Sul posto di lavoro ci troviamo con delle persone che non ci siamo scelte.

Queste persone potrebbero non condividere i nostri interessi, le nostre passioni o non essere necessariamente delle persone.

Finì a chi siamo noi però finché la tutte le nostre azioni e la nostra giornata lavorativa è basata sullo svolgimento dei task e quindi diretta semplicemente a cio' che bisogna fare rispetto agli obiettivi rispetto al lavoro, eventuali conflitti personali possono avere meno spazio.

Ciò nonostante, può capitare che nonostante noi sappiamo che siamo in un contesto lavorativo, alcune dinamiche che avvengono nel gruppo con le persone possano intaccare.

Ci personalmente, per esempio, può accadere durante una riunione che è un collega, una collega che magari è sempre molto presente.

Parla tanto, interviene tanto dica, dica qualcosa con cui non siamo d'accordo.

Faccio una proposta che non condividiamo e che magari vengo venga presa in considerazione a tutto il resto del team.

Può accadere, per esempio, che si scelga di seguire la linea proposta da quello, quella collega.

Nel momento in cui noi abbiamo già un pregiudizio nei confronti di questa persona, nel senso che magari il suo intervenire spesso ci dà fastidio, possiamo cominciare a maturare dei giudizi personali rispetto a questa persona del tipo vuole farsi vedere e inopportuna, è dice stupide e magari ha fatto una proposta stupida.

Però nel momento in cui il team si allinea su quella decisione, la prende per buona e si decide di procedere in quella direzione.

Può darsi che noi avremmo del risentimento nei confronti di questa scelta.

Può accadere quindi che nel corso del lavoro il nostro impegno sia più basso.

Può essere che non crediamo davvero in quello che stiamo facendo, è anche inconsciamente o consciamente potremmo diminuire il nostro impegno o quasi ostacolo in un certo senso il lavoro, per esempio, rispondendo anche in maniera in maniera inopportuna o o non rispettando determinati task a livello comunicativo, possiamo vederlo attraverso una comunicazione passiva aggressiva.

Per esempio possiamo lanciare delle frecciatine oppure possiamo criticare magari quella persona con un altro collega un'altra collega.

In ogni caso possiamo non rendere palese il nostro disagio verso quello che stiamo facendo o o semplicemente il nostro attrito con con quella persona.

Questi problemi però fanno riferimento a un fattore principale la comunicazione.

Nel momento in cui non siamo d'accordo, per esempio, su su quella opinione di di quella di quella o quel collega è avremmo il diritto di dirlo.

Quindi, nel momento in cui il nostro, il nostro il nostro opinione non viene espressa è che abbiamo la possibilità di risolvere un potenziale conflitto.

Nel momento in cui non mettiamo le carte sul tavolo e diciamo le nostre opinioni, anche le nostre perplessità, ci stiamo precludendo la possibilità di evitare un conflitto.

Quindi, per esempio, potremmo esprimere il nostro dissenso rispetto alla proposta di quella persona e, a seconda di come vanno le cose, potrebbero accadere diverse situazioni.

Da un lato la il nostro dissenso potrebbe essere accolto, quindi potrebbe esserci una discussione e si potrebbe orientare il lavoro o l'organizzazione dei vari task in una direzione diversa.

Quindi in quel caso la nostra opinione ha avuto un peso importante e abbiamo fatto bene a comunicarla.

In caso contrario, potremo comunque manifestare il nostro dissenso, chiarire perché pensiamo che quell'idea sia inopportuna, stupida o non conveniente, e potremmo magari ricevere dei feedback contrari alla nostra idea.

Potremmo scoprire che in realtà a quella proposta ha senso è di conseguenza potremo accomodare in un certo senso questo genere di prospettiva, all'interno della nostra visione e non dover soccombere a delle dinamiche in cui dobbiamo fare qualcosa in cui non crediamo.

Un secondo fattore che può intervenire in questi casi sono i bypass, quindi gli errori di ragionamento che in realtà invadono gran parte degli ambiti, sia lavorativi sia personali.

Naturalmente, per esempio, potrebbe non avere nulla che non va.

Quella persona potrebbe essere che noi abbiamo un pregiudizio nei confronti della persona, anche solo rispetto ai suoi comportamenti.

Possiamo, per esempio interpretare in maniera erronea dei comportamenti esattamente come nell'esempio descritto prima.

Vale a dire abbiamo un pregiudizio negativo nei confronti di quella persona e pensiamo che non abbia il diritto di esprimersi.

Nel momento in cui riconosciamo che questo è un bypass, un pregiudizio, ci renderemo conto che anche il nostro atteggiamento emotivo, quindi quel fastidio, quella rabbia che possiamo prov nei confronti di quella persona e in parte ingiustificata, potrebbe avere altre giustificazioni riguardo al rapporto che abbiamo questa persona, ma limitatamente all'ambito lavorativo.

Nel momento in cui abbiamo questo pregiudizio, ci rendiamo conto che in realtà questa idea del fatto che, per esempio, questa persona non abbia il diritto di esprimersi o chi dovrebbe stare zitta in realtà va anche contro di noi, perché è anche il nostro diritto a esprimerci anche il nostro diritto a manifestare il nostro dissenso o chiedere chiarimenti, eh? Esprimere i nostri dubbi al riguardo.

Nel momento in cui riconosciamo questo Bayes, anche la nostra emotività sarà diversa.

Il problema dell'emotività risiede proprio in questo, nel fatto che è generata principalmente dalle convinzioni conscia e inconscia che abbiamo nel momento in cui abbiamo.

Abbiamo un rapporto magari non positivo con quella persona e l'emotività che ci porterà a disco, starci dal focus del lavoro e ci focalizzeremo invece sul rapporto difficile che abbiamo con questa persona.