Lezione gratuita dal corso Benessere psicologico nel lavoro
Quello che proviamo le nostre emozioni influenza i nostri pensieri, ma vale anche l' opposto.
Ovvero i pensieri che abbiamo influenzano il modo in cui ci sentiamo, cioè provocano delle emozioni.
Nella prospettiva cognitivo-comportamentale si dà molta importanza ai pensieri e le emozioni proprio perché cioè questo legame e questo legame ci aiuta ad avere un'azione sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni.
Ovvero ci permette di agire in maniera diretta per modulare sia le emozioni, sia per capire bene i pensieri che abbiamo che le hanno provocate.
In che maniera? La maggior parte delle volte proviamo un disagio emotivo perché è stato generato da un'idea da un pensiero da un'immagine.
É uno scenario da delle convinzioni.
Queste convinzioni prendono la forma di ragionamenti principalmente possono, ripeto, essere dell'immagine di scenari.
Però di base possiamo identificarle con dei ragionamenti, quindi con dei tipi di pensieri particolari.
Questi ragionamenti ci sembrano logici, ma molte volte, soprattutto quando proviamo un disagio emotivo molto forte, c' è una grande possibilità che questi ragionamenti non siano così logici che possano essere quindi irrazionali.
Proprio per questo motivo l'approccio cognitivo-comportamentale prevede una tecnica chiamata ristrutturazione cognitiva che non è altro che una tecnica che mira all'identificazione di questi ragionamenti e mira al cercarne la validità logica.
La maggior parte delle volte, infatti, sono per esempio dei catastrofismi delle terribili zx azioni o semplicemente sono irrazionali nel momento stesso in cui identifichiamo questo pensiero e ci rendiamo conto che irrazionale, per esempio, é una generalizzazione inappropriata e una catastrofica reazione o altro.
Anche l'impatto emotivo che avrà su di noi sarà più leggero e ci darà più spazio di manovra, nel senso che avremo piu' spazio per poter trovare delle e dei ragionamenti in opposizione a questo ragionamento parzialmente razionale, quindi tendenzialmente irrazionale.
E riusciremo, con dei ragionamenti più più giusti, tra virgolette, ad avere anche un beneficio a livello emotivo.
Un buon modo per poter mettere alla prova la veridicità di di questi ragionamenti, di questi pensieri e porsi la domanda o le prove per dimostrarlo.
Facciamo un esempio siamo al lavoro e il datore di il lavoro ci chiama in ufficio e non sappiamo perché in quel momento potremmo avere un pensiero.
Ho fatto qualcosa di sbagliato, ma ho commesso degli errori.
Non piaccio al datore di lavoro.
Probabilmente vorrà licenziarmi.
Questo è un ragionamento che potremmo avere tutti.
Non c' è nulla di sbagliato nell'avere questo genere di pensiero.
Il problema è che questo genere di pensiero potrà farci sentire in ansia.
Potrà farci sentire in pericolo.
Ma noi non abbiamo necessariamente le basi per poter dire che le cose andranno in questa maniera, anche se non ce ne rendiamo conto.
La l'impatto emotivo che ha su di noi è proporzionale a rigidità di questo pensiero.
Di conseguenza, se per noi sembra molto probabile che verremo licenziati, di conseguenza sperimenteremo una reazione emotiva congruente.
Quindi andremo nel panico, o saremmo molto afflitti da da questa da questa possibilità.
Di conseguenza, nel momento in cui abbiamo l'idea, mi licenzierà.
Cercheremo di identificare le ragioni, i motivi per cui questa cosa possa accadere.
Ripercorreremo le nostre esperienze, ripercorreremo i possibili errori.
Magari ci ricorderemo di un'espressione sul volto del nostro datore di lavoro che potrebbe essere correlata a questa eventualità.
Oppure ripercorriamo le cose che abbiamo fatto, che che non sono state all'altezza, magari la situazione degli errori che abbiamo commesso e che giustificherebbero quindi la l'eventualità negativa che stiamo tenendo.
In questo caso, quindi, potremmo chiederci se effettivamente le prove per dimostrare questo ragionamento ho le prove per dimostrare che verro' licenziato, ripercorrere indietro quello che è successo potrebbe anche farci rendere conto che effettivamente gli errori commessi o l'espressione del volto sul nostro datore di lavoro potrebbero non essere così determinanti per questa eventualità negativa.
Riconoscere quanto possa essere probabile.
Quindi questa eventualità aiuta anche a ad avere un atteggiamento propositivo nei confronti di una e non disfattista.
Ciò non significa che non proveremo più ansia pero' Sicuramente se l'ansia è molto intensa senza aver fatto questo processo di ristrutturazione cognitiva.
Dopo aver chiesto a noi stessi le prove per dimostrare questa eventualità e non trovando un'alta probabilità quest'ansia si sgonfierà, non passerà del tutto, però potrebbe assestarsi su dei livelli più tollerabili.
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