Uno dei più grandi errori che possiamo commettere nel nostro percorso di content creation è quello di valutare la bontà del nostro lavoro attraverso dei parametri che in realtà non esprimono nulla della qualità della nostra comunicazione e dell'efficacia in realtà del nostro progetto.

Mi riferisco quelle che in gergo vengono chiamate Vanity Metrics, ovvero metriche di vanità che sono i follower, i like, le impression, le visualizzazioni, tutti quei numeri, quelle cifre che sono pubbliche all'interno della piattaforma e quindi sono visibili tanto a noi in quanto creator quanto al pubblico.

E questo crea una strana percezione per cui tendiamo a far coincidere quei numeri, quelle cifre con il valore dell'individuo del creator di turno.

Più follower ha una persona, più è bravo.

Creiamo automaticamente queste equazioni che in realtà sono completamente vuote o quanto meno superficiali.

In realtà i parametri che esprimono in qualche modo la qualità del nostro progetto sono completamente differenti e sono nello specifico la ritenzione.

Per fare un esempio concreto, se noi abbiamo un video che dura un minuto e in media tutti gli spettatori ne guardano quarantacinque secondi, significa che quel contenuto riesce a sviluppare un messaggio e un tasso, una soglia di attenzione molto alta e quello è un parametro che dobbiamo riuscire ad interpretare all'interno di un discorso qualitativo.

Allo stesso modo le condivisioni, cioè il fatto che le persone, il pubblico, la nostra community, ma anche in generale tutti gli utenti di un social network, si siano in qualche modo sentiti rappresentati dal nostro contenuto, dal nostro video e abbiano avuto voglia di condividerlo con i loro follower.

Ecco, quello è un dato importante.

In qualche modo restituisce la bontà del nostro lavoro anche il coinvolgimento, quindi il numero di commenti, il numero di messaggi privati che riceviamo rappresenta il tasso di interesse che siamo riusciti a sviluppare all'interno del pubblico che ha voluto mettersi in contatto con noi o comunque lasciare una traccia della propria presenza.

Ed è una cosa estremamente significativa, in ultima analisi, ma è la cosa più importante di tutti.

Dobbiamo imparare a valutare le conversioni.

Quello è da un punto di vista professionale, non dico l'unica, cosa che conta, ma sicuramente quella che ha l'impatto maggiore sul nostro percorso, la valutazione del nostro percorso.

Perché se io non lo so, faccio un esempio voglio vendere delle consulenze e il mio obiettivo all'interno del mio percorso di Content Creator è quello di raggiungere una community, un pubblico che può essere interessato a quel servizio.

Valuto la bontà della mia comunicazione sul tasso di conversione, quindi su il numero di persone che hanno richiesto una consulenza.

Bisogna sempre cercare di inserirsi nel contesto giusto e non inseguire dei numeri delle cifre che, per quanto possano gonfiare il nostro ego e il nostro orgoglio, in realtà sono del dei numeri completamente vuoti.

Vi faccio un esempio concreto rispetto ad un'esperienza che ho vissuto personalmente mostrandovi un contenuto che in realtà ha avuto un successo davvero significativo.

In termini numerici ha raggiunto quasi un milione di persone, a oggi conta ottocentocinque mila visualizzazioni.

Eppure non riusciva in alcun modo a portare avanti la bontà del mio progetto.

Non non era assolutamente in linea con gli obiettivi che mi ero prefissato.

Nel mio percorso di creazione contenuti è più buona la Pepsi o la Coca Cola? Se prendete dieci persone che assaggiano le due bibite senza sapere che cosa stanno bevendo, in media sette persone su dieci scopriranno di preferire il gusto della Pepsi.

Il problema è che questo dato si scontra con i valori di mercato delle due aziende dove Coca Cola sostanzialmente il doppio rispetto al.

Ecco, questo paradosso è stato spiegato dal neuroscienziato Montano, il quale ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale su due gruppi di volontari per cercare di capire cosa accade nel nostro cervello quando dobbiamo scegliere la Coca Cola durante l'esperimento.

Se le persone non ecco, direi che può bastare il discorso che sviluppava all'interno del contenuto si apriva con questa domanda è più buona la Pepsi o la Coca Cola che era un gancio efficace e ha dimostrato la sua efficacia in termini puramente numerici, arrivando ad un pubblico davvero ampio.

Qual è il problema è che quel contenuto ha intercettato un pubblico completamente generalista che non aveva quasi nessun interesse rispetto a poi tutto il discorso che si sviluppava in funzione dell'esperimento di neuromarketing, di Montag, eccetera e si è fermata a quella domanda è più buona la Pepsi o è più buona la Coca Cola? E ho ricevuto una valanga di commenti che hanno ovviamente aumentato l'indicizzazione del video che Instagram ha in qualche modo interpretato come un contenuto efficace, proponendolo a persone sempre differenti, ad un pubblico che tendenzialmente non era affatto in linea con i miei obiettivi comunicativi.

A me interessa intercettare un pubblico di persone curiose, un pubblico che in qualche modo possa apprezzare le tematiche che sviluppo all'interno dei miei contenuti.

Lì invece si è trasformato tutto in una gara nel sostenere che fosse più buona la Pepsi o più buona la Coca Cola e me ne sono reso conto osservando il tenore del commento e poi quelle che erano le persone che intercettato e che si trasformavano volta per volta in follower.

Ecco, quella community potenziale che si stava creando non era assolutamente in linea con i miei obiettivi.

E poi sono tutti follower che nel corso dei mesi successivi ho perso perché quando si sono resi conto di quale fosse in realtà il mio presupposto comunicativo, quali fossero i messaggi, le tematiche a me care e che in qualche modo cerco sempre di restituire all'interno dei miei video.

Ecco, una volta scoperte quelle le persone se ne sono andate perché non facevo per loro e loro, in un certo senso non facevano per me.

Quando cerchiamo di capire se stiamo facendo bene o se stiamo facendo male, cerchiamo sempre.

Lo so che è difficile, ma di andare oltre la cifra oltre il numero e andare a sviscerare, andare ad analizzare il più possibile quei dettagli, quei dati che invece ci restituiscono e riescono a fotografare la qualità del nostro lavoro.

Qui, in questi due elenchi puntati a confronto secondo me c'è una buona linea guida che possiamo applicare nel nostro lavoro e poi la vedremo meglio in seguito.