Grazie ai blog, ai social media, ai siti di recensioni e via dicendo.

Le persone sono diventate autrici del nostro storytelling di brand tanto quanto il brand stesso.

Questa redistribuzione del potere di comunicare e di creare, che prima abbiamo detto era soltanto nelle mani dei brand e ora anche in quella dei consumatori, è stata teorizzata con il nome di Story Wing.

Lo Story Wing rappresenta l'evoluzione della narrazione, con un coinvolgimento attivo degli utenti e con un focus sugli aspetti esperienziali che la narrazione stessa può offrire.

Proprio per questi due aspetti, quindi, il coinvolgimento attivo del pubblico e il carattere esperienziale della narrazione.

Lo Story Wing si costruisce quasi in tempo reale e le persone agiscono come co creatrici del brand dei di un suo prodotto o di un'iniziativa.

Emerge da sé che lo Story Wing consolida un senso di comunità che si può venire a creare intorno al brand e la cooperazione fra brand e i suoi clienti.

E questo sarà un aspetto centrale nella rassegna di esempi che vedremo nel modulo successivo.

Come potremmo sintetizzare lo Story Wing, quindi, Come un approccio allo storytelling in cui la narrazione è a doppio input e a doppia voce tra il brand e la sua community, con cui condivide valori e mission.

Una pietra miliare di story doing nel mondo dei brand.

È Red Bull, che ha iniziato già dagli anni novanta a creare eventi spettacolari che sono diventati parte della narrazione del brand e della sua personalità come brand ribelle che è proprio il suo archetipo di riferimento libero, adrenalinico e audace, Red Bull ti mette le ali e lo dimostra con il salto record di Felix, cognome impronunciabile dal limite dello spazio, probabilmente il culmine del suo Story wing.

Okay, sì, in effetti vi ho citato un brand che ha a disposizione un budget talmente grande da attivare iniziative che passano non solo alla storia del brand, ma alla storia di tutti, del mondo in generale.

Ma se abbiamo a disposizione un piccolo budget, magari anche in termini di risorse e dobbiamo testare un po' prima di decidere in quale direzione andare e quindi prima di portare effettivamente persone esterne a bordo del nostro story doing, che cosa possiamo fare? Mi sono trovata in questa situazione con Bible Ve L'ho presentata prima, la piattaforma che vuole offrire la migliore didattica a tema musica in Italia.

Il team è ancora piccolo e ogni iniziativa che attiviamo deve prima passare da una fase di test, da una fase di aggiustamento e solo dopo che supera anche la fase di aggiustamento può entrare nelle attività routinaria di marketing e di comunicazione del brand.

Ci siamo trovati davanti al problema di far capire agli utenti come fruire correttamente della piattaforma, non in termini di usabilità.

Tutto è chiaro sotto questo aspetto, ma in termini di metodo di studio suonare uno strumento musicale è una capacità che va assorbita lentamente, mantenendo l'equilibrio fra conoscenza orizzontale di tutti i generi, approfondimento verticale della singola tecnica, ma anche prova riposo, divertimento.

Altrimenti ci si può sentire facilmente sopraffatti, dall'ansia da performance, dal disfattismo, dal fatto di non star facendo abbastanza progressi o dimenticare quello che pensavamo di aver appreso.

Quindi abbiamo sfruttato gli input, i dubbi e le micro esperienze che gli utenti condividono nella sezione community dell'app ufficiale di vile per creare una storia univoca che si evolve in base ai progressi degli utenti.

All'interno dell'app.

Questa storia univoca di cui vi parlo è la storia di Max, un personaggio di fantasia, ma allo stesso tempo realistico perché è la somma dei singoli percorsi degli utenti che hanno deciso di imparare a suonare uno strumento.

Abbiamo creato Max sulla base delle caratteristiche socio demografiche ma anche psicologiche del target principale di E Max.

Ogni mese racconta come sta andando il suo percorso d'apprendimento della chitarra all'interno di una newsletter dal taglio editoriale racconta delle difficoltà che solitamente gli apprendisti chitarristi hanno con le mani, con il ritmo e con la dinamica.

Quali sono state le sue piccole conquiste, le sue piccole soddisfazioni del mese e con quali serie didattiche sta progressivamente abbattendo i suoi limiti e le sue difficoltà iniziali.

Max vuole essere un amico che non giudica un compagno d'avventura nell'apprendimento musicale ed un confidente che offre spunti non dall'alto della sua esperienza da chitarrista, ma dal basso di un appassionato di musica che si è rimesso in gioco per la propria gratificazione personale.

Ma la storia di apprendimento di Max rispecchia la storia di apprendimento degli utenti stessi.

Io personalmente sono max una volta al mese, ma non so che cosa Max farà il prossimo mese o il prossimo ancora me lo suggeriranno gli utenti stessi ed il loro strumento musicale.

Ecco, questo lo possiamo considerare un test di story Wing a basso budget.

Alla fine di questo capitolo, che cosa dovremmo aver depositato nella nostra cassetta degli attrezzi da storyteller? Innanzitutto dovremmo sapere quali sono i tipi di storytelling che abbiamo a disposizione per sviluppare la narrazione del nostro brand.

Dovremmo conoscere quali sono le best practice e le worst practice per elaborare una buona strategia di storytelling.

E dovremmo anche aver acquisito la capacità di livellare lo storytelling su diversi piani e profondità a seconda delle esigenze del nostro brand, così da sfruttare anche gli input degli utenti per far evolvere la nostra narrazione in ottica di story.