In questo articolo

Blog » SEO » Come trasformare le ricerche organiche in contenuti SEO per il Blog

Come trasformare le ricerche organiche in contenuti SEO per il Blog

Un procedimento step by step per creare contenuti SEO: dalle keyword ai risultati di ricerca. Ecco come strutturare un piano editoriale Blog.
Come trasformare le ricerche organiche in contenuti SEO per il Blog

Cosa vedremo in questo articolo

Quando avviamo un progetto di content marketing organico, dobbiamo ricordarci che le ricerche influenzano i contenuti SEO. Ciò significa che creando articoli di blog, post social e video per YouTube dobbiamo tenere a mente cos’è che l’utente cerca, qual è il suo bisogno effettivo: qual è il problema a cui sta cercando di dare risposta.

Per rispondere a questi aspetti dobbiamo effettuare una keyword research: che sia manuale oppure con l’intelligenza artificiale, in ogni caso queste informazioni dovranno essere analizzate con tool specifici come Ubersuggest, (o Semrush e SEOZoom).

In questo articolo vogliamo vedere proprio come utilizzare Ubersuggest per scoprire e analizzare le ricerche degli utenti, con l’obiettivo di costruire una struttura blog e di contenuti SEO per il calendario editoriale.

Puoi seguire tutto questo processo su Learnn con il corso Trasforma le ricerche SEO in contenuti di Luca Olovrap (SEO Consultant e Blogger).

    1. Definire gli argomenti da trattare

    Il primo è step è quello di definire quale tipologia di argomenti vogliamo trattare all’interno del nostro piano di content marketing: lo facciamo analizzando inizialmente quelli che sono i risultati di ricerca. Dovremo segnare le macro parole chiave che definiscono la nostra attività.

    Se prendiamo in esame Learnn, sappiamo che è una piattaforma che offre corsi di formazione online. Partendo da questa informazione andiamo quindi a scegliere le parole chiave affini, e scriviamole all’interno di un documento (Google Documenti è perfetto).

    Possiamo anche avvalerci del supporto di un glossario online.

    Trasformare un glossario in parole chiave

      Una volta definiti gli argomenti da trattare, riportiamoli all’interno di una mappa concettuale che ci permetta di avere una visione grafica di come verrà strutturato il blog che vogliamo avviare.

      Non esiste un modo giusto o sbagliato di realizzare questa mappa: l’importante è realizzarla in funzione di ciò di cui si vuol parlare riguardo al brand o al personal brand in questione.

      Per esempio Luca Olovrap – di cui stiamo riportando gli esempi del corso in questo articolo – suddivide un potenziale blog di Learnn in diverse aree tematiche, da esplodere qualora l’argomento comprenda altri sotto argomenti (vedi il nodo “Corsi”).

      Esempio di mappa mentale di Luca Olovrap per un ipotetico blog di Learnn

      Struttura del blog di Learnn

      Quello che invece abbiamo fatto al lancio del nostro blog, invece, è stato organizzare e suddividere le categorie del blog seguendo le tematiche trattate da Learnn. Abbiamo così voluto distinguere macro aree come “Copywriting, Growth Hacking, Analisi Dati”.

      Ecco la mappa di Learnn:

      Mappa mentale reale del blog di Learnn, realizzata su Miro: mostra le categorie del blog e i potenziali tag da usare

      Al momento della creazione abbiamo inserito anche potenziali Tag da utilizzare per raggruppare quegli articoli che sono accomunabili ma che non rientrano nella stessa categoria.

      Al momento non li abbiamo implementati, in quanto andrebbero ad appesantire la struttura del blog e avremmo ancora pochi articoli per poter “riempire” quel Tag.

      Esistono vari strumenti per generare questa tipologia di mappe mentali: Luca ha utilizzato Coggle nel corso, ma puoi utilizzare anche Miro o Xmind.

      2. Intercettare i bisogni delle persone sul web

      Una volta definita la potenziale struttura del blog, dobbiamo intercettare quelli che sono i bisogni delle persone sul web.

      Se la parola chiave definisce il termine con cui l’utente cerca qualcosa sul web, il nostro vero interesse è l’intento di ricerca. Sono il motivo per cui le persone effettuano delle ricerche online. Che cosa cercano? Quale problema vogliono risolvere?

      I contenuti seo si realizzano analizzando non solo i termini di ricerca ma anche gli intenti di ricerca

        Gli intenti di ricerca possono essere sinonimo e gruppi di parole, a volte parole ambigue per le quali è difficile comprendere cosa vuole l’utente, e possono essere di 4 tipologie:

        Informazionali → Servono a trovare informazioni su qualcosa

        Informazionali-commerciali → Servono a individuare informazioni su un prodotto o servizio prima di un eventuale acquisto

        Transazionali → Hanno come obiettivo un acquisto o una conversione

        Navigazionali → Hanno come obiettivo il navigare verso uno specifico sito web o una risorsa.


        Adesso che abbiamo visto la differenza tra termine di ricerca e intento di ricerca, e quelle che sono le diverse tipologie di intenti, passiamo all’azione utilizzando uno strumento di keyword research: Luca utilizza Ubersuggest, ma ne esistono molti altri che trovi all’interno dell’articolo Keyword Research: 8 tool per la ricerca delle parole chiave.

        2.1 Scoprire nuove keyword

        Quindi andiamo ad inserire su Ubersuggest – nella funzionalità Idee keyword – le nostre parole chiave.

        Esempio di ricerca su Ubersuggest per le parole chiave "corso, corsi, videocorso"

        Qui è importante sapere che le voci singolari e plurali vengono conteggiate come parole distinte, così come le parole composte quando vengono scritte in modo separate: “corso” e “corsi” sono differenti, ma anche “video corso” e “videocorso” possono generare altri risultati.

        Come Luca suggerisce, scegliamo di partire da termini di ricerca generici come “corso, corsi, videocorso”: ci permetteranno di esplodere l’intero argomento, evitando di perderci per strada parole importanti che verrebbero, appunto, escluse dalla ricerca con parole troppo specifiche.

          2.2 Filtrare i termini di ricerca

          Come vedi dall’immagine precedente, utilizzare queste keyword di partenza ha generato oltre 340.000 termini: sono decisamente troppi da analizzare a mano.

          Per questo motivo dobbiamo utilizzare i modificatori di intenti, ovvero delle parole che fungono da filtri per restituirci soltanto la tipologia di intenti di ricerca che desideriamo.

          Inizialmente utilizzeremo i modificatori di tipo informazionale, ovvero “cosa, come, perchè, perché, perche”: anche gli accenti generano risultati differenti, per questo vanno inseriti.

          Utilizzo dei filtri keyword su Ubersuggest

          Inserendo il filtro “cosa” in Includi keyword, ad esempio, riduce drasticamente i risultati, fornendoci così intenti più specifici e in linea con la nostra attività: incominciamo a vedere le prime idee di potenziali articoli da realizzare!

          Adesso possiamo selezionare tutte le keyword che hanno un alto volume di ricerca ed esportarle in un foglio Excel, che successivamente importeremo all’interno di Google Fogli: qui andremo manualmente a decidere le parole chiave che ci servono ed eliminare quelle inutili.

          Ripetiamo questo passaggio con tutti i modificatori di ricerca che vogliamo: su Ubersuggest, il campo filtri Includi keyword funziona con una query alla volta.

          2.3 Escludere ciò che non ci serve

          Il filtraggio dei termini non finisce qui, perché ora vogliamo cercare tutti quegli intenti di ricerca di tipo transazionale (persone che vogliono acquistare), quindi escludere tutti i termini che sappiamo già che non ci interessano, in questo caso quelli di tipo informazionale.

          Per farlo dobbiamo eseguire due passaggi:

          1. Eliminare il precedente filtro ed inserire tutti i nostri modificatori di tipo informazionale all’interno di Escludi keyword. In questo caso Ubersuggest ne prende più di uno
          2. Inserire in Includi keyword (uno ad uno) i modificatori di tipo transazionale

          Ecco una lista di partenza di modificatori informazionali e transazionali che puoi utilizzare per le tue ricerche, e modificare in base alle tue esigenze

          Modificatori InformazionaliModificatori Transazionali
          come, com, com’è, cosa, cos, cos’è, chi, dove, quando, quanto, quanti, quante, quant, quant’è, perché, perché, perche, quale, quali, guida, guide, tutorial, esempio, esempi, aiuto, idee, idea, trucco, trucchi, risorsa, risorse, strategia, strategie, definizione, significa, significato, significati, regole, regola, regolamento, norme, norma, normativa, normativecorso, corsi, libro, libri, download, sconto, sconti, coupon, codice sconto, codici sconto, offerta, offerte, acquisto, economico, economica, economici, economiche, lusso, ordinare, acquistare, costa, costo, costi, prezzo, prezzi, vende, vendere, comprare, compra, prenota,prenotare

          Se ad esempio inseriamo in Includi keyword il modificatore “costi”, vedremo una lista ancora più dettagliata degli intenti di ricerca.

          Utilizzare i modificatori degli intenti di ricerca consente di avere parole chiave più pertinenti, che ci consentiranno di realizzare contenuti SEO più appropriati

          A questo punto esportiamo anche questi risultati e li andiamo ad inserire all’interno del nostro foglio Google, possibilmente in un nuovo foglio così da distinguere le varie liste per tipologia di modificatore.

          2.4 Analisi dei termini e dei valori di ricerca 

          Ora che abbiamo la nostra lista di parole chiave, procediamo con l’analisi: manteniamo soltanto le colonne delle parole chiave e dei volumi di ricerca mensili, e procediamo ad eliminare tutte quelle keyword che non ci servono in nessun modo o che hanno volumi troppo bassi per le nostre esigenze.

          Quindi dovremo procedere ad analizzare manualmente su Google quali risultati compaiono per ogni singola keyword che abbiamo salvato: facciamolo in modalità anonima per avere dei risultati puliti.

          Questo ci fa capire come Google interpreta la keyword, perciò quale risultato si aspetta l’utente: adesso è il momento in cui dobbiamo tenere gli occhi aperti e chiederci costantemente il “perché” di quel risultato.

          Screenshot del risultato di ricerca google per il termine "corso autocad prezzo"

          Come Luca ci mostra nel suo corso, cercando “corso autocad prezzo” vediamo che risultato zero è uno snippet con tutte le informazioni riguardanti il prezzo, la durata, la certificazione, la modalità di pagamento.

          È la dimostrazione che l’intento di ricerca combacia esattamente con chi desidera effettuare l’acquisto ed iniziare il corso di AutoCAD.

            Grazie ai termini di ricerca che abbiamo e all’analisi saremo in grado anche di andare a completare i nostri termini, trasformandoli così in contenuti SEO ma anche nei titoli dei nostri articoli.

            People Also Ask

            Possiamo aiutarci anche con il box delle domande che Google mostra solitamente in cima alla ricerca.

            Screenshot del box domande di Google "People also ask", in italiano "Le persone chiedono anche"

            Questa sezione contiene una miriade di domande interessanti, con cui Google cerca di dare in poco tempo una risposta breve e concisa. Per noi sono informazioni essenziali che ci fanno capire di quali informazioni ha bisogno l’utente, e che noi andremo ad includere nei nostri articoli.

            Possiamo servirci di tool come AlsoAsked e KeywordsPeopleUse per riportarli all’interno di grafici strutturati.

            Un'alternativa al box domande di Google è il sito AlsoAsked, con cui approfondire i nostri contenuti SEO

            Anche in questo caso non esiste un giusto o sbagliato: il nostro consiglio è quello di individuare le lacune dei competitor, quindi cercare scrivere un contenuto migliore e che meglio risponda alle esigenze dell’utente.

            Esempio di trasformazione di una parola chiave individuata in struttura per un contenuto SEO

                Crea contenuti SEO dal Search Intent

                Ti abbiamo appena mostrato in breve come puoi strutturare un blog e i contenuti SEO partendo dall’analisi degli intenti di ricerca e dei risultati web.

                Puoi partire da questo e mettere in pratica tutto quello che hai imparato fin da subito. Il nostro consiglio è quello di approfondire l’argomento nel corso di Luca Olovrap, per vederlo all’azione mentre individua i termini di ricerca e analizza i risultati web per trasformare il tutto in contenuti SEO per il blog… ma che, in realtà,  possono andar bene anche per altre piattaforme di comunicazione.

                Imparerai esattamente a:

                🚨 Intercettare i bisogni delle persone
                🛠️ Utilizzare strumenti per l’analisi delle search intent
                🆎 Analizzare e raggruppare gli intenti di ricerca
                🧐 Analizzare i contenuti della concorrenza
                ⛩️ Definire la struttura del contenuto

                Inizia a studiare gratis su Learnn.