Voglio mostrarvi ora, fin dove ci si può spingere utilizzando consapevolmente la scienza e la psicologia dello storytelling, analizzando il lavoro di uno degli storyteller più bravi in assoluto che abbiamo in questo momento in Italia.

Sto parlando di Amaru che attenzione nasce come regista pubblicitario, quindi ha un'enorme competenza in montaggio video anche nella scelta delle inquadrature, nel ritmo da dare alla narrazione e riesce ad applicare queste sue competenze al talento cristallino veramente che ha nel mondo dello storytelling per costruire dei video dei vlog che sono principalmente caricati su YouTube, i quali veramente sono sono dei piccoli capolavori di storytelling.

Nella fattispecie non voglio mostrarvi un video lungo per intero, che potete tranquillamente analizzare e studiare poi su YouTube, ma voglio mostrarvi il che ha utilizzato come una gigantesca C T A per indurre le persone a guardare il video per intero, ricaricato appunto su YouTube che invece ha postato sul suo profilo Instagram.

Di fatto il video è semplicemente un estratto dell'inizio del video originale ricaricato su YouTube.

Questo perché è importante in fase di analisi perché riesce a funzionare in modo perfetto anche nel momento in cui non nasce per essere postato.

Pubblicato quindi la sua destinazione è un mondo di shorts di Grillo, di TikTok, dove sappiamo che dobbiamo coinvolgere immediatamente il pubblico, che abbiamo un tempo limitatissimo a disposizione.

E quindi il micro storytelling.

Questo esercizio di scrittura va in una direzione molto specifica e ma lo essendo davvero bravo e talentuoso nella costruzione dei suoi contenuti, riesce a funzionare contemporaneamente sia su YouTube Nell'interezza dell'esperienza che veicola all'interno del suo video quanto su Instagram, quanto in un contesto dove il video semplicemente è un piccolissimo estratto che funziona da C T a.

Lo guardiamo insieme e poi commentiamo.

In trentadue anni di vita della vita non ho capito una mazza, ma di qualunque aspetto, proprio niente di niente.

Ci sono momenti in cui penso di aver afferrato un concetto un attimo dopo, poi penso che no, non ho afferrato proprio niente.

Ma se c'è una cosa che invece ho capito ne ho la totale certezza e non voglio nemmeno il contraddittorio è che essere capiti è sopravvalutato.

La questione è complessa da argomentare, perché naturalmente si tratta di qualcosa di di visivo ed è vero essere capiti.

Sapere che qualcuno parli bene di te è bello, ma essere sinceri con se stessi è meglio e capita che realmente nessuno riesca ad entrare nella tua testa.

O magari in pochi riescono e per tutti gli altri rimane un' incompresa.

Vedete quanto è bravo nel costruire la narrazione già nelle primissime fasi di apertura, dove attraverso un gancio visivo racconta con questa voce fuori campo un suo pensiero e nel farlo automaticamente suggerisce il tema del viaggio.

Perché abbiamo lui stesso in questo caso, che funge da attore principale della sua stessa narrazione che si muove e quindi viaggia c'è subito quest'idea di un movimento, di un movimento che diventa poi una riflessione, un movimento di pensiero.

Lui si ferma, dice una frase volutamente provocatoria essere capiti è sopravvalutato.

E lo fa sfruttando un gioco, meta narrativo e una risonanza cognitiva, perché lui, in quanto creator, è per sua stessa natura in una posizione per cui tende, le persone lo capiscono e lo apprezzano ed è per questo che è successo nel mondo dei social.

Ma dice proprio perché voi pubblico mi avete posto in questo in questa strana condizione, io vi dico è sopravvalutato non rincorrere questo obiettivo perché è qualcosa che in realtà non non vi lascia nulla.

Risonanza cognitiva, rovesciando il rapporto tra creator e pubblico molto intelligente.

Riesce poi se avete notato a chiarire dei concetti, utilizza le parole in sovrimpressione che funzionano contemporaneamente come dei sottotitoli, perché agiscono in simultanea con la sua voce, che però vengono evidenziati al massimo.

Sono concetti che devono essere messi nero su bianco.

Lui toglie addirittura le immagini ad un certo punto per lasciare soltanto il testo e fare in modo che quel messaggio venga recepito.

Paradossalmente, dove il video si svuota delle immagini, abbiamo i momenti di più alta intensità emotiva, perché il messaggio diventa il cuore assoluto della narrazione e pone tutta l'attenzione in termini di storytelling su un concetto che deve sedimentare con calma.

In un certo senso all'interno della mente dello spettatore è veramente un'applicazione di micro storytelling.

In questo caso, visto che il video è brevissimo e in generale è veramente la dimostrazione che l'effetto privacy.

Quindi inquadrare immediatamente il contesto, creare un gancio efficace, sviluppare immediatamente una frase provocatoria che viene posta dopo qualche secondo di narrazione.

Quindi c'è anche una preparazione emotiva.

Vedete, a livello di tensione si sale, arriva la frase Essere capiti è sopravvalutato, massimo picco di tensione emotiva e poi scende tutto questo ovviamente è rinforzato, sostenuto da un montaggio fatto ovviamente da un professionista che ha delle capacità tecniche che i comuni mortali, o quantomeno i creator che si approcciano al mondo di creazione di contenuti sui social, tendenzialmente non hanno che però ci permettono secondo me di ottenere una grande ispirazione.

Secondo me l'obiettivo è studiare il lavoro dei content creator migliori che abbiamo in Italia per capire dove lo storytelling è il cuore della narrazione, anche se in un certo senso mascherato, coperto da tutta una serie di dovizie tecniche, di montaggi sofisticati di musica, però tutto concorre alla creazione di un'esperienza multisensoriale.

Torniamo veramente all'inizio di questo corso, dove tutti gli stimoli vengono processati simultaneamente all'interno di un'esperienza immersiva.

Più siamo bravi, più siamo consapevoli di quello che stiamo facendo in termini di storytelling, più le armi a nostra disposizione.

Le frecce che possiamo scagliare per fare centro sono davvero dei valori aggiunti che possiamo inserire nella narrazione.

Una volta che dominiamo la scrittura delle cose che vogliamo dire, possiamo sostenere questa scrittura utilizzando anche dei ganci visivi, utilizzando i movimenti di macchina, utilizzando tutta una serie di tecniche e di contenuti visivi che sono di derivazione cinematografica.

A questo si aggiunge la musica, che è un altro elemento fondamentale che possiamo utilizzare per inquadrare emotivamente la narrazione e ma loro poi crea una risonanza cognitiva con il pubblico.

Nel momento in cui dice io ho capito delle cose, non voglio contraddittorio.

Sono qui per raccontarle, ascoltatemi, ma lo sta facendo con una finta arroganza, perché le persone sanno che una persona che vuole esporre un concetto così contraddittorio rispetto al mondo dei social lo sta facendo perché ha maturato questa cosa con in modo genuino e non ha paura di mostrare il suo lato più fragile.

C'è poi, ovviamente, tutto il parate legato alla descrizione del video.

Alla caption ci sono tutta una serie di elementi che ci aiutano a inquadrare questo contenuto in un percorso narrativo ben specifico.

Però a livello di applicazione di studio dello storytelling, noi possiamo veramente utilizzare questi esempi virtuosi che non si riducono chiaramente allo splendido lavoro.

Diamo a loro, ma possiamo ritrovare gli spot pubblicitari se estendiamo il nostro perimetro di indagine.

Anche nel mondo dello storytelling possiamo analizzare il mondo del marketing e soprattutto possiamo analizzare il lavoro dei Creator che ci piacciono, perché poi dobbiamo capire come funzioniamo noi torniamo sempre lì, al concetto che tutto parte dai nostri perché parte dalla nostra motivazione intrinseca.

Capiamo che cos'è che ci piace negli altri, che cos'è, che funziona negli altri Creator perché funziona su di noi, perché automaticamente lì si sviluppa una solida risonanza cognitiva e cerchiamo, avendo preso consapevolezza di questi aspetti, di replicare questo circolo virtuoso è sempre e comunque un esercizio di studio, di approfondimento, di analisi che non mai bisogna sempre continuare a formarsi.

Lo storytelling è un esercizio di introspezione emotiva e di studio davvero di concetti di psicologia.

Quindi il mio invito è quello di leggere, di osservare, di studiare il lavoro altrui e di non accontentarsi mai di quello che si è raggiunto, perché le persone purtroppo sui social si annoiano molto facilmente, Quindi il nostro obiettivo è anche quello di continuare a reinventarci.