Lezione dal corso C2023
E ciao a tutte e a tutti, soprattutto e come dicevo appunto, questo titolo che all'apparenza può sembrare il titolo di una pubblicità di un'auto sportiva tipo poche panamera da zero a ho in realtà si legge da zero a auto auto.
Per chi non lo sapesse, è un termine tecnico che in pubblici tese significa fondamentalmente affissioni pubblicitarie.
Quindi i cartelloni che vedete in metropolitana, in stazione per strada e quindi proverò a capire insieme a voi, cioè o meglio vi vi vi dirò, come una startup, una piccola azienda con un piccolo reparto cattivo interno come Sereni è passata da zero, appunto a fare la sua, in questo caso seconda campagna di Automa, nella speranza che poi queste informazioni possano esservi utili.
E se Renis, per chi non lo conoscesse, è un centro medico o una startup, offriamo percorsi di supporto psicologico, psicoterapia, psichiatria, counseling, tante parole chiave che significano avere titolo, benessere mentale.
Lo facciamo online e in videochiamata e più in generale quello che facciamo è affrontare gli ostacoli pratici economici, ad esempio tecnologici e soprattutto culturali, che impediscono alle persone di occuparsi del del loro benessere, del loro benessere mentale, da cui appunto l'esigenza di comunicare anche e di e di fare campagne come quella che stiamo per vedere insieme.
Io appunto, sono francesco mozzanica, sono un copywriter e un direttore cattivo di senise da circa un anno e mezzo.
E cosa vediamo in questo piccolo intervento? Intanto lo scenario di partenza perché decidere di fare una campagna di comunicazione e offline? Um poi la strategia che abbiamo seguito l'idea e la campagna, cioè come l'abbiamo mai messa in pratica.
E poi ovviamente un piccolo riassunto.
E partiamo dallo scenario e chiediamoci come mai un'azienda decide nel duemilaventitré di fare una campagna offline, cioè di spendere soldi per un media che non è non è molto misurabile, diciamo così e invece di mettere quei soldi in performance e la nostra risposta è che servono entrambe le cose, semplicemente si vanno a toccare due pubblici molto diversi.
Il pubblico che noi prendiamo con un annuncio su google è un pubblico che ha già diciamo fatto un bel pezzo del suo percorso decisionale, cioè ha già deciso che magari vuole fare terapia o ci sta pensando in maniera concreta e cerca di andare al punto, ma c'è tantissima gente e nella maggior parte in italia che al benessere mentale proprio non ci pensa.
Um o magari ha delle idee molto vaghe è è importante andare a prendere anche quelle persone, anche ovviamente per abbassare un po' il costo delle campagne performance e fare in modo che siano le persone a venire da te e non il contrario.
Quindi da qui l'idea di fare una campagna di si dice di far crescere il com-, il percepito del brand, la notorietà del brand nello specifico come mai un'auto? Eh, la nostra risposta è stata l'auto, intanto ci permetteva di fare appunto wireless nelle città che è l'habitat principale del nostro target per durante queste espressioni che si riferiscono a persone però è per capirci, cioè le persone che usano sereni tendenzialmente abitano in città e poi è un mezzo l'automa molto più economico di altri mezzi che fanno leva sulla wireless, come ad esempio la televisione o la radio, che ha bisogno di investimenti consistenti e soprattutto prolungati nel tempo.
E l'automa è anche un mezzo che se trattato in un certo modo, ti dà la possibilità di generare del bus come si dice, cioè delle condivisioni dell'interesse.
Quindi questa è stata la nostra risposta a perché è un'auto eh, perché a settembre che è il mese in in cui abbiamo lanciato la campagna che è finita qualche giorno fa.
Effettivamente intanto perché è il mese di rientro in città che è di nuovi propositi.
Um è a settembre che si inizia la dieta o si va in palestra eccetera o si fa appunto terapia.
E poi è anche un mese che seguo agosto che vi do questa informazione.
Un po' inutile forse per chi non è nel settore, ma agosto è il mese in cui si fa meno terapia.
In generale è un mese, appunto un po' morto per per questi motivi, perché comunque un percorso può anche essere una decisione impegnativa e si preferisce rimandarla dopo le ferie.
E poi per questi motivi era anche il mese in cui era lecito aspettarsi delle campagne della concorrenza che infatti ci sono state e ci saranno.
E quindi questo è un po' lo scenario di partenza perché è un brand.
Senis in questo caso ha deciso di fare una campagna a Warnes.
Ipotizziamo che voi abbiate un un'azienda o lavorato in un'azienda che si trova nello stesso diciamo um step del flusso decisionale.
Cosa fate? Qual è la strategia che si che mettete in pratica.
Quindi dove facciamo queste campagne? E come compriamo materialmente gli spazi? Eh, allora intanto bisogna scegliere delle città o una città e noi abbiamo eh quando dico noi parlo soprattutto della mia collega Danica Castelli, che è brand manager e Senis.
Abbiamo guardato i dati sia quelli che aveva internamente e sia quelli di un di una ricerca che abbiamo commissionato a una società che fa appunto ricerche di mercato di brand al termine della nostra precedente campagna che citava Luca e e abbiamo scoperto che il più alto numero di persone predisposte a valutare un servizio di come il nostro si trovavano nel centro nord.
Quindi Lombardia, Piemonte, Emilia, Lazio principalmente.
E quindi abbiamo scelto una città in Lombardia Milano, una um in Piemonte, Torino, una in Emilia Bologna e una nel Lazio, cioè Roma.
Poi bisogna acquistare gli spazi e qui Veronica mi ha aiutato a fare questa slide in cui spieghiamo come si comprano questi cartelloni.
E ci sono tre modalità um la la prima, quella più comoda, è affidarsi a un centro media.
Un centro media è una un'azienda che appunto si occupa di acquisire di di affittare, di procacciare spazi spa, spazi pubblicitari per le aziende e in questo caso il flusso è molto semplice Tu dai il Euromedia, loro ti costruiscono il piano e tu lo approvi.
E poi il centro media che pensa alla contribuzione pagamenti è la parte diciamo più contrattualistica e il problema è intanto che bisogna avere un centro media.
Noi non ce l'avevamo e poi bisogna pagare una fine di gestione perché comunque è un è un servizio che ti offrono e quindi è una scelta molto costosa e anche se è molto comoda, poi c'è anche invece la possibilità di utilizzare alcuni fornitori terzi, alcuni siti web tipo spot map che aggregano diverse concessionarie, scegliere on demand, un po' i singoli impianti e costruire il piano.
Il problema mi dice la Veronica che in questo mondo ci sono meno spazi disponibili.
Noi abbiamo scelto la strada, quella in bianco, quindi la strada diretta, un po' dal produttore al consumatore finale come i contadini.
Quindi abbiamo contattato singolarmente le concessionarie di auto pm come IGP de la e anche i singoli comuni che hanno alcuni spazi.
Abbiamo valutato le offerte disponibili e per cercare di ottenere il massimo con la minima spesa costruito noi il piano e pensato noi alla parte contrattuale.
Quindi ovviamente c'è tanto lavoro dietro e serve una persona che che è in grado di farlo questo lavoro.
Ma le condizioni sono più vantaggiose e a questo punto abbiamo deciso di fare una campagna e abbiamo comprato i cartelloni.
Non rimane che riempirli, okay? E qui ci sono tante scuole di pensiero.
Ovviamente nulla vi vieta di prendere il logo del vostro brand e metterlo in grande su tutti i cartelloni e vedere cosa succede.
Può essere una strada.
Noi quando dico noi intendo il team di marketing di Senis che lavora insieme.
In realtà appunto, come diceva Luca anche da da prima in parte e abbiamo sempre privilegiato una strada che si basa su su insight.
Quindi nel decidere cosa dire, um cerchiamo di trovare questo inside che in pubblici tese è definibile come una verità condivisibile e rilevante per le persone c'è un concetto un'osservazione della realtà in cui le persone si possono riconoscere.
Esempio molto semplice eh? La famosa campagna di Esselunga di cui si è parlato per due settimane chiudeva se non sbaglio, dicendo non esistono spese non importanti.
Forse potrei sbagliare.
Era qualcosa di molto simile.
Quella era una campagna che non si basava quindi sulla convenienza di Esselunga sull'assorbimento, ma cercava di prendere una una verità e provava a metterla al servizio del brand.
Ed è esattamente quello che cerchiamo di di fare.
Qual è il motivo? Perché prendersi il disturbo? Beh, diciamo che il il tentativo qui è superare le difese del nostro cervello, nel senso che il nostro cervello oscura tutti i giorni centinaia, migliaia di comunicazioni pubblicitarie.
Um, una uno studio di qualche anno fa condotto negli Stati Uniti stimava circa cinque settemila messaggi pubblicitari al giorno che colpiscono una persona.
Appunto, negli Stati Uniti.
È possibile che in Italia la cifra sia un po' diversa, ma non di troppo.
E quindi cosa fa il cervello? Ci nasconde le cose, eh? Tant'è che probabilmente se io non vi vedo ma se vi vedessi, potessi chiedervi quante pubblicità vi ricordate che avete visto ieri? Forse fareste fatica a dirvene cinque o sei e a collocarle nel momento in cui le avete viste.
L' Insight è il tentativo appunto di provare a scardinare queste difese, cioè di fare in modo che la pubblicità venga vista innanzitutto poi venga eh, diciamo che crei l'interesse della persona che l'ha vista e che possibilmente venga ricordata.
Se noi riusciamo a ottenere queste tre cose abbiamo vinto.
Okay? Um perché è molto difficile ottenere di più in in questo fa in questa fase del del processo e quindi come si come si cerca un insito? Bisogna bisogna conoscere appunto il prodotto, lo scenario, il mondo di riferimento, cercare di capire come funzionano le persone a cui dobbiamo rivolgerci e provare a trovare qualcosa di interessante per loro.
E questa domanda che vedete a schermo è è una domanda che a noi dipendenti di sereni se ci viene fatta tantissime volte tutte le volte che siamo in un evento o non so usciamo con amici, ci sono amici che non conosciamo.
Ma cosa fai di lavoro? Hai lavoro in sereni online oppure a natale coi parenti? E allora dobbiamo continuamente rispondere alla domanda okay psicoterapia? Ma sì, ma la terapia funziona davvero, è un po', una truffa e non lo dicono, ma un po' lo pensano.
E la risposta come in tutte le domande che prevedono una risposta sì e no, quasi sempre la risposta giusta dipende, però dipende se noi vogliamo avere una risposta un pochino più approfondita.
Dobbiamo appoggiarci alle storie di chi ha fatto terapia, cercare un cambiamento e ha ottenuto dopo averci lavorato su.
E noi abbiamo la fortuna di essere dipendenti, ma anche di essere pazienti.
Nel senso che la quasi totalità di chi lavora in Senis è è è stato o è tuttora un paziente e e quindi avevamo tante storie da raccontare dal mio collega Samuele, che appunto lavorava male a a a un altro mio collega che non riusciva a smettere di fumare al mio collega Daniele, che aveva sempre mal di schiena e eccetera.
E più raccontavamo queste storie, più capivamo che erano tutte all'imperfetto c'erano al passato e precisamente all'imperfetto, quindi lavorava male, non dormiva, non fumava.
E quindi se sono passate queste persone, questi miei colleghi ma anche tanti nostri pazienti dal dire io non fumo a io io io non io non non riesco a smettere di fumare a io non riuscivo a smettere di fumare, io non riesco a dormire a io non riuscivo a smettere di dormire.
E quindi sai che abbiamo trovato che forse certe storie qua vedete una slide presa da Wikipedia che spiega come l'imperfetto sia il la forma verbale della nostra lingua, che si adatta principalmente a indicare le situazioni e le abitudini del passato, quindi abitudini passate che non ci sono più.
Ed è per questo che probabilmente certe storie, o meglio certi verbi, in questo caso sono meglio all'imperfetto.
E perché dire non riuscivo a dormire, è meglio di dire non riesco a dormire e e quindi abbiamo creato questa proto campagna che in realtà non era previsto che uscisse in affissione.
Era un poster per il nostro ufficio e che abbiamo fatto più di un anno e mezzo fa.
Okay per darvi un attimino dove siamo e all'inizio inizio del di seres che diceva appunto una una storia presa dal nostro ufficio um con delle parole come vedete scritte in a in scrittura a mano.
Quindi se riduci tutto questo lavoravo male a fine giornata mi sembrava di non aver fatto niente e dieci euro al computer e stavo al punto di prima firmato Samuele e certi verbi sono migliori in perfetto e e questa proto campagna era interessante, ma aveva anche un sacco di di problemi perché ad esempio questo gioco presente perfetto non era assolutamente immediato.
Io ve l'ho spiegato, ci ho messo tre quattro minuti e avete del contesto che però leggendola questa campagna non si evince il anche il verbo al presente.
In sostanza c'è solamente il verbo al passato e e poi c'è questo focus su samuele che in questo caso è il narratore di questa storia.
Ma non sappiamo chi sia samuele e quindi se non sappiamo chi sia, perché è lì ci serve veramente? Forse no e e poi soprattutto non si spiega da nessuna parte cosa fa sereni e senis è un'azienda che all'epoca esisteva da qualche mese e oggi esiste da meno di due anni ed è una warnes ancora molto bassa.
Quindi il problema è che se tu non conosci sereni perché non è ancora diventata coca cola ci stiamo lavorando.
Tu non capisci, sei solo la campagna e e quindi esci con un senso di estraniamento da questa, da questa visione che è il motivo per cui questo poster è finito nel buco nero delle nostre iniziative di comunicazione.
Pensate mai realizzate un un posto in cui tendenzialmente si entra e non si esce perché poi ci sono sempre cose nuove da fare e senonché e adesso arrivo alla alla alla ciccia, quindi alla campagna questo insite continuava a romperci le scatole era qua nel retro cranio ci diceva ciao, ci sono anch'io, ti ricordi di me? Era un'idea interessante ed era un'idea interessante tant'è che quando l'abbiamo um per arrivare alla tua quando l'abbiamo ripescato dal buco nero è famoso e ci siamo resi conto che lavorandoci un pochino non era più così.
Cioè si poteva superare quell'ostacolo quegli ostacoli um che avevano impedito a questa campagna di diventarlo e quindi da questa formulazione, da questo poster siamo arrivati a quest'altra impostazione di creatività basata sulla stessa idea ma con una serie di differenze significative um che adesso vado a elencarvi.
Intanto il titolo è più breve e questa è in generale una buona norma sempre scrivere meno è meglio che scrivere tanto e soprattutto se devi fare una campagna di affissione in cui le persone magari passano in macchina addirittura pu- oppure stanno lì ad aspettare il treno ma ti dedicano qualche secondo di attenzione.
Quindi tre righe sono meglio di sette otto poi soprattutto il qua non si vede, forse perché è un po' piccolo, ma il gioco presente imperfetto è esplicito, cioè le parole all'imperfetto sono sovrapposte alle parole, al presente e quindi rendono più chiaro non ancora abbastanza chiaro, ma ci arriviamo però più chiaro il concetto che sta dietro abbiamo perso la firma okay mi dispiace samuele, ti voglio bene, ma non servivi in questo in questo frangente e siam passati da dire certi verbi sono meglio nell' imperfetto a certe storie sono meglio all'imperfetto che è una piccola differenza, ma secondo me è significativa perché non è che il verbo lavorare abbia qualcosa di sbagliato.
È la storia di una persona che fa fatica a lavorare che o che lavora troppo, che lavora male, che può essere sbagliata.
Può essere può essere appunto um migliorabile.
E poi diciamo cosa fa senis, quindi diciamo il lo scopo del dell'azienda, quindi la psicoterapia online su senis punto it.
Quindi la campagna è più comprensibile, ma è abbastanza comprensibile, eh? Ed è perfetta così non esistono campagne perfette, però vedevamo ancora tanti margini di miglioramento.
Quindi la fase che porta dall'idea e questa possiamo dire la possiamo dire che l'idea alla campagna vera e propria è la fase dei dubbi, la fase in cui ti spacchi la testa finché non riesci a risolvere tutte quelle quei problemi che che è bene non fare uscire è bene tenere dietro le quinte per le presentazioni um con e e quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo mostrato la campagna internamente ed esternamente una serie di colleghi, ex colleghe, amici, persone di cui ci fidavamo alcuni del settore, alcuni no per capire cosa vedeva una persona che ha magari una cultura, una comunicazione, un po' diversa e quindi a risol- a risolvere una serie di di dubbi ad esempio i colori quali colori utilizzare? All'inizio pensavamo tra i colori viola, rosso e verde come la nostra palette.
Ma poi abbiamo visto la ricerca di brand di cui vi ho parlato.
Abbiamo scoperto che le persone facevano fatica a associarci a al viola, quindi abbiamo detto Sai che c'è andiamo sul semplice eh? Facciamo solamente viola.
E poi una cosa minuscola, eh? Di nome di fatto e cioè usare il minuscolo usare il maiuscolo nelle parole sovrapposte.
Ed è una scelta, sembra puramente stilistica um illustrativa.
Però in realtà ci siamo orientati sul maiuscolo perché è così che usiamo questo font che il nostro font proprietario fatto da noi um sul nostro sito.
E quindi se usiamo sempre il fonte maiuscolo, anche se il minuscolo è bello in questa campagna abbiamo deciso di utilizzare solamente il maiuscolo per avere più coerenza e e ancora serve a questa campagna un po' di copy um cioè un testo che sta sotto al claim certe storie sono meglio all'imperfetto e spiega meglio quello che stiamo dicendo per fare in modo che il messaggio passi al cento per cento Probabilmente sì, e quindi abbiamo aggiunto la frase trasforma i pensieri che hai in pensieri che avevi e fixo online su punto it, in questo caso spostato a sinistra per avere un punto di lettura in meno e e poi però sempre in base ai feedback che che abbiamo ricevuto, ci sembrava che fosse troppo testo in questo caso e che la prima frase e la seconda fossero un po', due claim in uno e allora un po', un po'.
Con grande dispiacere abbiamo eliminato l' insight, abbiamo tenuto dietro la campagna, abbiamo promosso a claim insomma i pensieri che hai in pensieri che avevi perché era una frase, un po' più didascalica ma molto più chiara e e ancora um stavamo lanciando in quel periodo i nostri adesivi, che sono appunto degli adesivi digitali che si trovano nella nostra app e che parlano di emozioni, ma lo fanno in maniera un po' laterale, un po' particolare o ironica.
In alcuni casi l'idea è dare la possibilità di esprimere le emozioni in maniera meno netta, cioè di non dire io oggi sono triste perché è una frase che magari molte persone si sentono di sentono di dover dire, ma non riescono a dire ma magari se diciamo una cosa più stupida, tipo attenzione palleggiate eh scusate il il francese oppure apatia, portami via, eccetera eccetera.
Può darsi che questa persona riesca a esprimersi e quindi riesca magari a creare un dialogo con le sue amiche e i suoi amici e e quindi abbiamo questi adesivi da lanciare, abbiamo detto ma integriamoli nella campagna e quindi abbiamo sostituito le parole scritte sopra con degli adesivi che di che dicevano fondamentalmente la stessa cosa in una campagna che, se notate è diventata anche viola scuro perché facendo le prove di stampa ci siamo resi conto che la versione precedente, quella un po' più chiara, non spiccava abbastanza.
Una volta che passava dal digitale al fisico e e ancora um abbiamo deciso di eh per dare un tocco in più e un po' più di leggerezza um alla campagna di associare al verbo principale del soggetto come guidare in quello di sinistra o lavorare in quello di destra, un adesivo speciale, un adesivo che richiamasse anche visivamente il verbo in questione.
Quindi lavorare è diventato ad esempio un computer, e guidare è diventato una macchina.
Qua è una questione puramente estetica, ma che in realtà dal dal alla campagna ha un respiro ancora più leggero.
Se notate la differenza già questa è più leggera di quella di prima, perché questo trattamento adesivo un pochino la la rende, la rende più potabile, diciamo.
E questa probabilmente la rende ancora più più leggera.
Non voglio usare la parola simpatica perché non è una parola corretta in questo in questo caso e però diciamo che dia un po' più di fiducia ecco o dovrebbe.
E infine poi ho finito eh corretto.
Abbiamo notato che questo gioco di sovrapposizione in cui al centimetro o meglio al pixel siamo andati a capire come mettere l'adesivo sopra in modo che si leggesse la parola sotto.
Ma che l'adesivo fosse effettivamente in una posizione sensata era molto semplice da fare con un side, quindi fare un soggetto senza adesivi e uno a fianco con adesivi e abbiamo proposto aveva nei castelli e al nostro team di marketing una campagna di questo tipo, quindi un soggetto grande senza adesivi.
E poi quello quello dopo con gli adesivi.
E Veronica a quel punto ha parlato con la concessionaria eccetera e ha trovato esattamente uno spazio in corso Venezia a Milano che si prestava a questa cosa e quindi è diventato un po' la nostra creatività.
Flagship possiamo dire no, quindi quella che vuoi che venga ricondivise è che effettivamente è stata abbastanza ricondivise più delle altre perché è esteticamente molto, molto impattante e e fondamentalmente qua siamo arrivati da zero a nostra campagna.
Quindi se vogliamo fare un piccolo riassunto, come si passa da zero a forme facendo le campagne fatte in casa, eh, intanto bisogna capire internamente se eh l'azienda in questo momento ha bisogno di crescere la sua Wass, perché se invece bisogna dare sulla performance probabilmente ci sono scelte migliori in cui è più facile controllare il diciamo, il costo e il ritorno dell'investimento.
Però invece se si vuole provare a avere più libertà creativa e si vuole provare a entrare un po' nelle conversazioni naturali, allora una campagna di Warnes come può essere uno sport divisivo o un'auto può essere una scelta giusta.
Una volta che abbiamo scelto di fare la campagna bisogna capire dove farla.
Possiamo fare come se renis che l'ha fatta in quattro città possiamo anche decidere di farla in una città sola.
Possiamo farla anche in un solamente in una stazione, ad esempio dominare una stazione e eccetera.
Ci sono diverse possibilità e poi acquistare gli spazi.
Gli spazi li acquistiamo attraverso un centro media se ce l'abbiamo o attraverso dei siti che fanno questo um e sapendo però che troveremo pochi spazi oppure facendo un un po' di fatica e andando a contattare direttamente concessionari comuni e occupandoci noi della parte contrattuale.
E poi bisogna pensare all'idea e qui l'idea di tutti possiamo mettere il nostro prodotto se si vuole.
Se invece si vuole lavorare un po' sugli insite um bisogna appunto andare a cercarseli questi insite.
Quindi queste identità condivisibili su cui poi costruire insieme quello che sarà la campagna che a quel punto per essere realizzata ha bisogno di tanti dubbi, tanti problemi, tanti feedback.
Um noi abbiamo paura di farla vedere a persone appunto fidate e magari non è competitor quello okay e cerchiamo di recepire il feedback, cerchiamo di non innamorarci dell'idea iniziale, per quanto potesse sembrarci bella, perché l'essenziale è fare in modo che la campagna arrivi, che si capisca.
E se non si capisce abbiamo buttato via tempo soldi, abbiamo fatto male il nostro lavoro.
Vi lascio tre risorse prima di di di stare zitto e rispondo a magari a qualche domanda.
La prima è la newsletter e è la newsletter di inizio Ratti che è un copyright di esperienza trentennale, come si dice direttore cattivo fondatore di agenzie e raccoglie a cadenza settimanale bisettimanale le migliori campagne italiane e internazionali, soprattutto campagne video.
Ma in realtà non ci interessa, perché il concetto dietro è sempre lo stesso, è sempre cercare questa famosa verità e metterla al servizio del prodotto.
Quasi sempre.
Comunque.
Poi vi lascio un sito che si chiama of the World, che è un catalogo sterminato di pubblicità, odiatissimo dai pubblicitari perché ha poca moderazione.
Fondamentalmente chiunque può caricare una propria campagna anche finta, okay, ma ci sono anche tantissime e non lo dico.
Tantissime intendo migliaia, decine di migliaia di campagne vere.
Quindi è ottimo per chi vuole crearsi un archivio e prendere ispirazione.
Ad esempio vedere quali campagne profumo hanno fatto nel mio settore fuori dall'italia principalmente perché son te tendenzialmente un po' più bravi di noi e e poi vi lascio un mio manuale universitario non mio perché l'ho scritto io mio perché l'ho letto l'ho studiato e ce l'ho ancora um nello scaffale e si chiama bill barba e la rivoluzione creativa la controstoria immaginate un po' di bill barba e della rivoluzione creativa più estesamente della d d b che è l'agenzia che ha cambiato il modo di fare pubblicità e ha un po' inventato l'insolita in pubblicità detta con una semplificazione ovviamente e ed è tutto qui eh, io mi chiamo francesco mozzanica, la ringrazio tanto per l'attenzione e spero che adesso luca arrivi a salvarmi mi fai morire ogni volta arrivo a salvarmi come se ti lasciassi cinque secondi e glielo allora grazie mille veramente francesco intanto se volete connettervi con francesco lo potete fare direttamente qua, tanto poi vedete il suo nome anche mentre siamo soltanto io e lui qua quindi ci mi rimetto tranquillamente complimenti come al solito io infatti quando avevo visto il titolo non ero sicuro quale campagna sarebbe stata stupendo che sia una nuova ci sono arrivati veramente tantissimi, tantissimi feedback.
Bellissima questa campagna interessantissima sentire il processo creativo strategico che c'è stato.
Ci sono persone che invece direbbero adoro, le userei tutte.
Chiaramente si riferiva un po' agli ker molto figo questo approccio di a d v offline quindi ognuno in base poi anche alla sua professione da feedback diversi.
Però ci sono delle domande allora anto- antonio dice a livello di grafica con quali tour è stata fatta la campagna di serenissima? Perfetto, chiamo meg che è la mia collega no scherzo eh allora abbiamo usato gma per la prima parte e e poi però tutto il resto l'abbiamo fatto in illustrator um per domande più per antonio, per una risposta molto più approfondita e anche il senso di usare due tool e anche altri che non ho citato.
Sicuramente ti consiglio di connetterti con mag mag vallejo la trovi su linkedin cercando di dipendenti se la trovi anche sul nostro sito la pagina chi siamo e sono convinto che sarà felice di condividere con te i segreti dietro la campagna la la domanda che ho io invece prima di andare ad altre domande è eh quand'è che una campagna o comunque magari una campagna dove magari c'è un budget.
Fate c'è anche una domanda sul budget.
Ora la ritrovo non ha senso di esistere.
Nel senso voi chiaramente vi state rivolgendo, immagino a un target che è anche molto mainstream.
Se qualcuno si rivolge molto a una nicchia, fare dei cartelloni, magari in un luogo di estremo passaggio, avrebbe senso in questo caso.
Ma guarda, io no.
A me non piace dei criteri per decidere quando fare o non fare una cosa.
Sì, no, certamente.
Ci sono.
Um però secondo me non è tanto questione di nicchia, è una questione di di impatto che che si vuole avere certamente un una nicchia eh una una nicchia è più facile.
Magari raggiungerla con con una campagna digitale, ad esempio, che ti permette una profeta molto più elevata.
L'atp colpisce un raggio molto ampio, non vuol dire che non si possa fare.
Ovviamente vuol dire che nel farlo devi avere molto bene in mente quello che stai che stai facendo? Insomma quello che vuoi ottenere.
Perché se ti aspetti di ottenere il massimo della tua nicchia con una campagna che non ti dà controllo su chi, su chi i bersagli? Chiedo scusa per la metafora.
Non è neanche il momento di usare queste metafore, ma la pubblicità è piena di termini bellici, è è è abbastanza, è abbastanza contro produc-, può essere controproducente.
Quindi a livello di budget, in realtà, um oggi costa molto meno fare una campagna di quanto costasse, magari dieci anni fa, e va molto anche chiaramente a periodi l'azienda.
La campagna che abbiamo fatto a settembre è costata molto di più di quella che abbiamo fatto l'estate scorsa per una questione di concorrenza semplicemente, um e quindi a attraverso la la compravendita diretta degli spazi è possibile risparmiare significativamente.
Parliamo comunque di diverse decine di migliaia di euro.
Quindi se vogliamo fare una cosa estesa che a volte è necessaria perché hai bisogno di un po' di copertura, serve a poco fare l'unico cartellone, a meno che sia un cartellone speciale, tipo quello rovesciato che abbiamo visto e che allora lì speri che tutto sul sul digital Okay quindi il tuo B t puoi fare uno stand e fare una cosa per per farla e sperare che poi venga ripresa.
E se invece tu vuoi ottenere una copertura di una città, hai bisogno di un certo budget, ovviamente.
E però Si, si può se sei soprattutto se hai una collega brava come Veronica riuscire a farlo um a prezzi diversi rispetto a quelli che uno potrebbe pensare.
Fantastico.
Paolo chiede avete avuto a disposizione un budget ben definito da gestire i s? Sì, abbiamo la nostra, che si chiama Serena Rossetti, che non transige.
Poi ovviamente c'è sempre un po' di di margine.
Quindi si sente un budget di massima, sapendo che magari c'è sempre quell' extra per fare ad esempio la campagna che abbiamo visto, quella di corso Venezia che non era preventivata e però aveva senso rispetto a una scheggia complessiva.
Abbiamo provato a prenderla a prezzi appunto competitivi, possiamo dire.
E a quel punto, una volta che si è sbloccata la contrattazione, abbiamo abbiamo messo già da parte un budget apposta per situazioni come quella, però sì, certo, fantastico.
Valeria chiede quanto tempo ci è voluto completare L'idea ave-.
Avevate pressione di tempo per acquisire il finale? Sì, certo, perché ci sono dei termini di consegna da dare soprattutto con offline.
Devi comunque consegnare diversi giorni prima, poi dipende dalla concessionaria e la pressione c'è sempre.
Diciamo che i deadline aiutano abbastanza perché senza deadline rischi di non fare le cose, quindi bisogna sempre cercare di avere una deadline, magari non troppo stretta, perché poi l'azienda va avanti, come ho detto l'abbiamo fatto internamente questa campagna, quindi non è che abbiamo smesso di lavorare ad altre cose e diciamo che se escludiamo la parte, quella di un anno e mezzo fa perché non me lo ricordo quanto abbiamo speso, però tendenzialmente, um per la parte esecutiva, um il team creativo ha speso circa mhm, diciamo cinque giorni lavorativi, una settimana, qualcosa di questo tipo.
Prima però c'è stata tutta la parte di contrattazione di ricerca che è quella può prendere anche più tempo, perché ovviamente non lo fai da solo, devi devi conversare con delle società, delle persone, eccetera.
Stupendo Sara chiede campagna bellissima come avete misurato i risultati di questa campagna? Oltre alle condivisioni dei manifesti sui social.
Okay, grazie Sara intanto il complimento in questo momento abbiamo solo le condivisioni.
Abbiamo solo dati indiretti, come appunto condivisioni feedback qualitativi che ci arrivano anche da aziende cui parliamo influencer oppure abbiamo il visita il sito nei giorni della campagna e nelle città per risultati più invece quantitativi.
Bisogna fare una ricerca di brand che è quella che abbiamo fatto per la vecchia campagna precedente che ti dice com'è cambiata la tua notorietà sostanzialmente nei territori e non solo quando hai fatto la campagna e e quindi se sei cresciuto come volevi o se sei rimasto al palo, sei addirittura diminuito.
Quindi ci sono delle delle società che fanno questo ed è il motivo per cui è è più difficile misurare i risultati di campagne offline come questa.
Quanto usate i QR code? Poco poco, perché nella nostra es- esperienza, um funzionano poco nel senso poi ci ci sono stadi invece che in cui hanno funzionato molto bene.
Diciamo che noi non abbiamo mai non siamo mai riusciti a utilizzarli in comunicazione offline um in in una maniera tale da dire okay, ha avuto senso mettere perché poi, come tu sai benissimo, si possono misurare le scansioni e magari le scansioni sono sono molto poche e però non significa necessariamente che la campagna è stata un insuccesso, perché magari la persona ha il tempo di guardare la campagna e magari se la ricorda ma non ha il tempo, non ha voglia di in quel momento scansionare il e nel vostro um un lo chiamo un ma non è neanche quello, perché voi avete un test che la persona fa prima di entrare.
Noi, per esempio, nel nostro di Learn abbiamo la domanda finale dove si è scoperto? Sì, e quello ci dà incredibili informazioni, perché è un dato qualitativo che trasforma in quantitativo.
E noi, per esempio, da quando abbiamo aperto il blog di Learner abbiamo aggiunto, per esempio, l'opzione il blog o o altro.
Questa cosa qua è una cosa che uno potrebbe inserire attività di wireless di questo tipo e facendo un mega un mega mix modeling, si potrebbe capire un altro se questo qua misura un po', la wireless che non puoi misurare in altro modo neanche le code.
Hai ragione, hai ragione.
Infatti mi sono dimenticato di dirlo.
Anche noi abbiamo sistemi di questo tipo non l'abbiamo inserito, anche se abbiamo discusso molte volte se farlo perché sarebbe molto comodo, avremmo un sacco di dati.
I dati, come tu ben sai, sono sono sono una miniera, insomma, e non l'abbiamo mai inserito nel questionario.
Perché il questionario è una scelta, diciamo etica clinica, nel senso che il questionario serve a a dare al paziente la possibilità di aprirsi e di trovare il terapeuta non serve nella nostra ottica, nel fare, nel avere dati di marketing.
Altre aziende invece, un approccio magari più mobile da questo punto di vista hanno fatto scelte diverse che sarebbero molto utili a livello aziendale.
Quindi cerchiamo di fare questa cosa però dopo quando magari hai già fatto il questionario, ti sei già registrato o registrata e quindi magari trovi questo sondaggio nell'area personale, poi lo trovi via mail.
I dati sono meno di quelli che avremmo.
Però pensiamo almeno in questa fase, che sarà corretto così non è detto che poi magari non torneremo indietro sulla decisione.
E però sì, anzi, grazie di averlo detto perché è assolutamente fondamentale.
Ottimo.
Giulio dice io ho solo un feedback, vi amo, quindi lo lo condivido.
Laura scusate se è possibile ricondividere il code che ha dovuto rinfrescare.
E quale dei tanti Laura? Perché c'erano tre, eh? Allora questo qua è il manuale.
E poi c'era una newsletter e un sito.
Comunque magari non so un minuto, poi le slide comunque saranno tutte disponibili.
Perfetto.
Perfetto.
E vedi Sì, sì.
No, no, figurati.
Okay, tanto ce l'hanno, poi rivediamo il resto.
Allora altra domanda, Poi tranquillo, ti lasciamo andare.
Alessandra Bill Grazie per questa situazione.
Prego.
È fantastico.
Grande.
Complimenti Nell'ultima mezz'ora.
Non ho lavorato, ho imparato tantissimo.
Stupendo.
Ecco la domanda in termini di performance pensi che il test che il testo debba essere più limitato? Bisogna usare più grafiche che rappresentano la vita delle persone, ad esempio in termini di performance, immagino quando si fanno annunci per la performance, penso sia sia questa la domanda e io no, io credo che in base al cartellone al alla campagna okay, sì, prego.
Okay, poi lauro, se invece abbiamo capito male, magari ti dicevo e io penso che queste regole non hanno hanno senso fino a un certo punto, nel senso che è è tutto veramente troppo più soggettivo di di così.
Cioè sarei molto semplice se mhm scrivendo poco testo più testo, mettendo una foto o meno una foto hai a avessimo il successo di una campagna, sarei molto facile, anche un po' noioso e la realtà che dipende tantissimo dalla dalla campagna dall'idea.
Io ho fatto una campagna una volta per un per un altro brand che era ottocento parole, è nata molto molto bene e altre volte invece ne ho usate tre e ed è andata molto, molto molto male e a volte è successo il contrario.
Quindi io penso che bisogna parlare alle persone e a volte questa cosa si può fare con le grafiche o delle foto.
A volte si fa con con le parole, dipende dall'idea, però questa è chiaramente la mia la mia opinione tra l'altro cisco però francesco è un bel nome tra l'altro, la persona che ha rinnegato il suo nome chiamato cisco.
Quindi ave- almeno non non avrete problemi di chi si chiamerà francesco e chi si chiamerà in un altro modo no? Sì, sì, è una mia decisione per per evitare altri galli nel pollaio.
No, scherzo.
Quindi il corso a d v b se arriverà presto, appena appena entra direttamente abbiamo usato il mirino caterina.
La campagna è stata ripresa anche sui touch point digitali.
Avete anche parlato di di di che c'è un modo che voi usate per stimolare questo per caso e in ad intendere le condivisioni.
Beh, abbiamo tutto il lavoro sulle p a chiaramente che è molto importante e e poi bisogna cercare di trasportare l'idea sui social, sui organici e o o poi una classica, una classica cosa che noi non abbiamo fatto in questo momento perché non abbiamo budget per fare una ma che si fa spesso utilizzare l'influencer e che magari, guarda caso passano davanti alla campagna e la rilanciano.
In alcune situazioni può fare la differenza anche per per dare quel bus iniziale.
Ma poi ovviamente, come è successo con Esselunga, la differenza la fai quando le persone lo fanno senza di te e non noi.
Non siamo riusciti a farlo fino a quel punto.
Purtroppo abbiamo coperto Paolo quattro città e scusami Luca, ho visto che ti ho anticipato e Torino, milano, bologna, Roma Okay, come avete scelto la città e lo li abbiamo scelti in base ai dati sia interni che di una ricerca di brand che avevamo, che ci diceva che erano, diciamo i nostri utenti, i nostri pazienti, o meglio erano, diciamo concentrati al centro nord, in quelle quattro regioni abbiamo preso i capoluoghi di regione anche in base alle presenze di una metropolitana, era che c'era volevamo stare le metropolitane e non tutte chiaramente le città, ma le metropolitane super e Maria Laura aumenta ancora di più, dicendo che ha senso farlo di un quartiere se sei un'attività commerciale che si rivolge solo ad un posto preciso? Secondo me assolutamente sì.
E non è detto che sia una tua, cioè che non sia un cartellone gigante, ma potrebbero essere dei poster.
Ad esempio i comuni spesso hanno dei poster che vengono, che sono molto economici perché vengono poco utilizzati.
E però sì, è è è è utile a livello offline.
Se tu lavori in un appunto in un quartiere preciso, prima conquistare quel quartiere e poi provare a espandersi.
Quindi sì, a livello di offline quantomeno.
Quindi ha molto senso, secondo me.
È una domanda di francesco molto interessante dove dice che se chiede se l'auto phone può avere un costo per contatto anche più basso di altre tipologie di campagne con digitale? Se è così un ottimo canale per obiettivo, io penso che più di costo per contatto si dovrebbe misurare in costo per i cosi in c p m in costo per wireless proprio a livello, perché si sta parlando di quello e su quello voi avete dei numeri a livello proprio di persone che passano e e che lo vedono perché in realtà è difficile misurare questo costo per contatto.
Il digital è imbattibile, non non esci, quindi se quello è il tuo obiettivo tenere basso il costo per contatto, non fare la forma.
In sostanza è quello che dici tu.
Questo per io in questo momento non ho dati da da fornire, ma sono tutti dati che direttamente o indirettamente si possono ottenere attraverso gli cerchi di brand, anche se non in maniera puntuale come una persona.
Si ci si aspetterebbe chiaramente e perché son sono canali molto difficili da misurare.
Io aggiungo che dipende tantissimo dalla mia esperienza diretta.
Quando lavoravo a Rocket internet in Australia e andavamo a consegnare volantini vestiti da banana e avocado non sto scherzando.
Io e il mio capo tra L'altro hanno anche una foto di di lui eh, lo voleva, a parte i vestiti a ballare o altro.
Era divertente, però lo facevamo anche perché in Australia, in quel momento dare volantini nella C B D, cioè nel centro di business della città, portava un costo proprio di acquisizione di cliente più basso rispetto a diversi canali digital in Australia, che era comunque molto digitalizzata come come come stato tutto il resto, quindi sono tutte cose che effettivamente si possono comunque misurare.
Dipende tanto da che tipo di campagna, perché alla fine ci sono tantissimi modi diversi di fare auto.
Non è soltanto cartellonistica, fring volantini è un'altra modalità eccetera.
Francesco, che cosa mi io ho ho un po', la resistenza dei volantini perché penso che sia un enorme spreco.
Cosa ne pensi tu? Io li odio e devo dire che non li ho mai usati.
Però li fate bellissimi.
Non sono volantini, però fate i cartellini.
Sì, sì, sì.
Abbiamo fatto delle cartoline più che altro per eventi molto piccoli, che però è diverso da il volantino in mente alla persona davanti alla metro.
No, no, no, scusami.
Quelli sotto sotto il tergicristallo.
Ah, okay.
Quelli sono okay i bigliettini.
Certo.
E allora quella è un'attività un pochino un pochino diversa.
Ecco, per dare un po' di contesto abbiamo scritto dei messaggi um inaspettati messaggi che erano pensati per dare un po', un sorriso che li leggesse e li abbiamo infilati con Ungheria.
Um attraversa sotto i tragi cristalli delle persone.
Abbiamo avuto uno sconto clamoroso e però penso fosse più il il messaggio che il mezzo.
In quel caso e e in generale, come sempre, so che non so sono cose molto noiose.
Un po' democristiane, però dipende veramente tantissimo.
Tu hai detto che hai fatto successo con hai fatto successo? Hai avuto un ottimo riscontro coi volantini fisici e tante aziende invece non hanno ottenuto.
Quindi dipende sicuramente come li dai i volantini.
Che comunicazione ci metti dentro? E dipende da che azienda sei.
Um il volantino classico da attività commerciale forse ha senso per le attività appunto commerciali locali, perché sennò non lo farebbero.
Immagino per le aziende un po' grandi rischia di attirarti anche delle anche giuste critiche, di spreco di rifiuto eccetera e ed è un rischio a cui a cui diciamo calcoli abbiamo calcolato quando abbiamo fatto i volantini fisici abbiamo avuto questi dubbi, pensavamo che il vantaggio del messaggio fosse più forte, la potenziale critica che poi comunque ti aspetti, ovviamente.
E però appunto non è detto che fare la digita non avrebbe pagato e tant'è che abbiamo messo quei bigliettini anche nella nostra app in questo momento fantastico secondo me veramente super scusami visto che sono comparse due domande adesso Marco ciao francesco di nuovo, forse domandone che rapporto avete con il team prodotto digitale? E quanto e come lo sviluppo del prodotto influisce sulle campagne e viceversa.
Ciao marco, intanto e non esco come un domandone abbiamo un rapporto molto stretto, nel senso che io, oltre a essere direttore cattivo lavoro anche al team design così mag.
Il vantaggio di Senis è un'azienda molto piccola in cui tutti sanno tutto e quindi i processi di comunicazione e prodotto sono collegati ed è giusto così, perché per l'utente e per il paziente non ci sono differenze tra prodotto e marketing.
Lui vede un brand e lo vede sia quando vede lo spot, sia quando vede l'app.
Quindi il vantaggio di essere piccoli e il vantaggio di poter collegare molto bene queste due cose.
In questo caso, come dicevo prima, lo sviluppo del prodotto quindi il rilascio degli adesivi digitali ha influito sulla creatività e perché li abbiamo inseriti dentro.
E a volte chiaramente può succedere anche il contrario.
Però tendenzialmente io penso sempre che il prodotto sia più importante della comunicazione o meglio che la comunicazione più importante sia il prodotto.
Non so come dire e fare una campagna bellissima per un prodotto che non funziona sarebbe controproducente, quindi è è più il prodotto che guida.
A mio modo di vedere non puoi promettere una cosa che poi non non non puoi sostenere nella nella nella realtà ultimissima domanda lo prometto.
Um Filippo, che tra l'altro è uno degli speaker che vedremo non domani, dopodomani.
Quando avete lanciato questa campagna avete provato a misurare se l' offline ha influenzato positivamente le campagne online in termini di c, p, m, c, p, c, c, p, a, eccetera? Allora non non credo in maniera puntuale.
Ovviamente abbiamo visto um se c'erano diciamo effetti a così a breve termine e però no, non non non mi sembra che l'abbia fatto e che il che non non vuol dire che che sia non è per forza una notizia negativa per i motivi che che dicevo prima e non l'abbiamo fatto in maniera progra.
Quindi o forse l'abbiamo fatto e non lo so e in quel caso devo chiedere al mio collega Samuele e ti dirò, ti darò una risposta.
Piccolo preambolo
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