Allora io sono capitata in questo mondo un po' per caso, perché io volevo fare la fumettista per pagare la scuola di fumetto.

Ho iniziato a lavorare in agenzia e quindi di conseguenza, dato che erano anche altri tempi a fare la webmaster, questo ruolo era molto multidisciplinare.

Quindi io mi sono trovata ad avere a che fare con design, sviluppo, ma anche content marketing e all'occorrenza.

Addirittura facevamo montaggio, video e cose del genere.

Ci stava molto flash e via dicendo.

Quando poi questo ruolo si è evoluto e sono stata chiamata a scegliere se concentrarmi maggiormente sulla parte tech o maggiormente sulla parte di design ed esperienza utente, in realtà ha aiutato molto il fatto di aver deciso.

Poi ha ventisette anni di tornare all'università e durante il mio percorso di studio ho fatto esami come psicologia cognitiva, architettura dell'informazione, visual design che hanno molto avvicinato a quello è diventato lo JAx Design.

Oggigiorno è quando poi ho dovuto decidere su quale ruolo concentrarmi.

È stato un po' automatico scegliere questa parte qua perché sento che la l'avere l'utente al centro delle decisioni e il progettare per tutti sono le missioni che più mi piace seguire e spero davvero un giorno di riuscire a a vedere un mondo dove effettivamente ogni prodotto è accessibile e usabile.

Potenzialmente da tutti, quindi la passione anche.

Diciamo uno scopo di vita che spero di poter perseguire perché io ero da bambina appassionata di manga e ovviamente, come tutti i bambini appassionati di manga, sognava un giorno di andare in giappone a fare la mangaka cosa impossibile perché praticamente un mondo assolutamente molto difficile da perseguire.

Però quando ho iniziato a fare la scuola di fumetto mi sono resa conto che le opportunità c' erano anche in occidente, ma che avrebbero in qualche modo richiesto molti anni di gavetta prima di riuscire ad avere successo.

Il bello è che oggi il disegno è comunque la mia più grande passione, ma ho provato a cercare il modo di introdurlo in altro modo nella mia vita, immergendosi in qualche modo a quello che il mio lavoro al prova design la cultura di prodotto.

Infatti una cosa che mi piace fare è realizzare degli sketch, dei noodles o anche dei mini tutorial, il magistrati per cercare di diffondere la cultura di prova design in italia, che al momento è un pochino diciamo carente.

Quindi in qualche modo creando dei contenuti, magari anche un po' divertenti.

Spero da un lato di appunto sviluppare il mio hobby e continuare a disegnare e dall'altro magari di portare a bordo un po' piu' di persone che si possono appassionare di prodi a design e quindi diventare dei designer prodotto per me in tempi recenti è è parte della nostra vita quotidiana, quindi è qualcosa che mi aiuta a vivere.

Perché io se penso a una a una vita in cui non posso fare acquisti online o non posso banalmente prenotare un biglietto aereo e una vita che vedo molto lontana da quella che a cui sono abituata.

Quindi il prodotto è non è qualcosa un'entità un qualcosa a cui accedo solo nel momento in cui ho bisogno, ma è qualcosa che si è integrato così tanto nelle nostre vite che non ci rendiamo neanche conto di fruirne.

Infatti secondo me noi se parlando tra addetti ai lavori ci rendiamo conto di usare dei prodotti, dei prodotti digitali, ma se ti chiedessi a mio padre se utilizza dei prodotti digitali? Lui direbbe di no.

Eppure ne usa quotidianamente, pur essendo una persona che tecnologicamente non è avanzata e che è anche una persona anziana, quindi, ma anche dei limiti culturali oltre che tecnologici.

Quindi il prodotto ormai diventato vita per noi di cui non potremmo fare a meno.

Questa è una bellissima domanda perché è anche di difficile risposta, perché comunque si è bellissimo avere un'etica.

E bellissimo darsi anche dei diciamo delle regole, però dobbiamo sempre ricordare che in qualche modo lavoriamo in un'azienda che fa profitto, quindi anche nelle migliori diciamo realtà, dove comunque si é molto attenti a temi etici.

Comunque siamo persone che devono contribuire alle conversioni alle venus dell'azienda, quindi sicuramente non riuscirei a lavorare in un'azienda che mi chiede magari di usare in maniera massiva dei dark pattern e che fa delle manipolazioni evidenti e quindi in qualche modo inganna gli utenti per pero'.

Diciamo che tanti designer e anche io in passato i dark pattern li abbiamo usati magari non in modo malevolo, certo non cercando di truffare le persone ma cercando magari di attirare l' attenzione dell'utente in dei momenti in cui in delle schermate in cui magari non riuscivamo a farlo in maniera organica.

Sicuramente io spero nella mia vita di riuscire a lavorare sempre in aziende che eticamente mi permettono di comportarmi come credo che sia giusto al momento sento che riesco a riesco a mano a perseguire questo scopo.

Purtroppo il futuro non è non è.

Non è ancora diciamo prevedibile, però io proverò sempre a mantenere la mia etica solida.

Beh, sicuramente è qualcosa che non è prevedibile e quindi non pur volendo crearsi in qualche modo il problema e cercare una soluzione non riuscendo a prevedere con dei dati oggettivi, è un po' difficile anche em provare a provare ad agire nel modo giusto da subito.

Perché sicuramente quando si agisce in un certo modo sì, boh, ad esempio introduco una che nel lungo termine non ha degli effetti positivi, ha dei risvolti negativi sulla sulla vita delle persone, sicuramente mantenendo l'approccio etico che io provo a mantenere, che le persone che conosco prova provano a mantenere le aziende che conosco provano a mantenere, non viene fatto in maniera, diciamo studiata.

Quindi purtroppo se succede succede e poi si prova.

Insomma, si prova insomma a riparare qualora succeda qualcosa, però sicuramente c' è una cosa secondo me è molto bella nella nel modo in cui si lavora in prodotto, ossia di provare a dare sempre qualcosa che l'utente in qualche modo ha esplicitato di necessitare.

Provo a spiegarmi meglio.

Difficilmente io andrò a progettare una per un mio pensiero personale o perché arriva il business e mi impone di farlo.

Questo perché è un rischio.

Posso anche mettere la più profittevole del mondo, ma se l'utente non ne ha bisogno, non non non sarà più profittevole.

Potrebbe essere soltanto nelle prospettive, ma nella realtà non lo sarà mai.

Quindi diciamo che tutto quello che va sviluppato, un prodotto, essendo che grazie a tutte le la fase di discovery di analisi permette di rilevare effettivamente informazioni che vanno a sviluppare i film che potenzialmente sono desiderate dall'utente.

Quindi per il modo in cui sento che lavorano buona parte delle aziende di prodotto lo vedo altamente improbabile, che potrebbe avere un impatto negativo, una un flusso, un prodotto nel lungo termine, tranne se appunto non si va a sfondare quella barriera dell'etica e si va a lavorare non avendo più l'utente al centro, che è fondamentale nella nello sviluppo di una di un prodotto del del ciclo di vita di un prodotto.

Ovviamente nel caso del bad Judge è qualcosa di sicuramente negativo e si rifà molto poi al concetto che c' è in design in prova design del dark pattern.

Io manipolo una persona per far si', che faccia qualcosa che di solito non avrebbe fatto, che è in piena razionalità, non avrebbe fatto invece diciamo che la manipolazione quella positiva per una questione di etica in passato avrei sicuramente ti avrei detto di no.

In realtà negli ultimi anni va visto per quello che è.

Se l'utente l'utente è pieno di stimoli, l'utente è molto distratto e tende a non voler impiegare piu' tempo di quello che ha deciso di impiegare per fare un'azione.

Questo spesso però lo porta a perdersi dei pezzi e questo lo facciamo anche noi tutti, soprattutto noi persone che magari siamo molto impegnate nel digitale e facciamo un po' di multitasking sai fare un po' di cose contemporaneamente, ci che a volte ci fa perdere dei pezzi.

Quindi una manipolazione che mi permette di fare qualcosa di buono e che potenzialmente è di mio interesse.

Io la vedo come positiva perché non è fatta con l'intento malevolo, anche se questo anche se questa manipolazione poi effettivamente fa trarre profitto a un'azienda.

Però se è qualcosa che poi all'utente ehmm come dire è una da un risvolto positivo alla sua vita.

Banalmente se io sono un utente che è su una su una piattaforma su un sito e non mi accorgo che c' è una promozione che magari potenzialmente mi pun puo' interessare che io la rendo un po' più evidente, magari anche con un messaggio che dice la promozione in scadenza ci sta.

Alla fine dei conti diciamo è un po', un winn.

Noi diamo qualcosa all'utente che potenzialmente gli interessa e noi d'altro canto ne traiamo profitto.

Se c' è stato un periodo in cui io ho sempre lavorato in contesti di agenzia per tanti anni per più di dieci anni.

Poi per puro caso sono passata in un contesto di prodotto quando lavoravo in agenzia, per quanto mi piacesse, perché avendo un'attitudine un po' anche multidisciplinare in agenzia a volte ero costretta anche a sporcarmi le mani in ambiti che non sono propriamente i miei.

Ad esempio ho fatto tante, ma anche tanto sam, pur non avendone le conoscenze per dire gnam una cosa che un momento felice è stato quando finalmente ho capito che in un'azienda di prodotto era la mia dimensione e quando ho potuto davvero specializzarmi come designer e, appunto, lavorare per un prodotto solo e dedicare tutte le mie attenzioni in quello.

Quindi è stato un momento in cui ho visto questo passaggio di carriera, un po' casuale, in realtà, perché non era qualcosa che io ho desiderato.

È capitato per caso come un momento che mi ha resa consapevole che stavo andando ad affrontare la strada che volevo, pur non sapendolo.

Quindi secondo me quel periodo lì in cui mi sono resa conto ok, l'azienda di prodotto si lavora così e questo è proprio compatibile con le mie aspettative.

È stato un periodo molto felice.

Mhm, svariati no scherzo che ci sono stati dei momenti e questo capita spesso.

Un prodotto che magari ci sono delle tasche, dei progetti da affrontare e poi per qualche ragione vengono the priority aizzati e vengono un po' messi da parte.

È stata una tasca, un progetto a cui ero molto legata, che aveva avuto una fase di Discovery anche molto, diciamo intensa, dove si era molto lavorato con gli utenti, quindi stakeholder.

E secondo me avevamo avevamo anche progettato un tool che andava a soddisfare i bisogni dell'utente in quel caso e che purtroppo a un certo punto è stato the priority zato è di fatto finché io ho lavorato in quell'azienda non ha mai visto luce.

Quindi sì, probabilmente quello è stato uno che ricordo, ma ci sono tanti casi in cui questa cosa succede.

Quindi periodi un po' meno felici sono quelli dove ti accorgi di aver dato tanto di aver impiegato tanto efforts nel fare qualcosa che stava anche riuscendo bene, ma poi non non ha mai visto luce, quindi non hai mai potuto effettivamente trarne appunto i frutti del tuo lavoro.

Quando ero piccola mi dicono sempre che dicevo di avere gli occhi e i capelli rosa, quindi forse questo cosa passione per il rosa è qualcosa che mi porto dietro da quando ero piccola.

E poi sono super appassionata di di tutta diciamo le cose visuali un po' giapponese, gianti, quindi colori pastello, personaggi carini, eccetera.

Quindi il mio colore di capelli va anche un po' a strizzare l'occhio ai personaggi dei fumetti che spesso appunto sfoggiano colori simili.

Sicuramente un libro molto bello che a volte un po' snobbato e quello che parla proprio delle micro interazioni si chiama jax micro interaction e fa capire tanto come con piccole cose possiamo effettivamente cambiare l'esperienza all'utente e renderla più non so più amabile è poi ovviamente e questo è un pò diciamo un po', una banalità, ma questo libro tutti devono leggerlo prima o poi.

Eh! Web usability due punto zero che è praticamente la bibbia di nielsen, è un libro che è stato scritto negli anni novanta e che contiene appunto le dieci euristiche della l'usabilità e prevedeva negli anni novanta come sarebbero dovuti essere i prodotti digitali anche ai giorni nostri.

Infatti è un libro che mi piace consigliare soprattutto ai giovani designer, perché ha un approccio molto semplice, molto basso, basilare, ma quell'approccio li' é praticamente la base di tutto c'è una volta che tu hai immagazzinato quel mindset, quel modo di pensare e di dire ok un prodotto per funzionare deve innanzitutto avere cura.

Dell'utente deve sempre informarlo, deve sempre dargli il controllo è secondo me è proprio il minimo che che ogni prova designer deve deve sapere deve apprendere prima di qualsiasi altra cosa travolgente perché è stato qualcosa che è nato anche un po' per caso quando ci siamo sentiti insomma, io non non immaginavo che che avremmo costruito tutto questo insieme conoscevo assolutamente learn, seguivo il vostro lavoro da piu' o meno dalla vostra nascita.

Ed è stato qualcosa che dal momento in cui è diventato realtà Ok, dobbiamo fare questo corso.

Il mio cervello ha iniziato a pensar solo a quello.

Ok, cosa ci mettiamo nel corso? Quali sono le cose fondamentali che dobbiamo inserire? Poi anche il rapporto con voi è stato comunque sempre molto costruttivo.

Ci siamo sempre, siamo sempre stati in contatto e quindi è stato super positivo.

E si è stato una specie di come si dice di tornado in cui mi sono felicemente buttata, quindi grazie.