Quando cerchiamo informazioni su un prodotto o un servizio all’interno di Google, quello che facciamo è digitare sulla barra di ricerca una parola chiave.
Le parole chiave sono fondamentali all’interno di un’analisi di una strategia SEO perché “dichiarano” il bisogno che l’utente vuole colmare grazie alla ricerca. Un bisogno che può essere più o meno esplicito e chiaro.
È grazie anche alle keyword che un sito, un blog o un’attività può posizionarsi su Google, andando a rispondere, appunto, alle esigenze dell’utente: magari sta cercando una “scarpa da running nike” oppure vuole “imparare a comunicare meglio” con i “corsi di copywriting”.
Esistono svariati tool per la keyword research: in questo articolo vogliamo mostrartene alcuni di interessanti. Ricorda, però, che non è il tool a fare la differenza tanto quanto la capacità di analizzare e fare deduzioni sul perché di una parola chiave o un risultato di ricerca.
Google Trends
Google Trends esiste dal 2006 e non ha mai perso la sua utilità. Questo intramontabile tool ci consente di analizzare i dati sulla ricerca di parole chiave nel tempo, al fine di comprenderne l’andamento (positivo o negativo), i picchi di stagionalità e in quali paesi e città sono più diffuse.
Permette anche di mettere più keyword a confronto grazie ai grafici di supporto.Massimo Giacchino mostra nel suo corso sull’analisi dei micro-dati, come la ricerca su Google Trend sia lo step iniziale per analizzare le tendenze di mercato, dunque per la validazione del prodotto.
Nell’esempio qui sopra Giacchino osserva che, al momento dell’analisi, le ricerche per la keyword “frutta esotica” lascia dedurre che il trend sia stagionale. Ma proseguendo, spiega che non basta avvalersi di Google Trends, piuttosto va usato come primo step per valutare i dati qualitativi dietro a una parola chiave (c’è ricerca, quindi interesse?).
L’argomento ti interessa? Approfondiscilo con l’articolo sull’analisi del mercato e la validazione di FruttaWeb con i micro-dati.
Ubersuggest
Il secondo strumento che vogliamo mostrarti è UberSuggest. È un’ottima alternativa gratuita, o comunque ad un costo ridotto nel suo piano a pagamento, a strumenti come Semrush o SEOZoom.
Il suo utilizzo è piuttosto semplice, ma non per questo banale. Infatti offre funzionalità avanzate grazie alle quali è possibile ricercare le parole chiave ma anche valutarne il grado di difficoltà per il posizionamento SEO.
La funzione di backlink monitora i link in ingresso verso il nostro dominio e ci mostra se il nostro sito web sta acquisendo trust e authority agli occhi di Google.
Con la funzione audit, invece, Ubersuggest scannerizza l’intero sito: ci mostrerà una sua “radiografia”, completa di stime di traffico ed errori da sistemare.
Inoltre, ti permette di analizzare le keyword per cui si posiziona la concorrenza, il volume di ricerca e delle tendenze e ottenere suggerimenti di contenuti: una funzione davvero utile durante la creazione di un piano editoriale SEO.
Se vuoi imparare, in modo pratico, trasformare le ricerche SEO in contenuti per il piano editoriale blog, allora ti consigliamo caldamente di seguire il corso di Luca Olovrap “Trasforma le ricerche SEO in contenuti”.
Più che un corso è un processo step by step in cui Luca analizza e sceglie le keyword, le commenta e ti mostra la sua procedura per strutturare i singoli articoli.
AnswerThePublic
Entrato nella famiglia degli strumenti di Neil Patel da poco – è a capo di UberSuggest – AnswerThePublic è il tool a cui dai in pasto una parola chiave e lui ti risponde con un mare di idee grazie alle parole esatte ricercate dagli utenti.
Per farlo, utilizza dei grafici circolari che raggruppano le long tail keyword in base all’intento di ricerca (Cosa, Come, Perché, ecc.), mostrando anche quanto sono competitive e costose in caso di sponsorizzate.
Grazie a queste parole chiave a coda lunga potrai rispondere agli intenti di ricerca con contenuti costruiti ad hoc.
Per esempio, cercando la keyword “fare marketing” vediamo dal grafico qui sopra che ci sono persone che si chiedono “come fare marketing su WhatsApp”. Questo potrebbe essere un contenuto social, blog o YouTube in cui potresti rispondere fornendo una serie di consigli pratici per fare marketing su questa app.
Come vedi, non è tanto il tool a fare la differenza quanto la capacità di analisi, deduzione e creatività.
vidIQ e TubeBuddy
Se desideri lanciare il tuo progetto YouTube, nella tua cassetta degli attrezzi non può mancare vidIQ e/o TubeBuddy.
Queste due estensioni per Google Chrome, ottime già nella loro versione gratuita, hanno diverse funzionalità per la keyword research:
- Permettono di trovare parole chiave e capirne il potenziale, grazie al box laterale nei risultati ricerca;
- In base alla ricerca è possibile ottenere suggerimenti di parole chiave e il rispettivo trend, oltre che i canali associati che trattano quella specifica tematica;
- Consentono di vedere gli hashtag utilizzati dai tuoi competitor, così da capire per quali si posizionano e prendere spunto;
- Forniscono consigli finalizzati al miglioramento della SEO del video.
Le potenzialità di questi tool di keyword research non terminano qui: infatti consentono di analizzare la qualità del profilo, generare testi per i video grazie all’intelligenza artificiale e ottenere nuove idee.
Per l’esempio nell’immagine abbiamo preso in esame la keyword “finanza personale” con vidIQ: partendo da sinistra vediamo che il tool ci dice che il volume di ricerca è medio e la competizione molto bassa.
È un primo indizio che ci mostra che vale la pena posizionarsi su YouTube per quella keyword.
Scendendo in basso vengono mostrati i top canali che parlano dell’argomento, per proseguire sull’opportunità di altre keyword e le ricerche correlate. Sono tutte informazioni preziose non solo per fare keyword research, ma per capire a cos’altro sono interessate le persone che cercano “finanza personale”.
Infine, nella sezione all’estrema destra, vediamo il box che appare all’interno di un video, e ci mostra alcune informazioni sul canale, un punto elenco di attività suggerite per ottimizzare al meglio il video (miniatura, descrizione, titolo, ecc.) e quali sono le parole chiave che il creator ha inserito all’interno del video.
Il numerino blu accanto ad alcune di queste parole, invece, indica la posizione nei risultati per quella specifica keyword, in questo caso al 1° posto per “finanza personale”.
Google Keyword Planner
Il Keyword Planner è lo strumento gratuito di ricerca parole chiave di Google. Intramontabile come Google Trends, puoi dargli in pasto fino a 10 keyword alla volta e ottenere i dati riguardanti alla difficoltà di posizionamento, il numero di ricerche (approssimativo se non si hanno campagne Google Ads attive) e la potenziale spesa pubblicitaria.
Nel caso raffigurato in immagine abbiamo constatato che parole chiave come “scrivere un articolo” e “scrivere blog” portano con sé le ricerche correlate alla scrittura di un articolo scientifico o di un giornale.
Dunque chi è specializzato in comunicazione potrebbe, ad esempio, scrivere due articoli su questi argomenti.
Lo strumento per le parole chiave di Google si interpone tra Google Trends e Ubersuggest: è ottimo per fare ricerche rapide e agli inizi, senza avere troppe pretese.
AlsoAsked
Tra i tool che non possono mancare all’interno di una keyword research è AlsoAsked.
Questo suggeritore keyword si basa sul box “People Also Ask”, una tipologia di risultati che mostra le domande simili alla nostra ricerca, ma poste a Google prima che a noi.
Banalmente potresti affidarti a Google per ottenere questi risultati: diciamo che AlsoAsked raccoglie in modo più organizzato tutte le domande, consentendone la visione in grandi quantità.
Al contrario, aggiunge nuove domande al box “People Also Ask” solo quando vi è un’interazione.
Ed ecco che da una parola chiave come “copywriting” si riesce a risalire a domande del tipo:
- Come proporsi come copywriter?
- Come iniziare il lavoro di copywriter?
- Quanto è importante il copywriting?
Sono domande fatte dagli utenti, che meritano di essere utilizzate come long tail keyword (parole chiave a coda lunga) per creare contenuti che rispondano a quell’intento.
KeywordsPeopleUse
Penultimo strumento di ricerca parole chiave è KeywordsPeopleUse, una soluzione molto interessante per scoprire nuove keyword e intenti di ricerca, nei modi più disparati.
Da una parte, questo strumento online ci consente di interagire con il box Google “People Also Ask” – proprio come con AlsoAsked – mentre dall’altra ci permette di:
- trovare keyword basate sul “chi, cosa, come, dove, quando e perché” come su Ubersuggest;
- ricevere i risultati direttamente da Quora e Reddit;
- ottenere l’indice espanso degli articoli nei risultati di ricerca, così da poter capire come il competitor ha sviluppato l’articolo, ma senza entrarci.
Suggerimenti Google e YouTube
Infine, gli ultimi strumenti keywords che ti consigliamo sono la barra di ricerca di Google e di YouTube.
Grazie ai suggerimenti dell’autocompletamento del campo potrai trovare le keywords che corrispondono alle ricerche attuali di queste due piattaforme.
Per farne uso al meglio dovresti digitare:
- la keyword principale, analizzare l’autocompletamento e segnarti le parole che ti interessano;
- poi, per estendere i suggerimenti, inserisci una lettera dell’alfabeto dopo lo spazio, analizza e scegli ancora una volta le tue keyword;
- ripeti il passaggio n° 2 fino a completare l’alfabeto o a ottenere le parole chiave desiderate.
Così facendo, per ogni lettera inserita, otterrai una lista di suggerimenti che potrai utilizzare come idee per scrivere articoli o creare contenuti video.
Conclusioni
Il mondo della ricerca keyword è affascinante. Non esiste un metodo unico ed esatto per scegliere le keyword: ognuno ha il suo, e sceglie in base ai propri ragionamenti e deduzioni.
Questi tool di keyword research ti saranno sicuramente utili nel tuo percorso. Se vuoi imparare a trasformare le ricerche in contenuti ottimizzati per la SEO, ti consigliamo di seguire il workshop di Luca Olovrap.
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🧐 L’analisi dei contenuti della concorrenza
📝 La definizione della struttura del contenuto
✍🏻 La realizzazione del contenuto
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🔨 Gli strumenti per l’analisi degli intenti di ricerca
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Articolo scritto 02/10/2023 e aggiornato il 23/05/2024