7 anni di studio e di progettazione, 100 minuti per produrre un singolo biscotto e pochi giorni per far parlare di sé. A distanza di 4 anni dal lancio dei Nutella Biscuits, Ferrero torna alla ribalta con il lancio di un nuovo prodotto: i Kinder Kinderini, biscotti di pasta frolla pluristrato che ricordano la forma ovale dell’intramontabile ovetto Kinder.
E di questa forma, unica e riconoscibile, insieme alle espressioni facciali, Ferrero ne fa il suo cavallo di battaglia comunicativo
Nonostante il prodotto sia sul mercato da pochissimo tempo, Kinder Kinderini ha attratto molte persone a questo prodotto, e in questo articolo vogliamo vedere quali sono le operazioni di marketing messe in atto da Ferrero per riuscire in questa impresa.
Pubblicità OOH
Quando si parla di Out-Of-Home Advertising (OOH), ci si riferisce a tutte quelle campagne che hanno l’obiettivo di attrarre l’attenzione del consumatore mentre esso si trova fuori casa.
Parliamo così di cartelloni pubblicitari, affissioni nei mezzi pubblici o nelle metro, campagne pubblicitarie non convenzionali (guerrilla marketing).
In questo senso, Ferrero si è distinta grazie alla presentazione dei Kinder Kinderini a Milano, in piazza Gae Aulenti, accolta dallo slogan e hashtag “La colazione cambia faccia”: 3 giorni pieni in cui è stato reso disponibile gratuitamente il prodotto per l’assaggio, a grandi e piccoli.
Durante questo evento era possibile inoltre partecipare ad attività legate alle espressioni facciali, come la ruota delle emozioni e selfie in tema.
Influencer Marketing
Non potevano mancare certamente influencer e content creator, nel promuovere il nuovo prodotto e l’evento che si sarebbe tenuto presto a Milano.
Vediamo così storie Instagram che promuovono la campagna OOH di Ferrero ed invitano gli utenti a partecipare all’evento.
User Generated Content (UGC)
Kinder Kinderini è diventato un vero e proprio trend: ecco una ricerca che abbiamo effettuato su Google Trends.
Come vedi, in pochissimi giorni, il termine di ricerca “kinderini” ha subito un’importante impennata, inesistente a ritroso a partire da settembre.
Questo trend ha dato via al passaparola collettivo sui social, anche su YouTube. Per esempio, se cerchiamo “kinderini” anche su questo social, noteremo una grande quantità di contenuti generati da utenti e content creator (UGC), che si mostrano all’azione mentre assaggiano e danno un giudizio sui nuovi arrivati in casa Ferrero.
Kinderini Casting
I nuovi biscotti a forma di ovetto non hanno ancora uno spot online. Ecco perchè Kinder ha pensato bene di promuovere l’iniziativa “Kinderini Casting” con la quale ci si può candidare per diventare il nuovo volto dello spot dei Kinder Kinderini.
Per partecipare è necessario pubblicare su Instagram una foto o video che ritrae prima l’espressione di un biscotto Kinderino, a seguire la stessa espressione ma interpretata dalla persona. Al contenuto, seguono gli hashtag #kinderkinderini e #kinderinicasting.
Comunicazione Social
Sempre su Instagram il 29 settembre, giorno di lancio del nuovo prodotto, Kinder ne annuncia l’uscita pubblicando un post che raffigura per la prima volta tutti i volti dei Kinderini.
Se facciamo un passo indietro al 18 settembre, invece, vediamo come il brand crea hype annunciando il prodotto senza rivelarne ancora l’identità con tre post che mostrano solo gli occhi dei Kinderini e le emozioni che lasciano trasparire. Questi tre post sono stati poi fissati in alto nell’account Instagram di Kinder Italia.
Perché offrire il prodotto gratuitamente?
Se ripensiamo alla campagna OOH sopra menzionata, ci potremmo chiedere se aver offerto i Kinder Kinderini in modo completamente gratuito sia stata una mossa giusta o sbagliata.
In realtà offrire gratuitamente il proprio prodotto aiuta il brand a consolidare il suo legame e rapporto di fiducia con il cliente, sostituendo la sua resistenza all’acquisto – per timore di sprecare soldi – con la possibilità di scoprire il prodotto.
In questo modo, l’omaggio ricevuto invoglia il consumatore a ricambiare il favore per via dell’effetto della reciprocità, portandolo potenzialmente a generare un futuro acquisto del prodotto.
Conclusioni
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