è il Duemila e nove e il giornalista Rob Walker decide di fare un esperimento per rispondere ad una domanda si chiede lo storytelling è davvero uno strumento così potente? Per rispondere a questa domanda cosa fa? Va su eBay Market Place, non ancora così sviluppato come lo è oggi.

Nel duemila e nove acquista prodotti per una spesa complessiva di centoventinove dollari e contatta e ingaggia duecento autori.

Chiede ad ognuno di loro di scrivere una storia per la descrizione dei prodotti acquistati.

Indovinate come è andata a finire? È andata a finire che centoventinove dollari si sono trasformati in ottomila dollari.

E particolarmente emblematico è stato il caso di una testa di cavallo comprata a novantanove centesimi e rivenduta a sessantatré dollari, quindi con un aumento del valore percepito di oltre seimila trecentocinquantanove percento.

Ma come è possibile essere così facilmente ingannati dalle storie? Tutto si riduce al concetto di investimento emotivo.

Il fatto è che più siamo emotivamente coinvolti in una vicenda, meno facciamo agire il nostro raziocinio.

Meno siamo razionali e meno siamo oggettivi un po' come quando ci innamoriamo.

Non a caso le gli ormoni e i neurotrasmettitori che attiva una buona storia sono molto simili, se non gli stessi attivati dalla fase dell'innamoramento.

Capiamo quali sono gli ormoni che dovremmo attivare con le nostre storie per entrare nel cuore delle persone.

Mi piace tantissimo la definizione, anzi il nome che l'autore ed esperto di storytelling David J.

P.

Phillips ha dato alla combinazione di questi ormoni.

Dell'innamoramento um ha chiamato la combinazione di questi cocktail dell'angelo.

Quali sono gli ingredienti di questo cocktail che ci fa abbandonare all'amore delle storie? Abbiamo dopamina, ossitocina e endorfina.

Andiamo ad approfondirli.

Che cosa succede quando una storia fa sì che il nostro corpo rilasci dopamina? Facciamo concentrare di più il pubblico.

Offriamo adesso una motivazione maggiore per seguire, per continuare ad ascoltarci e di conseguenza il ricordo della nostra storia sarà più vivido nella loro mente.

Quale espediente narrativo possiamo utilizzare per far sì che che il corpo di chi ci ascolta rilasci dopamina possiamo costruire attraverso dei cliffhanger o attraverso delle lunghe pause.

Se ad esempio stiamo raccontando una storia oralmente, quando invece chi ci ascolta viene invaso dall' ossitocina, che succede? Succede che il suo ascolto sarà più generoso nei nostri confronti, Ci darà maggiore fiducia, si fiderà più di noi e quindi il legame emotivo che ne deriverà sarà più forte e profondo.

Come possiamo attivare il rilascio di ossitocina? La via più breve è quella di tra un personaggio capace di creare empatia, un personaggio con cui chi ci ascolta può facilmente immedesimarsi, anche se si tratta di un brand, oppure anche se si tratta di un cliente di cui il brand diventa l'aiutante per realizzare i propri desideri o per perseguire i propri obiettivi, lo vedremo meglio più tardi.

L'ultimo ingrediente del cocktail Dell'angelo è l'endorfina e porta al nostro pubblico maggiore creatività anche già nell'ascoltare.

Maggiore rilassamento e focus l'espediente narrativo più forte per attivare l'endorfina è l'ironia dare un taglio ironico alla nostra storia.

Quando ho studiato il cocktail dell'angelo, la prima scena che mi è venuta in mente è stata di un film della Pixar.

Una scena precisa.

Ora ve la mostro.

Si tratta del film app e la scena che meglio esprime questo questa sorta di montagna russa emotiva che il cocktail dell'angelo regala è questa che cosa succede qui? Qui si susseguono delle scene di vita felice in cui i due protagonisti, Carl e Ely, stanno pian piano costruendo il proprio futuro insieme.

Um questo movimento molto veloce tra una scena e l'altra è come se lasciasse a chi guarda immaginare che cosa succede nel mentre in più la loro visualizzazione nel cielo fra le nuvole del bambino e di dei bambini è come se fosse un cliffhanger, cioè quello che probabilmente accadrà ma che ancora non è stato mostrato.

Ci si avvicina un po' di più a vedere realizzata la scena che loro si sono immaginati quando si trovano.

Ecco in questa camera e stanno dipingendo la stanza del futuro bambino.

Vuol dire che Ely è incinta.

La dopamina data da questo momento viene immediatamente sostituita dall' ossitocina ossitocina rilasciata in questa scena estremamente toccante in cui non è esplicito.

Ma um, è abbastanza ovvio capire che Ely ha perso il bambino ed ecco qui che simpatizziamo con il personaggio è facile che ci siamo trovati nei suoi panni.

Magari non esattamente per questo fatto, ma quando abbiamo un sogno, un progetto in cui investiamo tutte le nostre esperienze, le nostre energie e i nostri, il nostro desiderio viene disatteso.

Probabilmente ci sentiremo simili ad e ci sentiremo vicini a lei.

Ecco che la Pixar ha empatia con questo personaggio, Questi alti e bassi, Questa improvvisa immediata, velocissima alternanza fra la dopamina e l'ossitocina ci invoglia a continuare.

La visione del film contrapposto al cocktail Dell'angelo Phillips pone il cocktail del diavolo, che invece è una combinazione fra cortisolo e adrenalina che vengono rilasciati quando abbiamo sbalzi improvvisi creati ad esempio da urli oppure da momenti spaventosi.

Infatti questo cocktail è intrinseco nei film o nelle produzioni horror.

Non è sicuramente il cocktail che vorremmo servire al nostro pubblico quando andremo a costruire una storia di brand, ma non è detto che dobbiamo per forza buttare via quelle storie che invece si appellano al cortisolo e l'adrenalina.

Um, una mossa intelligente, anche consigliata da Phillips è quella di indicizzare le nostre storie.

La chiama narrativa funzionale, lui cioè quell'atto di catalogare le storie, i nostri aneddoti personali in base agli ormoni che si attivano così che sappiamo qual è la storia giusta da utilizzare in base all'occasione o all'obiettivo che stiamo perseguendo.