Il mondo del lavoro si sta evolvendo, e l’intelligenza artificiale è tra i primi motivi di questi cambiamenti. Secondo una ricerca condotta da LinkedIn su oltre 1 miliardo di professionisti e 69 milioni di aziende presenti sul social, il 70% delle competenze richieste sul lavoro cambieranno entro il 2030.
Dunque per i professionisti/e diventa di vitale importanza restare al passo sviluppando nuove competenze o migliorando quelle già in possesso, ed evitando così il fenomeno AI Anxiety.
Giusto per citare alcuni di questi cambiamenti individuati da LinkedIn:
- Chi entra nel mondo del lavoro oggi, durante il corso della propria carriera dovrà svolgere il doppio degli incarichi rispetto a 15 anni fa;
- L’evoluzione del lavoro ha già messo in moto i professionisti, che hanno già iniziato ad adattarsi ai cambiamenti in atto;
- Già il 51% delle aziende iscritte a LinkedIn ha implementato l’AI generativa, registrando un aumento di almeno il 10% del fatturato.
Da questa ricerca, LinkedIn ha stilato una lista di 15 competenze che stanno crescendo e di cui, già oggi, qualunque professionista non può fare a meno per restare competitivo nel mercato del lavoro. Vediamole.
1. Comprendere e dialogare con l’AI
La chiamano AI Literacy, cioè “alfabetizzazione dell’AI” e non riguarda solo il “sapere scrivere un prompt”. Significa capire i meccanismi di funzionamento dell’AI: modelli, dati, bias, output ecc.
Saper dialogare con l’AI significa anche comprenderne limiti e potenzialità, sapere quando utilizzarla e quando invece è meglio affidarsi ad altre risorse. In un contesto lavorativo, questa competenza permette di ottimizzare i processi, ridurre il carico di lavoro e liberare tempo per attività a maggior valore aggiunto.
Ecco 4 spunti utili per svilupparla.
1. Capisci cosa sono gli LLM
Per comprendere i concetti fondamentali dei Large Language Models segui i corsi AI su Learnn. Soprattutto sperimenta in prima persona l’AI con i piani gratuiti dei vari tool (ChatGPT, NotebookLM, Claude, Gemini, ecc.
2. Studia i framework di scrittura Prompt
Le tecniche base riguardano il fornire contesto, specificità ed esempi. Framework utili per iniziare a scrivere i tuoi prompt sono il CRISPE (Constraints, Role, Insight, Steps, Persona, Examples) e l’AIM (Audience, Intent, Medium).
Framework CRISPE
Il “Framework CRISPE” fornisce una struttura completa per creare prompt che generano risposte precise e pertinenti, guidando l’LLM attraverso parametri chiaramente definiti che ne ottimizzano le capacità di elaborazione.
- C (Constraints) → Definisci limiti chiari come lunghezza massima, formato specifico o requisiti di stile. Esempio: “Rispondi in massimo 100 parole” o “Utilizza solo terminologia adatta a non esperti”.
- R (Role) → Assegna all’LLM un ruolo specifico che attiva schemi cognitivi pertinenti. Esempio: “Agisci come un esperto di finanza personale” o “Rispondi come un copywriter specializzato in e-commerce”.
- I (Insight) → Richiedi una prospettiva particolare o un tipo di analisi. Esempio: “Analizza questo dal punto di vista del marketing B2B” o “Fornisci insight strategici piuttosto che tattici”.
- S (Steps) → Indica chiaramente la sequenza di passaggi da seguire. Esempio: “Prima identifica il problema, poi analizza le cause, infine proponi tre soluzioni concrete”.
- P (Persona) → Specifica il pubblico o il tipo di personalità con cui comunicare. Esempio: “Spiega questo concetto a un dirigente non tecnico” o “Comunica queste informazioni a un team di sviluppatori”.
- E (Examples) → Fornisci esempi concreti del tipo di output desiderato. Esempio: “Vorrei un’analisi simile a questa: [esempio]”.
Framework AIM
Il “Framework AIM” semplifica la creazione di prompt efficaci concentrandosi su tre elementi chiave che allineano la risposta dell’LLM agli obiettivi comunicativi specifici dell’utente.
- A (Audience) → Definisci chiaramente chi sarà il destinatario finale del contenuto generato. Esempio: “Questo contenuto sarà letto da professionisti del settore sanitario” o “Il pubblico target sono genitori di bambini tra 6-12 anni”.
- I (Intent) → Esplicita lo scopo comunicativo primario. Esempio: “L’obiettivo è educare il lettore su questo argomento” o “Lo scopo è persuadere il cliente ad acquistare questo servizio”.
M (Medium) → Specifica il formato e il canale di distribuzione. Esempio: “Questo sarà pubblicato come post LinkedIn di 1300 caratteri” o “Verrà utilizzato come script per un video tutorial di 2 minuti”.
3. Analizza i casi studio aziendali
Studia come aziende del tuo settore stanno utilizzando l’AI per risolvere problemi concreti. Puoi farlo a partire da report di settore di McKinsey e Gartner, oppure dai post LinkedIn in tema.
5. Sviluppa un approccio critico
Impara a identificare pregiudizi e limitazioni nei risultati generati dall’AI. Controlla i dati generati dall’AI prima di utilizzarli e considera le implicazioni etiche dell’utilizzo dell’AI nei vari contesti professionali.
2. Conoscere e saper applicare il Growth
Applicare l’approccio Growth all’interno del proprio contesto lavorativo è fondamentale per crescere in modo stabile.
Il paradigma del Growth si è evoluto significativamente negli ultimi anni. Se in passato era spesso sinonimo di crescita rapida e aggressiva, oggi le aziende più lungimiranti hanno compreso che la vera sostenibilità deriva da una crescita strategica e misurata.
Soprattutto dopo il boom post-pandemico, è diventato evidente che espandere l’offerta in modo ponderato, con un’attenzione costante ai dati e al feedback degli utenti, è la chiave per costruire organizzazioni resistenti alle fluttuazioni di mercato.
Ecco 4 concetti utili da conoscere se vuoi applicare il Growth.
Framework AARRR
Il “Framework AARRR” ideato da Dave McClure divide il percorso di crescita in cinque fasi chiave:
- Acquisition → Come gli utenti scoprono il tuo prodotto
- Activation → La loro prima esperienza positiva
- Retention → Quanto e come tornano
- Referral → Se ti raccomandano ad altri
- Revenue → Come generano valore economico
Per ogni fase, identifica 1-2 metriche chiave da monitorare costantemente. La forza di questo approccio è che ti costringe a focalizzarti sull’intero funnel, non solo sull’acquisizione iniziale.
North Star Metrics
Invece di disperdere l’attenzione su decine di KPI, identifica un’unica metrica principale che rifletta perfettamente il valore che offri ai clienti e predica la crescita futura.
Per Airbnb è il numero di “notti prenotate mensilmente”, per Spotify è il “tempo di ascolto”.
Una volta definita la tua North Star, allinea tutti i team attorno a questa metrica condivisa, pur mantenendo KPI secondari specifici per ogni reparto. Questo approccio crea chiarezza strategica e facilita decisioni coerenti.
Growth Loops
Supera la mentalità dei “trucchi” a breve termine e concentrati sulla creazione di cicli virtuosi autosostenibili.
Un Growth Loop è un processo in cui l’output di un’azione diventa l’input della successiva, creando un sistema che si autoalimenta.
Ad esempio:
“Gli utenti creano contenuti → I contenuti attirano nuovi utenti → I nuovi utenti creano altri contenuti.”
Identifica e ottimizza questi cicli nel tuo business per una crescita organica e duratura.
Ecco un esempio (vedi immagine): ne abbiamo parlato anche nell’articolo dedicato che spiega esattamente la strategia di crescita di Klarna come BNPL grazie ai Growth Loops.

3. Parlare in pubblico
In qualsiasi fase della carriera, saper parlare in pubblico o davanti a un gruppo di persone è fondamentale per trasmettere sicurezza, facilitare la crescita collettiva, creare connessioni più profonde con colleghi e clienti e presentare le proprie idee in modo chiaro e convincente.
Vuoi sviluppare la tua capacità di parlare in pubblico? Ecco 4 metodi per farlo.
Think Fast, Talk Smart
Nel seguente video, Matt Abrahams – professore della Stanford Graduate School of Business ed esperto in comunicazione strategica – offre tecniche pratiche per gestire l’ansia da palcoscenico e strutturare discorsi efficaci.
Ecco 7 strategie subito applicabili estratte dal video:
- Approcciati alla presentazione come se fosse una conversazione informale.
- Invita i partecipanti a pensare in modo divergente e utilizzare nomi diversi per le cose.
- Integra elementi ludici per stimolare la spontaneità e facilitare la comunicazione.
- Pratica l’ascolto attivo e mostra gratitudine durante le interazioni, specialmente in contesti di scambio.
- Prenditi il tempo per ascoltare e comprendere le esigenze della situazione.
- Utilizza una struttura chiara (problema-soluzione-benefici) per organizzare il tuo discorso.
- Parafrasare le domande ti aiuta a riformularle e a pensare meglio alla risposta.
Modello SCQA
Il modello SCQA è un framework che ti aiuta a strutturare presentazioni di qualsiasi lunghezza, dalle brevi interazioni ai discorsi più elaborati, in modo logico e coinvolgente
Si sviluppa con la seguente formula:
Situation (Situazione) → Complication (Complicazione) → Question (Domanda) → Answer (Risposta)
- Parti descrivendo il contesto attuale
- Introduci un problema o sfida
- Solleva una domanda chiave
- Infine fornisci la tua soluzione.
Rule of Three
“Rule of Three” è uno dei principi retorici più potenti: le persone ricordano meglio le informazioni organizzate in gruppi di tre. Pensa a “veni, vidi, vici” di Cesare o “libertà, uguaglianza, fraternità”.
Applica questa regola suddividendo i tuoi messaggi principali in tre punti chiave, utilizzando tre esempi per illustrare un concetto, o strutturando il tuo discorso in tre parti (introduzione, corpo, conclusione).
Pyramid Principle (di McKinsey)
Il “Pyramid Principle” è un metodo che nel public speaking prevede di iniziare con la conclusione principale, seguita dai punti chiave che la supportano, e infine dai dati o dettagli che sostengono ciascun punto.
Questo approccio “top-down” cattura immediatamente l’attenzione del pubblico e rende più facile seguire il filo logico della presentazione.
È particolarmente efficace in contesti aziendali dove il tempo è limitato e le decisioni devono essere prese rapidamente.

4. Ottimizzare velocemente i processi
In un contesto lavorativo sempre più fluido e dinamico, la capacità di adattarsi rapidamente e riorganizzare i processi è diventata essenziale.
Infatti task e attività che gestisci potrebbero variare più velocemente. Se riesci a sviluppare un approccio sistematico che risponda con agilità ai cambiamenti, riuscirai a mantenere una buona produttività, un’alta efficienza, mantenendo al limite la pressione percepita.
Come farlo? Con la Matrice di Eisenhower, il modello RACI oppure il Time Blocking.
Vediamoli insieme, ma se vuoi approfondire l’argomento leggi l’articolo dedicato alle tecniche di management e gestione del tempo,.
Matrice di Eisenhower
La matrice di Eisenhower ti aiuta a categorizzare le attività in base a due dimensioni: urgenza e importanza.
Divide i compiti in quattro quadranti:
- Urgente e Importante (fai)
- Importante ma Non urgente (pianifica)
- Urgente ma Non importante (delega)
- Né Urgente né Importante (elimina)
L’applicazione quotidiana di questa matrice ti permetterà di concentrarti sulle attività che generano realmente valore, riducendo il tempo speso su ciò che sembra urgente ma ha scarso impatto.

Modello RACI
Il modello RACI è un framework che assegna ruoli chiari a tutti i membri di un progetto:
- Responsible → Chi esegue il lavoro
- Accountable → Chi prende le decisioni finali
- Consulted → Chi deve essere consultato)
- Informed → Chi deve essere tenuto aggiornato)
Implementare il RACI nei tuoi progetti riduce notevolmente la confusione sui ruoli, previene il micromanagement e chiarisce le responsabilità, permettendo processi decisionali più rapidi e una migliore distribuzione del carico di lavoro.

Time Blocking
La tecnica del Time Blocking prevede di allocare specifici blocchi di tempo nel calendario per determinate attività, invece di lavorare semplicemente da una lista di cose da fare.
Dedica blocchi di 25-90 minuti a compiti specifici, raggruppa attività simili nello stesso blocco e inserisci anche buffer per imprevisti.
Il Time Blocking è particolarmente efficace per combattere il multitasking e la procrastinazione, aumentando la concentrazione e riducendo il tempo necessario per completare i compiti.
5. Pensiero creativo per trovare soluzioni
In un ambiente lavorativo sempre più complesso, la capacità di pensare in modo non convenzionale diventa un vantaggio competitivo fondamentale.
Il pensiero creativo non è solo appannaggio di designer o creativi di professione, ma una competenza trasversale che permette di affrontare sfide complesse, identificare opportunità nascoste e sviluppare approcci innovativi quando le soluzioni standard non sono più efficaci.
Ecco 4 metodi per stimolare il pensiero creativo.
Metodo SCAMPER
SCAMPER è un acronimo che sta per:
- Sostituire
- Combinare
- Adattare
- Modificare
- Proporre altri usi
- Eliminare
- Riarrangiare
È una checklist di domande che stimola a considerare un problema da diverse angolazioni.
Per esempio: “Cosa succede se sostituisci un componente? Oppure se combini due idee esistenti?”
Applicalo prendendo un’idea o un processo esistente e ponendoti sistematicamente ciascuna delle domande SCAMPER per generare varianti innovative della soluzione iniziale.
Reverse Engineering
Questa tecnica consiste nel partire dal risultato desiderato e procedere a ritroso per identificare i passaggi necessari per raggiungerlo.
Invece di chiederti “come posso risolvere questo problema?”, chiediti “se il problema fosse già risolto, come sarebbe la soluzione ideale?”.
Questo approccio libera la mente dai vincoli del pensiero tradizionale e permette di immaginare soluzioni ottimali senza farsi limitare dai processi esistenti.
Metodo Cross Pollination
Il metodo “Cross Pollination” consiste nell’importare idee, concetti e pratiche da un settore o disciplina completamente diversa dalla tua.
Per esempio, come potrebbe un principio di biologia applicarsi al tuo problema di marketing? O come un concetto di architettura potrebbe migliorare il tuo processo produttivo?
Dedica del tempo a leggere libri o articoli di settori distanti dal tuo, o collabora con professionisti di altre discipline per stimolare connessioni inaspettate.
Google Design Sprint
Il “Google Design Sprint” è metodo strutturato, sviluppato da Jake Knapp presso Google, che condensa mesi di lavoro in un processo intensivo di 5 giorni per risolvere problemi complessi.
Ogni giornata ha un focus specifico:
- Comprensione del problema
- Esplorazione di soluzioni
- Decisione
- Prototipazione
- Test con gli utenti
Anche se non puoi dedicare 5 giorni interi, puoi adattare i principi chiave: timeboxing rigoroso, focus su decisioni rapide e validazione precoce delle idee con feedback reali.

6. Mente flessibile e adattabilità
Avere flessibilità cognitiva significa saper gestire la diversità di pensiero per trasformarla in innovazione e creatività, mitigando disaccordi e rendendo il team più agile e veloce nelle esecuzioni.
Una mente flessibile permette di considerare prospettive diverse come opportunità di crescita e innovazione, adattarsi a nuovi contesti e trovare soluzioni creative quando gli approcci tradizionali non funzionano più.
Ecco 3 tecniche utili per svilupparla.
Six Thinking Hats
La “Six Thinking Hats”, o “6 cappelli per pensare” permette di esaminare una decisione da sei diverse prospettive, rappresentate da cappelli di colori diversi:
- Bianco = Oggettività → Definisce i dati oggettivi del progetto
- Verde = Creatività → Esprime le idee più originali, anche se irrazionali e impossibili da realizzare
- Rosso = Emotività → Esprime pensieri, intuizioni e presentimenti in modo istintivo
- Giallo = Ottimismo → Esprime gli aspetti, vantaggi e opportunità positive
- Nero → Pessimismo → Esprime e analizza gli ostacoli
- Blu → Coordina l’uso degli altri cappelli per chiarire tutte le informazioni
Utilizzala nelle riunioni assegnando a ciascun partecipante un “cappello” diverso, oppure indossando tu stesso i vari cappelli in sequenza per analizzare un problema da angolazioni multiple.
Questo metodo permette di superare i pregiudizi personali e valorizzare la diversità di pensiero all’interno del team.
Scenario Planning
Lo “Scenario Planning” è un approccio che serve a creare e analizzare diversi scenari futuri possibili per prepararsi a molteplici eventualità.
Applicalo così:
- Identifica 3-4 scenari plausibili (ottimistico, pessimistico, più probabile, wild card) descrivendo in dettaglio come si presenterebbe ciascuna situazione.
- Per ogni scenario, sviluppa piani d’azione concreti e individua i “segnali anticipatori” che ti permettano di riconoscere quale scenario si sta effettivamente manifestando.
Questa pratica rafforza la tua capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti e riduce l’ansia legata all’incertezza.
Modello EDIPT
Il “Modello EDIPT” è un framework del design thinking che promuove un approccio iterativo alla risoluzione dei problemi.
Applicalo così:
- Esplorazione → Esplora ampiamente il contesto senza preconcetti
- Definizione → Definisci con precisione il problema da risolvere
- Ideazione → Genera molteplici idee senza autocensura
- Prototipazione → Crea prototipi rapidi delle soluzioni più promettenti
- Test → Testa i prototipi con utenti reali
La chiave è mantenere un atteggiamento di “fallimento costruttivo”: ogni tentativo che non funziona fornisce informazioni preziose per migliorare l’iterazione successiva, coltivando così una mentalità adattiva.
7. Gestione dei conflitti
In un ambiente di lavoro sempre più diversificato e collaborativo, i conflitti sono inevitabili e possono essere sia distruttivi che costruttivi.
La vera competenza non sta nell’evitare i contrasti, ma nel saperli trasformare in opportunità di crescita e innovazione.
Un approccio efficace alla gestione dei conflitti favorisce la creazione di soluzioni più creative, rafforza le relazioni professionali e accelera i processi decisionali.
Ecco 3 spunti utili per svilupparla.
Feedback 4A (di Netflix)
“Framework 4A” è un framework ideato e utilizzato regolarmente da Netflix per promuovere una cultura di trasparenza.
Questo metodo permette di affrontare i problemi in modo costruttivo prima che degenerino in conflitti, mantenendo la comunicazione focalizzata sugli obiettivi condivisi anziché sulle personalità.
Si articola in quattro passaggi:
- Aim assist → Chiarisci l’obiettivo del feedback)
- Audience → Adatta il messaggio al destinatario
- Ask → Formula una richiesta specifica e praticabile
- Action → Concorda azioni concrete da intraprendere)

SBI Model (Situation-Behavior-Impact)
“SBI Model” è una tecnica che ti permette di affrontare comportamenti problematici senza innescare reazioni difensive.
Per applicarlo, descrivi:
- La situazione specifica (Situation) → Quando e dove
- Il comportamento osservato (Behavior) → Cosa è successo esattamente, senza interpretazioni
- L’impatto che ha avuto (Impact) → Come ha influenzato te, il team o il progetto
Ecco un esempio: “Durante la riunione di ieri (Situation), quando hai interrotto ripetutamente Marco (Behavior), il team non ha potuto beneficiare delle sue idee e abbiamo impiegato 30 minuti in più per decidere (Impact)”.
Questo approccio mantiene la conversazione oggettiva e orientata ai fatti, riducendo la percezione di giudizio personale.
Modello DESC
Il “Modello DESC” è un metodo in quattro fasi pensato per affrontare conflitti radicati perché bilancia l’assertività (esprimere chiaramente i propri bisogni) con l’empatia (riconoscere la prospettiva altrui), creando uno spazio sicuro per trovare soluzioni condivise.
Applicalo così:
- Describe → Descrivi oggettivamente la situazione
- Express → Esprimi come ti senti senza accusare
- Specify → Specifica concretamente cosa vorresti che cambiasse
- Consequences → Illustra le conseguenze positive che deriveranno dal cambiamento
8. Vendere soluzioni
In un mercato saturo di offerte, i clienti non cercano più semplici prodotti, caratteristiche o vantaggi generici, ma soluzioni personalizzate che rispondano precisamente ai loro bisogni, sempre più influenzate dalle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale.
La capacità di vendere soluzioni anziché prodotti rappresenta un cambio di paradigma fondamentale nell’approccio commerciale moderno.
E questa competenza richiede una combinazione di ascolto attivo, pensiero analitico e capacità di tradurre esigenze complesse in soluzioni concrete.
Ecco 4 spunti utili per svilupparla.
Metodo SPIN Selling
Il metodo SPIN Selling è una tecnica che si basa su quattro tipi di domande sequenziali:
- Situation → Definisci il contesto attuale del cliente
- Problem → Identifica i problemi del potenziale cliente
- Implication → Fai in modo che i prospect si rendano conto delle conseguenze dei loro problemi
- Need-payoff → Valuta i benefici una volta risolto il problema
Anziché partire presentando subito la tua offerta, dedica tempo a esplorare approfonditamente la situazione del cliente con domande mirate che lo guidino a riconoscere autonomamente il valore della tua soluzione.
Value Proposition Canvas
Il Value Proposition Canva ti aiuta a mappare visivamente come la tua soluzione si allinea con le esigenze del cliente.
Si divide in due sezioni:
- Profilo del cliente (attività, problemi, vantaggi desiderati)
- Mappa del valore (prodotti/servizi, riduttori di problemi, creatori di vantaggi).
Utilizzalo prima di ogni proposta commerciale importante per assicurarti che la tua offerta risponda precisamente alle esigenze prioritarie del cliente.

Storytelling commerciale
Trasforma dati e funzionalità in narrazioni coinvolgenti che mostrino l’impatto reale della tua soluzione.
Struttura le tue storie seguendo il modello “Situazione → Complicazione → Risoluzione”, utilizzando casi di successo reali o ipotetici che il cliente possa facilmente visualizzare.
Incorpora dati quantificabili sui risultati ottenuti ma rendili vividi attraverso elementi narrativi che creino connessione emotiva.
Consulenza diagnostica
Posizionati come consulente piuttosto che venditore, guidando il cliente in un processo di auto-scoperta dei suoi veri bisogni.
Inizia con una “diagnosi” approfondita della situazione prima di prescrivere qualsiasi soluzione.
Utilizza strumenti come assessment personalizzati, workshop di analisi dei processi o sessioni di mappatura dei problemi per aiutare il cliente a vedere chiaramente le proprie necessità, spesso scoprendo esigenze di cui non era pienamente consapevole.
9. Relazione con il cliente
Come abbiamo visto nel punto precedente, la vera differenziazione oggi non risiede più solo nel prodotto o nel prezzo, ma nell’esperienza complessiva che offri al cliente.
Una relazione solida genera fiducia, aumenta la retention e trasforma i clienti in ambasciatori del brand.
Con l’avvento dell’AI e l’automazione di molti processi, il valore del contatto umano autentico e personalizzato è paradossalmente aumentato, diventando un elemento distintivo cruciale.
Ecco quindi 5 consigli subito applicabili per mantenere relazioni autentiche con i clienti.
Pratica l’ascolto attivo
Quando interagisci con un cliente, elimina le distrazioni, prendi appunti e riformula ciò che hai compreso per verificare di aver colto correttamente le sue esigenze. La capacità di ascoltare veramente, anziché pensare già alla risposta, è il primo passo per una relazione autentica.
Crea un sistema di follow-up personalizzato
Implementa un calendario di contatti regolari non solo focalizzati sulla vendita. Un semplice messaggio per condividere un articolo rilevante per il loro business o per congratularsi di un traguardo aziendale comunica attenzione genuina.
Adotta la regola del “problema +1”
Risolvi sempre un problema in più rispetto a quello espressamente richiesto dal cliente. Questo approccio crea un effetto sorpresa positivo e dimostra proattività.
Raccogli feedback strutturati
Oltre al classico NPS, implementa brevi survey trimestrali con 2-3 domande aperte che permettano ai clienti di esprimere liberamente aspettative e suggerimenti. L’importante è poi agire concretamente sui feedback ricevuti.
Crea momenti di valore inaspettato
Pianifica almeno un’interazione trimestrale che offra valore gratuito e inatteso: un webinar esclusivo, un report personalizzato, o una consulenza breve su un tema rilevante per il loro business. Questi momenti creano connessione emotiva e differenziazione.
10. Gestione degli stakeholder
Gestire efficacemente gli stakeholder significa costruire relazioni strategiche, allineare aspettative diverse e negoziare priorità talvolta contrastanti.
Una gestione efficace degli stakeholder permette di ridurre resistenze al cambiamento, accelerare i processi decisionali e aumentare significativamente le probabilità di successo delle iniziative. In questo può aiutarti la “Matrice Potere/Interesse”.
Matrice Potere/Interesse
La “Matrice Potere/Interesse” è uno strumento classico di mappatura che consente di categorizzare gli stakeholder in base a due dimensioni:
- Il loro livello di potere → Capacità di influenzare l’esito del progetto
- Il loro interesse → Quanto sono coinvolti o impattati
La matrice crea quattro quadranti:
- Persone ad alto potere e alto interesse → Gestisci attentamente → Sono stakeholder con un forte potere decisionale riguardo all’azienda e al prodotto, perciò è fondamentale tenerli informati e allineati su obiettivi e risultati raggiunti.
- Persone ad alto potere e basso interesse → Mantieni soddisfatti → Sono stakeholder con un forte potere ma con poco tempo a disposizione. Informali in con modo rapido e conciso
- Persone a basso potere e alto interesse → Tieni informati → Fanno parte di questa categoria stakeholder con poco potere decisionale, che però possono essere di aiuto. Dunque tienili informati e ascoltati, specialmente se mettono in evidenza dei problemi
- Persone a basso potere e basso interesse → Monitora → Sono persone che non hanno influenza sul prodotto, dunque basta solo tenerle informate. Piuttosto, individua e dai maggior rilevanza a chi fa parte di questo gruppo ma che potrebbe salire di status.
Aggiorna questa mappatura regolarmente poiché le posizioni degli stakeholder possono cambiare durante il ciclo di vita del progetto.

11. Gestione di budget e risorse
Con la crescente volatilità economica e pressione sui costi, saper allocare e ottimizzare risorse finanziarie e materiali è diventato un requisito fondamentale per professionisti ad ogni livello aziendale, soprattutto in un contesto dove le organizzazioni richiedono maggiore efficienza con risorse spesso limitate
Ecco 4 spunti utili per imparare a bilanciare obiettivi ambiziosi con vincoli di budget reali e ottenere così un importante vantaggio competitivo sul mercato.
Zero-Based Budgeting
A differenza del budgeting tradizionale che parte dai dati storici, il “Zero-Based Budgeting” è un approccio che richiede di giustificare ogni voce di spesa da zero, come se il budget venisse creato per la prima volta.
Applica questo metodo dividendo il budget in “pacchetti decisionali” e valutando ciascuno in base al suo contributo agli obiettivi strategici.
Questo costringe a riflettere criticamente su spese ricorrenti che potrebbero essere diventate automatiche ma non più ottimali, identificando risorse da riallocare verso iniziative a maggior impatto.

Metodo ROI/ROAS Predittivo
Prima di allocare budget significativi, sviluppa modelli predittivi che stimino il ritorno sull’investimento.
Per ogni iniziativa, definisci chiaramente:
- Investimento totale richiesto (inclusi i costi nascosti come tempo del personale),
- Risultati attesi quantificabili
- Tempistiche previste per il ritorno
- Almeno due scenari alternativi (ottimistico e pessimistico)
Rivedi regolarmente queste previsioni confrontandole con i risultati reali per calibrare i modelli futuri e sviluppare un “muscolo predittivo” sempre più accurato.
Framework delle 3R per l’ottimizzazione
Adatta il principio ecologico delle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) alla gestione delle risorse aziendali:
- Riduci → Elimina sprechi e inefficienze nei processi esistenti prima di richiedere risorse aggiuntive
- Riutilizza → Identifica asset, competenze o materiali esistenti che possono essere impiegati in nuovi contesti
- Ricicla → Trasforma risorse sottoutilizzate adattandole a nuovi scopi. Questo approccio sistematico permette di scoprire opportunità di ottimizzazione spesso trascurate
12. Competenze Go-To-Market
Avere competenze Go-To-Market (GTM) permette di orchestrare perfettamente prodotto, prezzo, canali di distribuzione e comunicazione in un approccio coeso che massimizzi le probabilità di successo commerciale e di differenziazione, soprattutto in un mondo tecnologico in continua evoluzione che, se da un lato permette di essere sfruttato a pieno per crescere velocemente, dall’altro porta ad un aumento della concorrenza.
Ecco 3 concetti Go-To-Market che dovresti conoscere.
Jobs To Be Done
Anziché focalizzarti sulle caratteristiche del prodotto, concentrati sul “lavoro” che il cliente sta cercando di svolgere.
Poniti domande come:
- “Quale problema sta realmente cercando di risolvere il cliente?”
- “Quali sono le sue frustrazioni attuali?”
- “Quali circostanze lo spingono a cercare una soluzione?”
Questo approccio ti permette di articolare la tua proposta di valore in termini di risultati concreti piuttosto che caratteristiche tecniche, allineando perfettamente il messaggio con le reali motivazioni d’acquisto del cliente.
Metodo STP
Il “Metodo STP” è una strategia articolata in 3 step che ha l’obiettivo di aumentare le probabilità che un target converta, acquisti e diventi un cliente abituale, permettendo così di ridurre anche i costi di acquisizione dei clienti.
L’errore più comune che tu possa fare, infatti, è saltare direttamente al posizionamento senza una solida analisi dei segmenti.
Le 3 fasi di questo metodo sono:
- Segmentazione → Dividi il mercato in segmenti omogenei basati su variabili significative
- Targeting → Seleziona i segmenti più promettenti per la tua offerta
- Posizionamento → Definisci chiaramente come vuoi essere percepito in ciascun segmento
Dedica almeno il 60% del tempo alla fase di segmentazione, identificando non solo caratteristiche demografiche, ma anche comportamentali e psicografiche.
Product-Led Growth
Con il modello Product-Led Growth (PLG) è il prodotto stesso a guidare l’acquisizione, la conversione e la fidelizzazione dei clienti.
Questo modello incorpora elementi di viralità nativa (es: funzionalità di condivisione, referral automatici), punti di ingresso gratuiti (freemium, trial, versioni limitate) e percorsi di upgrade intuitivi.
La chiave è progettare “Aha! moment” precoci nell’esperienza utente, dove il valore del prodotto diventa immediatamente evidente.
Questo approccio è particolarmente efficace in un contesto dove i clienti sono sempre più resistenti alle tradizionali tattiche di marketing push.
13. Sviluppo di LLM
L’abilità di creare, adattare e ottimizzare modelli linguistici di grandi dimensioni sta diventando sempre più una competenza strategica molto richiesta da tutte quelle aziende che stanno integrando (o hanno integrato già) l’AI generativa nei processi aziendali.
Vuoi imparare a plasmare questi potenti strumenti AI? Sfrutta il Metodo MASTER.
Metodo MASTER
Il “Metodo MASTER” è un framework sistematico che migliora drasticamente l’efficacia dell’interazione con gli LLM, strutturando le richieste in modo ottimale per massimizzare risultati coerenti.
Implementalo seguendo 6 principi chiave:
- M (Markdown) → Utilizza una formattazione strutturata con elenchi, intestazioni e sezioni per organizzare visivamente l’input
- A (Act as) → Definisci esplicitamente il ruolo che vuoi l’LLM assuma, attivando così schemi comportamentali specifici
- S (Specificity) → Fornisci dettagli esaustivi sul contesto, presumendo che il modello non abbia informazioni pregresse sul tuo caso specifico
- T (Thread) → Mantieni informazioni correlate nella stessa finestra di conversazione, consapevole che il modello non accede a conversazioni separate
- E (Examples) → Includi esempi concreti del formato e stile di output desiderato invece di descrizioni astratte
- R (Regenerate) → Utilizza la natura probabilistica degli LLM a tuo vantaggio, rigenerando risposte non ottimali per esplorare variazioni.
Questo approccio sistematico e metodico permette anche a non esperti di prompt engineering di ottenere risultati professionali nelle interazioni con sistemi LLM.
14. Competenze normative
Le competenze normative non sono più un dominio esclusivo di avvocati e compliance officer, ma una necessità trasversale per professionisti in ogni area aziendale.
Con l’espansione di normative come GDPR, DMA, NIS2 in Europa e regolamentazioni simili in tutto il mondo, comprendere l’impatto delle leggi sui processi operativi, sullo sviluppo prodotto e sulle strategie di business è fondamentale.
Le organizzazioni più innovative stanno trasformando ciò che potrebbe sembrare un mero vincolo in un effettivo vantaggio competitivo, incorporando la conformità nel proprio DNA aziendale invece di trattarla come un ostacolo da superare.
Ecco 4 consigli che ti possono tornarti utili in questo ambito.
Crea checklist normative
Invece di affrontare i requisiti normativi come verifiche finali, integra le considerazioni di conformità fin dalle prime fasi di qualsiasi progetto o processo.
Crea checklist normative specifiche per ogni tipologia di iniziativa (es: lancio prodotto, campagna marketing, raccolta dati) e implementa “gates” di revisione a intervalli chiave.
Questo approccio proattivo riduce drasticamente costosi rework e rischi di sanzioni, trasformando la conformità da freno a facilitatore dell’innovazione attraverso linee guida chiare.
Costruisci una matrice del rischio normativo
Costruisci una mappatura visiva che incroci la probabilità di violazioni normative con la severità delle potenziali conseguenze.
Per ogni area di rischio significativo, identifica:
- Requisiti specifici
- Gap attuali
- Azioni necessarie
- Responsabili
- Tempistiche
Rivedi questa matrice trimestralmente, aggiornandola con nuove normative e lezioni apprese.
Identifica opportunità differenzianti nelle normative
Avere un approccio “Compliance as Competitive Advantage” significa avere la capacità di trasformare requisiti normativi in elementi di differenziazione.
Ad esempio, potresti:
- Comunicare proattivamente ai clienti le tue pratiche di protezione dati superiori agli standard minimi
- Utilizzare certificazioni di conformità come credenziali in gare d’appalto
- Sviluppare funzionalità di prodotto che facilitino la conformità dei tuoi clienti
Organizza workshop interfunzionali per esplorare come ogni nuova normativa significativa possa essere sfruttata non solo per mitigare rischi ma anche per creare valore o aprire nuovi segmenti di mercato.
15. Valutazione dei rischi
La capacità di anticipare scenari avversi e trasformarli in opportunità di apprendimento e innovazione è diventato un imperativo strategico per organizzazioni di ogni dimensione e ad ogni livello decisionale.
Ecco un approccio sistematico in 3 fasi per valutare i rischi e trasformarli in opportunità per la crescita aziendale.
Fase 1: Fai un’analisi retrospettiva-prospettiva
- Crea una matrice che elenchi i rischi attuali nella prima colonna
- Documenta il loro impatto presente nella seconda colonna
- Proietta la loro probabile evoluzione in un orizzonte temporale di 3 anni nella terza colonna
- Considera come tecnologia, normative e comportamenti sociali potrebbero trasformare ciascun rischio
Fase 2: Mappa i cambiamenti settoriali
- Identifica metodicamente i principali cambiamenti avvenuti nel tuo settore negli ultimi 36 mesi
- Analizza specificamente: fusioni/acquisizioni, digitalizzazione, modelli di consumo, supply chain
- Traccia per ciascun cambiamento le nuove vulnerabilità create
- Ipotizza le vulnerabilità potenzialmente in arrivo nel prossimo futuro
Fase 3: crea un sistema di prevenzione
- Istituisci un meccanismo formale di “radar dei rischi”
- Combina diverse fonti: report di settore, conferenze, network professionali
- Organizza sessioni trimestrali di brainstorming interfunzionale
- Coinvolgi 3-5 persone di dipartimenti diversi per catturare prospettive complementari
Questo metodo proattivo trasforma la gestione del rischio da reattiva a predittiva, consentendo alle organizzazioni di allocare risorse preventivamente verso aree di vulnerabilità emergenti, riducendo significativamente l’impatto di minacce che per i concorrenti risulteranno “imprevedibili”.
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