La nostra memoria a breve termine ha una capacità estremamente limitata e, come dice il nome stesso, trattiene le informazioni solo per un brevissimo periodo di tempo.

Il nostro cervello in pratica sovrascrive tutte quelle informazioni che vengono catalogate come poco importanti e questo è un aspetto importante nel momento in cui vogliamo sviluppare una narrazione e vogliamo depositare dei messaggi che vengono in qualche modo conservati nella nostra memoria, specificamente in quella a breve termine.

Nello specifico quando costruiamo dei contenuti dove vogliamo magari inserire una per dire, quindi indurre all'azione lo spettatore, il luogo, lo spazio perfetto dove farlo è ovviamente alla fine del video.

Io non sono un fan, un grande fan delle dirette ed esplicite, però mediando questo concetto espressamente commerciale che va benissimo nel mondo del marketing, all'interno del contesto, della narrazione, quindi del micro storytelling, possiamo per esempio pensare di fare una domanda aperta a tutti i follower o comunque alle persone che guardano il nostro contenuto per far sì che il contenuto video possa sviluppare più interazione.

Quindi, se vogliamo pensare all'effetto rese all'interno del contesto dello storytelling, possiamo sviluppare un rapporto di equivalenza con la possibilità di sviluppare più interazioni.

Ora vi faccio vedere un contenuto video non è mio, è di una molto giovane che però ha creato a mio avviso un piccolo capolavoro di storytelling.

Dura molto poco dura.

All'incirca un minuto e poi lo commentiamo insieme perché ci sono una serie di passaggi che secondo me meritano una.

I film sono noiosi.

Prima che mi veniate sotto casa con i forconi, alt non l'ho.

Detta io questa frase.

Io tento di confrontarmi con le generazioni più piccole rispetto alla mia per capire un po', la loro visione delle cose.

E mi sono resa conto che purtroppo molti adolescenti di oggi fanno fatica a vedere un film perché lo reputano noioso e si distraggono facilmente.

E giustamente io mi sono chiesta ma perché è che stiamo iniziando a correre tutti? Nessuno ne è esente.

Il problema è che non si sa dove viviamo nell'era della velocità.

Basti pensare semplicemente a questo maledetto in cui i primi due secondi sono essenziali perché altrimenti io faccio così col dito e semplicemente vado avanti.

Non mi interessa vedere il tuo contenuto.

Se già dai primi istanti non mi attira da YouTube ci siamo spostati a dei social molto più veloci, più rapidi i video non devono essere più lunghi di un minuto e mezzo.

La cosa peggiore è che io sto qui a parlarvi tramite un social effimero e probabilmente molte persone mi hanno già scrollato perché si stanno annoiando, ma questa è semplicemente una grandissima metafora del vero problema che si trova alla nascita.

Ma secondo voi questo problema qual è? Qual è? Sinceramente è una domanda che faccio proprio per capire cosa ci sta succedendo.

Il video, come avrete notato, si apre con un'affermazione volutamente provocatoria e quello di fatto è il gancio che si ritrova all'interno della narrazione.

Pensiamo quindi a questo storytelling che dura davvero una sessantina di secondi, cercando di analizzare tutte le sue parti perché è incredibilmente significativo.

Nei primi due secondi, come abbiamo visto, si è sviluppato un gancio, poi un'introduzione, perché in realtà la domanda i film sono noiosi, che si viene, che viene posta indirettamente agli spettatori non viene risolta.

Viene presentata poi una tesi e quindi si sviluppa una specie di argomentazione che va a riflettere attorno a delle tematiche estremamente contemporanee legate al mondo dei social network.

E già il fatto che si faccia tutto questo all'interno dei social stessi sviluppa una sorta di metanarrazione anche abbastanza interessante, per poi risolversi attorno alla constatazione che il problema di fondo sono appunto le piattaforme stesse Siamo intorno ai quarantacinque secondi, arriviamo verso la conclusione del video dove di fatto l'argomento centrale.

Quindi i film sono noiosi sì o no? Non è stato in alcun modo risolto e anzi è stato presentato un ulteriore problema, il quale evidentemente è l'origine, chiamiamola l'origine del trauma che ha indotto le persone delle nuove generazioni.

Sono le parole che sono state utilizzate nel video a reputare i film noiosi perché hanno una bassissima sfera, dell'attenzione eccetera.

Ecco c'è un problema alla radice che sono i social.

Ma qual è il vero problema? Come dice La Creator negli ultimi istanti del video si chiama Cinquantacinque secondi e viene piazzata una esplicita in questo senso, cioè una domanda rivolta apertamente a tutte le persone che hanno guardato il video perché la Creator non sa rispondere a questa domanda? Il problema qual è il fatto di aver inserito una C T a una action? Una domanda per semplificare all'osso.

La questione negli ultimi istanti di un video ha indotto centinaia di persone a commentare quel contenuto.

Se non sbaglio sono quasi settecento i commenti um sotto quel postato su Instagram e questo ha chiaramente migliorato la visibilità di quel contenuto stesso, sviluppando un sacco di interazioni.

Quindi, se vogliamo creare uno schema più o meno sempre valido per uno storytelling, non dico standard, ma comunque abbastanza efficace rispetto a quelle che sono le logiche dei social network, possiamo veramente pensare di strutturare il nostro contenuto attraverso questo schema attraverso questi cinque elementi che bene o male, dovrebbero essere sempre presenti all'interno dei nostri contenuti.

Un gancio un'apertura efficace un'introduzione che serve a contestualizzare l'argomentazione il discorso che viene portato avanti all'interno del video stesso.

Uno sviluppo che può durare appunto una trentina, trentacinque secondi.

Quando arriva il quarantacinquesimo secondo del contenuto deve esserci però una risoluzione, altrimenti le persone sembrano percepiscono di aver buttato via del tempo perché non c'è una reale risoluzione del della tesi del problema presentato all'interno del video.

In questo caso, pur non essendoci a tutti gli effetti una discussione approfondita rispetto a quei temi, ma soltanto la presentazione di alcune ipotesi l'autrice del video, la Creator è stata molto intelligente e ha inserito una C T a che risolve la tensione che si crea all'interno del video, scaricando la responsabilità sul pubblico dicendo Io non lo so, voi lo sapete.

Questo è un meccanismo incredibilmente efficace perché si crea un rapporto di vicinanza tra il creator e il pubblico che abbassa la sua posizione, va a porsi allo stesso identico livello degli spettatori della sua community in generale di chiunque guardi il video, anzi, fa addirittura un passo indietro, ammettendo di non essere in grado di dare una risposta significativa ed esaustiva e chiedendo al suo pubblico se fosse in grado, invece di produrre una risposta, di offrirgli questa risposta così importante ad una tematica così significativa per il mondo contemporaneo e quindi la c t a piazzata lì, proprio alla luce dell'effetto, cioè che noi ricordiamo e memorizziamo le informazioni etichettate come poco significative per pochi istanti, è fondamentale inserirlo nei negli ultimissimi secondi del video perché scrollando distrattamente un contenuto all'altro nella stragrande maggioranza delle volte noi ricorderemo soltanto gli ultimissimi secondi.

Quindi, se vogliamo indurre il pubblico a compiere un'azione, inserire in questo caso una domanda aperta rivolta al pubblico bisogna farlo negli ultimi istanti del contenuto, perché sarà quasi sempre l'unica, cosa che il pubblico si ricorderà che lo spettatore finale avrà memorizzato nella sua memoria a breve termine