Lezione gratuita dal corso UI Design
Siamo qua per questa in camera neanche intervista.
Siamo qua per questa chiacchierata direttamente con Gaia e non so se la vedrai all'inizio alla fine o direttamente fuori da questo percorso che stiamo facendo sulla parte di user interface con Gaia e chiaramente in partnership con Talent Garden e primissima domanda Gaia, qual è il tuo primissimo ricordo? Magari eri piccola.
Magari non lo eri più di design e qualcosa legato a quello che oggi fai proprio per lavoro, eh? Guarda, devo dirti che è proprio molto vicino al ricordo di quello che poi faccio adesso.
Mia mamma era una nerd.
É una patita di computer e mi ricordo che quando ero piccola lei faceva le slide sul comodo sessantaquattro dei congressi per mio papà e mi ricordo che vedevo questa cosa ha compiuto immagine cos'era il comodo sessantaquattro in quegli anni e vedevo lei che faceva questa progettazione di cose orrende.
Poverina però insomma con tutta la passione del mondo e lì mi sono appassionata al design vedendo lei che cercava di costruire una narrazione, un racconto per mio papà attraverso queste slide hai detto cosa orrenda come secondo te quanto è importante in questo lavoro il gusto personale o invece o quanto è migliorabile questo gusto personale, anche se non ci sei magari nato.
Eh sì, il gusto chiaramente c' è una parte di gusto che è ovviamente innato.
Però tanta parte si può educare e come poi diciamo io dico sempre nei miei corsi si educa attraverso delle regole.
No, è tutto quello che noi immagazzina.
Siamo già vedere come dire, un quadro no di Giotto, qualcosa di Michelangelo, Caravaggio.
Tutto quello inizia, diciamo anche rimanere inconsapevole a darci delle regole, a farci capire le regole dell'arma del ritmo delle luci.
Quindi una parte del senso del gusto è innato.
Però tanta, tanta parte si può imparare con delle regole, guardando gli altri guardano e imparano anche delle regole dell'armonia classica.
Noi, per esempio, non abbiamo mai avuto un designer o Galaxy Wii, eccetera.
Abbiamo cercato di ispirarci per non dire copiare da quello che le piattaforme che noi reputavano estremamente qualitative proprio in tutto questo.
Qual è un consiglio che daresti per qualcuno che deve scegliere a chi ispirarsi? È questa è a chi dipende da chi o cosa.
Innanzitutto dipende, diciamo qual è? È una cosa che vorrei dire è di non guardare sempre allo stesso stile sempre allo stesso mood.
In quanto designer noi abbiamo come dire, il dovere di essere in grado di ispirarci da diverse fonti.
Siccome l'errore che fanno spesso i designer è guardate sempre lo stesso stile, ispirarsi sempre dallo stesso tipo di persona, sempre dallo stesso tipo di linguaggio.
Però come designer noi siamo come dire delle mani e degli strumenti per altri dobbiamo comunicare il messaggio degli altri.
Quindi la cosa buona che direi è ispirate.
Vi guardate ovviamente in realtà diverse, ma cercate sempre di ispirarmi a seconda del contesto e del vostro cliente di riferimento.
Non seguite un solo filone ora.
In questo caso, ad esempio, tu hai seguito ovviamente un filone perché il tuo tono di comunicazione era su quella direzione.
Ma in quanto designer io potrei avere qualcuno che una volta mi dice di essere più minimo a qualcuno di essere piu' bold qualcuno di ispirarmi a qualcosa di adesso va tantissimo, per esempio il glass dimorfismo oppure il brutal ismo.
Quindi seguire delle tendenze l'importante però è non partire con l'assunzione che noi siamo in grado di creare qualcosa senza guardare gli altri.
L'ispirazione è comunque il punto di partenza e quello è stato uno dei suoi, il progetto più difficile su cui ha lavorato.
Lavorato che magari riguardava appunto un cliente che era industriale molto particolare o un cliente difficile, magari con i gusti difficili che dovevi magari supportare.
Eh? Guarda, uno dei progetti più difficile è stata un commercio di lusso.
Devo dire la verità perché sebbene il cliente per me era un referente appunto super alto, super di lusso, in realtà non riuscivamo a trovare nessun punto in comune nella comunicazione.
Cioè quello che per me era russa era eleganza, per lui non lo era.
E quando insomma, arrivi a quei livelli, tu dici beh, sarà molto facile comunicare se hai creato un brand così pazzesco troveremo assolutamente una chiave di comunicazione.
E invece no.
Succede invece che in quei contesti, magari proprio più difficile per perché chi è arrivato a quei livelli si è formato, come dire tutto, un bel grano, tutta una sua serie di convinzioni e il lavoro difficile proprio entrare in connessione con questi diciamo no Bayes con queste convinzioni del cliente.
A volte invece è più facile lavorare con qualcuno che abbia esperienza, perché si lascia totalmente guidare, mentre quando arrivi a livelli così alti e insomma diventa difficile perché, diciamo il tuo punto di vista è un po', più diciamo a latere rispetto al.
Ovviamente dal punto di vista generale del brand che sta guidando la comunicazione lusso sono spesso la grande contrapposizione tra branding, conversione e soprattutto nel lusso.
Sono proprio degli esempi di brand, come magari su prima, dove tu vedi il loro sito e dicci questo non segue nessun tipo di regola di ottimizzazione classica e però evidentemente funziona e molto spesso è più collegato proprio al messaggio in realtà che vuoi passare dell'esclusività come non voglio che tu entri.
Non voglio che tu acquisti come vedi questa contrapposizione.
Ma guarda, un altro esempio è molto simile che vi invito a vedere è quello di Balenciaga.
Lui ha fatto un sito che totale we're from linee bianche e nere, una cosa veramente dove l'usabilità è totalmente assente.
Eppure anche lui converte moltissimo.
Io credo che questo ovviamente voglia dire quando la forza di un prodotto è talmente grande e tu lo vuoi, diciamo non c' è è come dire esperienza cattiva che possa.
Ovviamente, se il carrello non funziona è un problema.
Però diciamo se l'estetica segue il tono di comunicazione che vuole lanciare il brand l'usabilità.
In questo caso, diciamo, è un secondo passaggio, perché è talmente la volontà di avere quel brand che per te e tutti gli altri discorsi sono secondari.
Secondo me può funzionare.
Non sono come dire un integralista per cui l'usabilità deve essere al primo posto.
Ci sta anche che io in qualche modo ti creo una Fritz una frizione per creare una connessione piu' forte con il brand, quindi lo trovo comunque un sistema interessante.
Se converte e funziona va bene comunque assolutamente.
Qual è stato il primo ricordo del design? Abbiamo parlato prima.
Il primo ricordo di quando tu hai deciso.
Questa sarà la mia professione.
Se c'è stato guarda, è stato a sedici anni.
Ero molto chiaro volere molto chiara.
Io vengo da una famiglia di medici, quindi insomma, nessuno mi aveva educato a questa questa cosa qui però C' era una mia carissima amica, è un po' più grande di me che lavorava nel mondo dell'editoria una volta mi ha portato alla fiera del libro per bambini.
Sono entrata li' io quando ho visto tutta questa marea di copertine di grafica di design, mi sono emozionata perché ho pensato al potere che aveva la comunicazione di farti comprare un libro senza neanche leggerlo.
Pensa che forza che ha una copertina? No? Quante volte ti è capitato di comprare un libro solo per la copertina? A me è capitato spessissimo e quindi ho capito qual era il potere di essere design della comunicazione.
E quando sono entrato in questa fiera del libro ha detto Io voglio fare questo lavoro qui e come è arrivato poi il percorso, magari quegli stati velocemente le tappe che ti hanno fatto arrivare poi a dove sei oggi a livello di carriera.
Guarda, io ho iniziato a studiare, appunto, ha finito il liceo e ho subito fatto il suo corso di specializzazione in graphic design di due anni.
Era un corso classico, quindi ovviamente lettere in tipografia, editoria.
Ti l'ho fatto circa ventidue anni fa.
Quindi il digitale era proprio agli albori e no, non avevo veramente sentito molto parlare.
Insomma, Internet era appena nato e quando sono uscita però iniziavano a svilupparsi.
Nuovi sì, diciamola la parte dei siti internet, il mio professore mi aveva preso con sé a lavorare.
Mi ha detto sei sviluppare siti internet? Ho detto Assolutamente no.
Non voglio neanche imparare chiaramente le esigenze del mondo del lavoro mi hanno imparato proprio.
Mi hanno scusami, hanno portato proprio a scrivere codice, imparare a scrivere siti internet.
Da lui ho capito che volevo fare solo quella roba lì.
Poi si è trasformato.
Ho iniziato a lavorare prima per varie agenzie che disegnavano siti internet.
Poi ho capito che mi piaceva di più la natura di consulente freelance.
Non tanto per la libertà che mi lasciava nel tempo.
Perché insomma, se qualcuno ha fatto il freelance sa benissimo che poi alla fine ci hai meno tempo di un dipendente.
Ma per la libertà di esplorare diverse situazioni diversi brand, diversi contesti.
Ho fatto la freelance per tanti anni, dopodiché sono rientrata in un'altra azienda, diciamo molto grande.
Quindi ho lavorato un po' per Rai dei loro prodotti digitali e adesso è il lavoro di nuovo come consulente.
Quindi il mio il mio salto è stato studio classico tradizionale di grafica e design, imparato da sola la parte di codice da li', Ovviamente.
Progressivamente ho imparato anche tutto il linguaggio che c' è dietro la parte di interaction e contestualmente ho approfondito le mie skill lavorando.
Diciamole Ringling no, Il giorno dopo ogni giorno é come dove è arrivato tragga in tutto questo è questa è diciamo è un aneddoto particolare è diciamo, una serie di connessioni che sono accadute.
Questo diciamo anche secondo l'insegnamento, per imparare un po' ad essere con la faccia tosta.
Io ho insegnato parallelamente alla mia carriera, ho sempre insegnato io sono uscita dalla scuola proprio di design e ho iniziato subito a fare l'assistente.
E questo perché, secondo me, per continuare a crescere ed imparare devi insegnare.
Per me è come dire un boost alla tua parte di apprendimento, quella di insegnare e ho insegnato per tanti anni nella stessa scuola dove ho studiato.
Dopodiché mi ero diciamo, un po' stancata di insegnare lì sono stata un po', diciamo in standby e a un certo punto e ho visto che stavano creando diciamo, una scuola di interaction No, non entrare in guardia, ma doula bem all'interno di giuseppe Lapis e ho scritto una persona che che teneva un corso interaction design dicendo Guarda, io ho perso moltissimo quello che stai facendo.
Mi piacerebbe poter contribuire alla all'insegnamento all'interno della scuola da lì questa persona mi ha chiamato, abbiamo fatto una lecture insieme, sono molto piaciuta e sono entrato in contatto con Un'altra persona che lavorava li' e che poi, quando è nato tale Edgard mi ha detto Ma ti andrebbe di pensare su un percorso di Wittgenstein che qui nessuno ancora lo sta pensando? Quindi nel duemila e sedici ho preso in carico questo questo compito e progressivamente poi stiamo affinando sempre di più.
È nato nella mia il mio rapporto con Talent Garden, che sono già in questo caso qua sei anni, sei anni dura.
E qual è un qualcosa che ti ricorda? Se tu pensi a Lachlan Garden in questo senso, qual è una storia o qualcosa che ti viene in mente? Sull'esperienza su colleghi studenti, qualcuno guarda, diciamo che tale mi fa venire in mente intanto un ambiente super giovane.
Ogni volta che penso a tale riguardo non penso che la gente dice è un ambiente moderno, No, penso cosa? Tutte le volte che abbiamo finito una lezione, quando ancora le facciamo in presenza e magari abbiamo mangiato una pizza, ha bevuto una birra insieme all'interno di un cortile.
Penso anche alle tante storie umane che mi che mi sto portando dietro.
Per esempio, la cosa bella di Talent Garden è che la connessione, ad esempio con gli alunni è proprio umana e costante.
Io ho ancora degli studenti, è con cui ci sentiamo persone con cui adesso lavoro, persone che sono diventate proprio parte della mia famiglia e della mia vita quotidiana.
Quindi è diciamo, un posto che è non solo lavoro, ma anche un ambiente umano che mi piace moltissimo.
E poi mi dicevi anche che molte persone non sono soltanto persone che magari sono interessate a fare un percorso, magari vista la loro carriera, Ma ci sono anche persone che sono interessate a cambiare direttamente carriera si' come riesci a rendere attuali concreti tuoi, magari corsi per entrambi? Eh? Diciamo sì, è complicato poter, diciamo, rispondere entrambe le esigenze.
Ma si puo' fare assolutamente.
Perché diciamo che il nord del master è quello di partire da qualcuno che ha comunque delle esperienze di design.
Ora, se tu sei uno studente che ha studiato design non sei un professionista che ha lavorato nel mondo del design.
Comunque avete in comune la matrice che diciamo le regole base del design.
Le avete ovviamente chi ha lavorato che un lavoratore la portate, diciamo a livelli più avanzati.
Ma abbiamo un territorio comune da cui con cui iniziare a parlare.
Quindi questo corso si può rivolgere benissimo.
Sa chi sta cercando di fare uno switch in ambito lavorativo sia chi invece ha acquisito le skill di basi di base, vuole potenziare per portarla a livello appunto di guai.
Quindi, diciamo si conciliano abbastanza bene perché in qualche modo entrambi partono diciamo da zero nel mondo della ma con un background di design già consolidato, chiarissimo dove per il chiaramente hai andare nei prossimi anni.
Se vuoi trovare un trend è direi ovviamente la deve assolutamente spostarsi in tutti quei diciamo quei contesti in cui si sta spingendo l'interazione.
Quindi dobbiamo pensare che la non è solo quello che vediamo, no? In tutto il mondo di interaction c' è anche un assistente vocale.
È una, diciamo, una progettazione che fa uno dei designer oppure tutto quello che si sta aprendo adesso con il metà verso, cioè progettare, per esempio per la realtà virtuale sarà una skill e che lo yacht design dovrà assolutamente assorbire all'interno delle sue competenze.
Quindi vedo sempre di più lo vuoi designer come un designer che deve imparare da multi contesto come scrivere una storia è come approcciare in un mondo a tre di insomma.
Quindi l'evoluzione è continua adesso vedo questo.
Poi chissà, fra dieci anni sarà ancora un'altra opportunità, parlando proprio di trend futuri.
Che consiglio daresti a una persona giovane che si sta avvicinando a questo mondo e che ha un sacco di tempo davanti che può concentrarsi su qualcosa che possa dare una spinta alla sua carriera? Io mi concentrerei tanto sulla parte, ovviamente, come ti dicevo anche di imparare i linguaggi diversi oltre a quello del design, magari il tre di E poi secondo me un trend che è molto importante è quello del no code.
A me piace tantissimo questo trend, cioè quello di dire sei un designer, ovviamente devi sapere quali sono tutte le basi per progettare l'intera, ma se ti porti a casa anche la possibilità di sviluppare, diciamo tu il prodotto senza scrivere troppo codice.
Adesso ci sono tantissimi tool che ti danno l'opportunità.
Io direi concentratevi anche su quello, in modo che siete in grado di seguire il flusso della progettazione quasi a trecentosessanta gradi.
Quindi design, progettazione, ma anche codice.
Dove fare tutto questo? Consiglieresti una persona che sto iniziando la carriera, magari incominciare in una grande azienda o in una agency come potresti aver fatto tu, quindi vedere tanti contesti diversi più velocemente.
Guarda, io sono per le piccole realtà, perché nelle piccole realtà intanto si è spronati a fatti crescere, cioè una maggiore diciamo osmosi e sinergia tra con i colleghi che sono lì e sei anche meno fossilizzato.
No, nelle grandi aziende succede spesso che poi tu sei con un cliente.
Rimane a seguire quel cliente, quella realtà, quel tipo di bisogno per tre, quattro cinque anni che il nostro lavoro diventa veramente tanto penalizzante, mentre in una piccola in realtà, anche se diciamo in maniera un pochino frenetica, ti trovi ad affrontare tante, è come dire tante difficoltà diverse.
Secondo me cresci molto più rapidamente anche un'altra, diciamo opportunità.
Secondo, molto interessante è quella di muovere le prime armi all'interno di una start-up, quindi anche quello potrebbe essere un consiglio che mi piace, perché quando lavoro in una start-up è tutta una fase di prova, tutto un testing e soprattutto ti trovi anche a coprire altri ruoli, no? Quindi la tua forma, diciamo la tua formazione non è più verticale, ma quasi una t-shirt no? Quindi ti formi trasversalmente su più competenze e intanto approfondisce anche verticalmente quella per cui sei entrato qui.
Stiamo parlando anche di prendere dei lavori che possono essere mostrati rischiosi per un po'.
La mentalità che abbiamo qui è stato un é un rischio che tu consiglieresti a qualcuno di giovane di prendere in questo momento, anche se hai appena detto quello proprio di metterti in una startup, è questo è questo rischio che ho corso io stessa.
Io sono entrata in una startup, tuttora ci collaboro e devo dire che all'inizio ero un po' spaventata perché diceva sì, ma io devo fare questo no? E poi invece alla fine, secondo me questo rischio è diventata un'opportunità.
Ho imparato a fare tantissime cose.
Ho imparato cose di marketing che non sapevo di Automation che non sapevo di conversione e di sviluppo.
Ho lavorato sui flussi di due ex che magari non ero, diciamo, portato ad affronta.
Quindi questo rischio che all'inizio trovavo spaventoso, adesso mi ha arricchito.
Il big è il mio background, diciamo lavorativo, del diciamo tre volte di più.
Quindi direi correte il rischio di fare anche quello che ancora diciamo non vi compete, ma che comunque tocca marginalmente le sfere del vostro lavoro, perché imparerete insomma molto più rapidamente questo bellissimo Consiglio.
Penso che possiamo chiudere questa intervista.
Grazie mille, Gaia.
Veramente per tutto quanto è chiaramente stata legata per questa partnership.
Grazie, Luca.
Sono davvero felice di essere qui con voi e con L'ernia Chuck.
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