostro sito web, se vogliamo mettere una lining page per fare regeneration o altri tool tipo Snap link, Link T o tutti questi altri link invio che sono nati nell'ultimo periodo, L emoji da utilizzare, quelle emoji che magari mettiamo sempre in ogni in ogni copy perché ci contraddistingue, magari potrebbe essere un'idea e poi avere delle linee guida per i copi.

Quindi dei copi che magari che ne so, um scegliamo di utilizzare solo vezzeggiativi, allora questa qui a livello di linea guida può essere 11 qualcosa che ci contraddistingue.

Questo ovviamente lo identifichiamo solamente dopo aver fatto l'analisi a priori.

E a sfruttare diciamo un po' il brainstorming SGPT, un po' il brainstorming con noi stessi è fondamentale.

um e quindi tutto questo poi ci- ci ci porta al um alla creazione poi di format contenutistici che andremo a vedere nel prossimo modulo.